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Legger_ezza 2022: stasera Francesco Cicconetti presenta “Scheletro Femmina” al Borderline di Sassari

Una “autofiction” in cui l'autore, creator e collaboratore di “Vanity Fair” e icona del mondo LGBTQUIA+, racconta il suo percorso di transizione

di Redazione
16 Dicembre 2022
in Eventi, Libri, Sassari
🕓 5 MINUTI DI LETTURA
60 3
Francesco Cicconetti "Scheletro Femmina"
25
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“Non avevo mai considerato il mio percorso di transizione un atto di coraggio, era solo la strada della mia vita, che io non avevo mai scelto. Mi era semplicemente capitata.
La verità è che io non volevo essere coraggioso, volevo solo essere normale.”

Francesco Cicconetti – “Scheletro Femmina”

Il dilemma di chi nasce in un corpo “sbagliato” e non corrispondente alla sua identità in “Scheletro Femmina” (Mondadori 2022), romanzo d’esordio di Francesco Cicconetti: l’autore, che ha esordito come creator raccontando la sua storia sui social, diventando così un’icona del mondo LGBTQUIA+, collaborando poi con riviste come “Vanity Fair”, oltre a tenere TedX e partecipare ai vari talks su Wired, Cicap Fest, Future Vintage Festival, MED, sarà protagonista oggi (venerdì 16 dicembre) alle 18.30 al C.C.S. Borderline in via Rockefeller 16 a Sassari, per una conversazione con Minerva e Roberto Uzzau, sotto le insegne di Legger_ezza 2022, il progetto di Promozione della Lettura a cura del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna – giunto alla sua quarta edizione, per una riflessione su temi scottanti e attuali e nodi cruciali del presente ispirata alla letteratura contemporanea (e non solo).

Focus su un percorso di transizione nel libro, scaturito da una necessità interiore, un’urgenza di trascrivere nero su bianco pensieri, emozioni, sensazioni, dubbi e inquietudini in un momento fondamentale della propria esistenza, in cui la consapevolezza di ciò che si è (e si è sempre stati) non coincide con l’immagine, riflessa da uno specchio e dallo sguardo degli altri, almeno finché la metamorfosi non sarà compiuta. Un cammino a tratti arduo e complesso, per correggere un “errore” della natura o del caso e ricreare l’armonia tra mente e corpo, per riconoscersi finalmente e essere riconosciuti in una nuova forma che è semplicemente la corretta incarnazione dell’essere fino a quel momento “imprigionato” dietro sembianze non adatte al suo vero io.

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Una favola moderna – un romanzo di formazione, incentrato su un importante rito di passaggio – in cui grazie ai progressi della scienza e all’evoluzione culturale della società il protagonista può mettersi a nudo e mostrarsi appieno, liberandosi di un involucro inadeguato e riplasmando il proprio corpo per adeguarlo alle sue inclinazioni e farlo collimare con la propria idea di sé. Una narrazione avvincente e di stretta attualità che segna un trionfo dello spirito sulla carne, in cui invece di fermarsi alle apparenze e rassegnarsi a un destino ingrato, il protagonista lotta per affermare la verità.

Un diario in pubblico, in cui emerge appieno la condizione paradossale – eppure “privilegiata” rispetto al passato anche recente e a quella di tantə coetaneə meno fortunati, che invece di comprensione e affetto, hanno dovuto fare i conti con l’odio e con la repressione – di chi deve in qualche modo battersi e impegnarsi solo per essere “normale”. Il libretto “alias” all’università rappresenta una conquista ma anche un segno di civiltà – un passo aventi nel rispetto dei diritti e nel riconoscimento dell’identità di genere al di fuori dell’arbitrarietà del tradizionale “binarismo” a cui non è possibile ridurre o ricondurre tutte le varianti e le potenzialità della natura, in particolare tutte gli individui che compongono il variegato universo transgender.

«… “Scheletro Femmina” comincia ad esistere in una serata del 2017» – rivela Francesco Cicconetti –. «Ero seduto sulla parte destra del divano di casa mia, la tv era ancora contro la parete di fronte. Ricordo che era buio, forse ero appena tornato da Urbino – dove studiavo – o dovevo andarci di lì a breve, perché avevo una valigia vicino e la giacca posata distrattamente sulla sedia del tavolo. Poco prima mi ero detto: basta poesie, devo scrivere un romanzo. Avevo aperto subito il pc e avevo cominciato a scrivere, deciso, ma non veniva giù niente, neanche una parola. Rimanevano tutte bloccate tra la testa e le dita, come in un tubo intasato.

In quel periodo sentivo tanto, provavo tanto, soprattutto dolore e amore. La mia vita in effetti sembra essere stata fondata su queste due cose. A volte c’erano tutt’e due, altre volte solo una, ma mai sono stato senza l’una e l’altra. Nel libro queste due emozioni si compenetrano, si fronteggiano, si modificano e annullano a vicenda. Non mancano mai, sono state la potente propulsione della mia scrittura».

Sulla modalità di scrittura e la scelta di raccontare in prima persona, attingendo alla propria personale esperienza ma concedendosi anche licenze poetiche e spazi di invenzione, Francesco Cicconetti spiega che: «Il romanzo è un’autofiction solo perché metterci tutta la realtà non avrebbe avuto senso. Alcuni nomi non sono mai esistiti, mentre ad altri, reali, ho fatto dire cose che non hanno mai pronunciato o pensato. Il personaggio co-protagonista della storia non è nessuno perché è tutti: è la somma di tante persone che hanno fatto parte della mia vita, a cui ho rubato piccoli o grandi dettagli. L’amore e il dolore invece ci sono in tutta la loro autenticità, a tratti brutale. Di alcune cose mi vergogno, ma le ho scritte lo stesso, perché sono vere. Buttandole fuori ne ho avute meno dentro di me e così sono apparse più gestibili; quello è stato il momento in cui ho cominciato a scrivere meglio, di più e con maggiore scioltezza».

E aggiunge: «È vero che il mio romanzo nasce da un’urgenza. Inizialmente pensavo fosse quella di offrire una bussola nel percorso di transizione, un punto di riferimento, un po’ di rappresentazione. Invece, scrivere ha ridimensionato i ricordi, chiudendone alcuni in maniera definitiva. L’ho sfruttato per inserire pensieri che volevo esprimere da tempo, per mandare messaggi a persone che ho amato e che amo, per comunicare cose importanti a mia madre. L’ho usato per dipingermi e darmi finalmente una forma, per confrontarmi una volta per tutte con i Francesco che sono stato nella vita, anche con quelli che mi spaventano o mi hanno deluso. La grande urgenza era di vedere tutto finalmente da fuori, come se questa fosse roba di un altro».

In sintesi, volendo trovare una chiave di lettura per il romanzo, secondo Francesco Cicconetti: «Alla fine, “Scheletro Femmina” non è una guida alla transizione né una storia d’amore. È solo la normale vita di un ragazzo trans che mentre cresce e si scopre osserva il modo in cui le relazioni con gli altri cambiano la sua identità, e il modo in cui la sua identità cambia per sempre le relazioni con gli altri».

Francesco Cicconetti, 26 anni, riminese, ha iniziato la sua carriera come creator raccontando la sua storia sui social. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche tra cui “Vanity Fair”, tenuto un TedX e partecipato a diverse talk (tra gli altri: Wired, Cicap Fest, Future Vintage Festival, MED). È comparso sulla copertina del magazine “Flewid”, partecipato alla serie “Sex Uncut” ed è stato protagonista del videoclip di Giovani Wannabe, singolo dei Pinguini Tattici Nucleari. Nel 2021 è stato premiato come creator dell’anno ai Diversity Media Awards. Fa da consulente ad aziende per aggiornamenti interni legati al linguaggio e all’inclusività.

Ingresso gratuito.

Tags: CedacLegger_ezzalibriSassari
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Le sue origini risalgono all’età nuragica, come testimonia un piccolo bronzetto custodito al Museo Archeologico di Cagliari, che riproduce un cofanetto su ruote, antesignano della cassapanca sarda. 
✨ Realizzata in legno di castagno, noce o rovere, finemente intagliata e decorata con motivi simbolici come la pavoncella o il sole, sa cascia� è oggi un ponte tra passato e presente. Un capolavoro che racconta la storia, l’identità e l’arte di un’isola in cui la tradizione continua a vivere nel segno dell’eleganza. 
📰 Leggi l’articolo completo di Raffaella Piras su SHmag.it  📷 Sardegna Artigianato |  Pierluigi Dessì Confinivisivi
  • 🎶 Pochi generi musicali hanno rappresentato così bene un’epoca come il Concerto Grosso, nato tra XVII e XVIII secolo e fondato sul dialogo tra solisti e orchestra. Ma la sua storia non si è esaurita con il Barocco: nei secoli successivi ha conosciuto sorprendenti rinascite, contaminazioni e reinvenzioni, arrivando persino a intrecciarsi con il rock. 
🎭 È proprio a questa straordinaria vitalità che la Cooperativa @teatroeomusica dedica la nuova edizione dei Salotti culturali del Teatro Verdi di Sassari. Quattro appuntamenti, dal 9 ottobre al 5 novembre, porteranno sul palco capolavori di Corelli, Stradella, Bach, Händel, fino alle riletture di Bloch, Bacalov e Schnittke, mostrando come un genere nato più di tre secoli fa riesca ancora a parlare al presente. 
Ogni concerto sarà introdotto da autorevoli voci della critica musicale – Andrea Ivaldi, Antonio Ligios, Maurizio Salvi e Sandro Cappelletto – che guideranno il pubblico nell’ascolto, insieme alla Teatro Verdi Chamber Orchestra e agli ospiti solisti. 🎻 
📰 Scopri di più sulla rassegna, tutti i dettagli sono nell’articolo completo su SHmag.it
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🧵☕️ Attorno a lei ruotano diagnosi e protezioni: la “Sa Striadura”, il filo da imbastire che confronta apertura delle braccia e statura, le piume ridotte in cenere mescolate al caffè, il fumo che accenna una croce sul malato all’ultimo quarto di luna. 🌘 
🌸 Tra Gallura e Sassarese, la leggenda converge sulla donna-strega: unguenti di peonia, trance, metamorfosi, voli notturni che traducono l’inspiegabile in rito e linguaggio condiviso, tra brebus e antiche paure del malocchio. 🧿 
Un mosaico di mistero e memoria, dove la comunità tenta di ordinare l’ignoto con narrazioni, simboli e piccoli gesti apotropaici. Ce ne parla Chiara Medinas: l’articolo completo continua sul nostro sito web SHmag.it 👆🏻
  • 🌊 La Gallura torna protagonista mondiale del nuoto in acque libere! Per la terza volta consecutiva, Golfo Aranci ospita la Coppa del Mondo, organizzata da Acquatic Team Freedom in collaborazione con FIN Sardegna. Atleti da tutto il mondo sfideranno resistenza e tecnica in gare di 10 km, staffette e knockout, con paesaggi naturali mozzafiato e la fauna marina ad accompagnarli. 🏊‍♂️✨ 
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Un museo che non si limita a custodire la memoria, ma la rende viva e condivisa. 👉🏻 L’articolo completo su SHmag.it approfondisce tutte le attività e i progetti in corso.
  • 🌍 Nel cuore di Bari Sardo c’è un luogo dove arte, memoria e comunità si incontrano: il MAB – Centro d’Arte Contemporanea, nato nel 2024 e già punto di riferimento in Ogliastra. Qui la ricerca dialoga con il territorio, tra pratiche partecipative, linguaggi digitali e una rete di relazioni che unisce locale e globale. 
🖼 Dopo un anno di mostre e incontri – dalla fiber art di “Intricato” alla retrospettiva “Michele Mulas. Ritorno a Gardalis”, passando per “CIBARTI” e “Orizzonti – Impressioni dall’isola” – il @mabcentroarte presenta “Archeologia del presente – Corpo, materia, memoria”. Un percorso collettivo che intreccia scultura, pittura, fotografia e digitale per sondare i segni arcaici che abitano il contemporaneo: ferro, pietra, legno e cenere diventano tracce vive, mentre il digitale trasforma l’eredità in visione. 
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