Dario La Stella e Valentina Solinas, danzatori, performer e registi della compagnia Senza Confini Di Pelle portano in scena “Fame”, una performance ad alto impatto emotivo prodotta da Senza Confini Di Pelle, che mescola linguaggio del corpo, parola, musica, arte visiva per affrontare i temi della violenza, della sopraffazione, della dipendenza affettiva nelle relazioni tra le persone.
“Fame” arriva sul palcoscenico del Teatro S’Arza di Sassari, in via Sieni 2M, per due mattine consecutive, giovedì 18 e venerdì 19 gennaio (inizio alle 10). La prima data è riservata alle scuole ed è già sold out, mentre per la seconda, aperta a tutti, è possibile prenotare con una mail a: [email protected].
“Fame” si rivolge in particolare alle ragazze ai ragazzi. La performance di Dario La Stella e Valentina Solinas è infatti una delle azioni che Senza Confini Di Pelle sviluppa nell’ambito del progetto “Gulliver” promosso dalla cooperativa sociale Airone di Porto Torres, finanziato dall’impresa sociale Con I Bambini, rivolto alle Scuole Secondarie di 2° grado di Sassari (licei Margherita di Castelvì, Spano e Figari), Porto Torres, Alghero, Ittiri e Sorso, e finalizzato alla sensibilizzazione sulle tematiche legate al bullismo e più in generale ai rapporti sociali tra gli adolescenti. Le stesse tematiche affrontate da Senza Confini Di Pelle, sempre nell’ambito del progetto “Gulliver”, anche attraverso il laboratorio “Paesaggi Sensibili”, che unisce teatrodanza, performance e danza urbana.
In “Fame” il rapporto di dipendenza forzata che si instaura tra due persone è raccontato attraverso scene a tratti poetiche, oniriche, drammatiche, mentre il flusso del racconto si snoda svelando le emozioni e i paesaggi dei personaggi. Nella costruzione dello spettacolo, i performer Dario La Stella e Valentina Solinas hanno preso come punto di partenza, tra varie suggestioni, il memoir “Fame” (Einaudi) in cui la giornalista e attivista americana Roxane Gay racconta la lotta portata avanti «contro una cultura che spinge le donne a odiarsi se non corrispondono alle aspettative».
Nella performance, la “Fame” è poi un sentimento metaforico di vuoto psicologico, la necessità di nutrirsi di altre persone, è dipendenza affettiva. “Fame” è, infine, il corrispettivo inglese del termine “fama”, e dunque nella lettura di Senza Confini Di Pelle «anche l’esposizione mediatica di questa forma di protagonismo, l’essere famoso grazie alla fame di fatti intimi e alla costruzione di figure da prima pagina. Una voracità incontrollata che mangia persone, ambiente, coscienza».
































