Dopo le tappe inaugurali di Sassari e Cagliari, il percorso di presentazione del volume “Liliana Cano. Abitare lo spazio. Opere pubbliche in Sardegna”, curato da Davide Mariani e pubblicato da Ilisso Edizioni / Poliedro per l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari, farà tappa a Nuoro. L’incontro è in programma giovedì 11 dicembre 2025, alle ore 17:30, nella sala convegni dell’ExMè, in piazza Mameli 1. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
L’iniziativa nasce nell’ambito del progetto di ricerca PNRR e.INS – Ecosystem of Innovation for Next Generation Sardinia, e si propone come un contributo alla conoscenza e valorizzazione del patrimonio artistico diffuso sul territorio.
La monografia si inserisce nel quadro delle celebrazioni per il centenario della nascita di Liliana Cano, figura di rilievo nel panorama artistico sardo e nazionale, e costituisce la prima indagine critica dedicata interamente alle sue opere pubbliche realizzate in Sardegna.
Attiva per oltre sessant’anni, con lavori che spaziano da Oliena a Santa Teresa Gallura, Liliana Cano ha lasciato un segno profondo nella pittura murale e nella scultura contemporanea, traducendo in immagini il rapporto fra arte, memoria e comunità. “Questo lavoro nasce dalla volontà di restituire a Liliana Cano il posto che le spetta nella storia dell’arte contemporanea”, afferma Mariani. “È stata tra le prime donne artista a intervenire nello spazio pubblico, già a partire dalla fine degli anni Sessanta, aprendo una strada nuova nella rappresentazione collettiva e nel rapporto tra arte e comunità”.
Il volume, corredato da oltre 130 immagini e materiali d’archivio inediti, esplora la genesi delle opere pubbliche dell’artista, molte delle quali finora poco conosciute o dimenticate. L’analisi si sviluppa attraverso quattro capitoli tematici che affrontano i nuclei principali della sua ricerca: le narrazioni collettive legate alla memoria e all’identità, la figura femminile come soggetto autonomo e attivo, la pittura sacra e la dimensione spirituale, e infine la fragilità dell’arte pubblica, con uno sguardo ai problemi di conservazione e tutela.
Tra le opere esaminate spiccano il “Murale dei Combattenti” di Ozieri (1971), i cicli pittorici della chiesa di San Lussorio a Oliena (1980–82), il “Monumento alla Donna” del 1985 e il dipinto murale della chiesa di Santa Margherita a Bultei e gli interventi realizzati a Bono, Fonni e Irgoli, esempi di una poetica che intreccia realismo e simbolo, territorio e memoria. Come sottolinea ancora Mariani, “documentare queste opere significa preservarle, ma anche riconoscere che l’arte può ancora essere un linguaggio capace di unire le persone, generare dialoghi e creare occasioni di sviluppo territoriale”.
Realizzata in open access, la pubblicazione sarà distribuita gratuitamente durante l’evento e resa disponibile online attraverso la piattaforma dell’ecosistema e.INS, a testimonianza di una ricerca che coniuga rigore scientifico e apertura al pubblico più ampio.































