Prosa: “Raccontami di domani” di César Brie in prima regionale domani al Teatro Comunale di San Gavino Monreale

Lo spettacolo sarà poi in scena sabato al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo e domenica al Teatro Centrale di Carbonia

“Raccontami di domani”. 📷 Water Miglio

📷 Water Miglio

Viaggio nell’universo femminile con “Raccontami di domani”, intrigante pièce scritta e diretta dall’attore, drammaturgo e regista argentino César Brie, tra i fondatori della Comuna Baires, e interpretata da Vera Dalla Pasqua e Rossella Guidotti (produzione AGIDI) in cartellone – in prima regionale venerdì 10 febbraio alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, sabato 11 febbraio alle 21 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo e infine domenica 12 febbraio alle 21 al Teatro Centrale di Carbonia otto le insegne della Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.

Nell’intimità di una stanza da bagno, tra sali e profumi, due donne si mettono a nudo, rivelando i propri segreti, tra un riaffiorare di ricordi e di rimpianti, ma anche di sogni e speranze per il futuro: due amiche allo specchio si confidano pensieri e desideri, mentre affrontano le inevitabili tracce del tempo impresse sui loro corpi, ritrovano il piacere della reciproca compagnia, il dono della comprensione, la certezza di poter parlare in libertà.

“Raccontami di domani”, con inserti poetici e narrativi da testi di Florencia Michalewicz, Vera Dalla Pasqua e Chiara Davolio, musica di Paolo Brie e arrangiamenti di Matias Wilson, disegno luci di Stefano Colonna e scenografie e costumi a cura della compagnia, attraverso le storie delle due protagoniste indaga sulle complicate relazioni al femminile, in cui prevalgono la solidarietà e la sorellanza, ma non mancano rivalità e invidie, come atti di inutile crudeltà. Qui il tema centrale è l’amicizia, tra complicità e rispetto, in quel dialogo ininterrotto che prosegue attraverso gli anni, le separazioni, i cambiamenti e le distanze, così che rincontrandosi la conversazione riprende dallo stesso punto, perché ci si conosce (e riconosce) in profondità, in una dimensione in cui le affinità e le complementarietà sono note a entrambe, e semmai la narrazione riguarda gli accadimenti, gli amori, tra fidanzamenti, matrimoni e separazioni, le nascite e le perdite.

In una sorta di rito di purificazione, che coincide con i semplici gesti quotidiani con cui ci si prende cura di sé, del proprio aspetto, prima di presentarsi agli occhi e al giudizio del mondo, le due donne narrano momenti significativi delle proprie esistenze, frammenti del passato, ma anche circostanze e stati d’animo del presente, provando a immaginare l’avvenire. “Raccontami di domani” descrive una situazione concreta, in cui con naturalezza due amiche, con piena fiducia l’una nell’altra, si spogliano delle corazze e delle maschere che tutti consapevolmente o meno indossiamo per mostrarci in società, sul luogo di lavoro ma anche in famiglia, consapevoli del ruolo e della responsabilità, dei compiti inderogabili che ci attendono e delle aspettative che altri nutrono su di noi. La pièce propone un percorso interiore, quasi con la funzione di una catarsi, in cui le protagoniste, ignare di ogni altra presenza, possono finalmente, sia pure per una breve parentesi, essere se stesse, senza timore, certe dell’affetto e dell’accettazione reciproca, con tutti i difetti, le debolezze, pronte a condividere tristezza e felicità.

“Raccontami di domani” rappresenta un itinerario alla scoperta delle molteplici sfaccettature della femminilità, colte di sorpresa, come un dialogo privato «spiato» attraverso il buco della serratura: le due donne «conversano, si sistemano, si preparano. Scoprono i cambi dei loro corpi, si confessano, si lavano il corpo e l’anima» – si legge nella presentazione -. «In questo bagno gli oggetti più umili ci interpellano, diventano compagni di scena. Il volto dell’amica ci guarda attraverso lo specchio affinché il reale, rannicchiato ed invisibile ci si riveli come quelle verità che si possono confidare solo in segreto». Una pièce che diventa metafora della vita: «“Dov’è il bagno?” Chiediamo con timidezza. “In fondo” – “E la verità?” A volte appare in fondo, quando due donne si chiudono in bagno».

Come sottolinea Daniela Yaccar: «Attraverso il percorso delle vite di due amiche, Brie crea una poesia scenica sull’essere donna ed il trascorrere del tempo. La proposta è al passo con l’epoca attuale. L’universo femminile occupa il centro della scena. L’Io stabilisce un ponte con il Noi; ciò che è pubblico in connessione con ciò che è privato: è anche un tratto distintivo di questo regista.

Un viaggio nelle vite comuni che genera identificazione ed emozioni intense. Niente è fuori dall’ordinario. O tutto lo è, perché, come assicura una delle due donne, la quotidianità è sacra. Accade qualcosa di speciale con gli oggetti negli spettacoli di Brie, che iniziò la sua vita artistica nella poesia e sembra non separarla mai dal teatro. Il testo di per sé è poetico. Possiede bellezza, musicalità e ritmo. (…) si crea una poesia scenica sull’essere donna, il ciclo della vita ed il passare del tempo, che commuove il pubblico».

Info e prenotazioni sul sito cedacsardegna.it.

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