Viaggio nella memoria con “Il passo falso” (Astoria Edizioni – 2022) di Marina Morpurgo: focus sul nuovo romanzo della giornalista, traduttrice e scrittrice, nell’incontro a cura di Marina Boetti in programma giovedì 6 ottobre alle 18:30 al Foyer del Teatro Massimo di Cagliari sotto le insegne di Legger_ezza 2022 / Promozione della Lettura – il progetto del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna in collaborazione con la Libreria Edumondo che punta i riflettori sui nuovi autori e sulla letteratura contemporanea, con una particolare attenzione a questioni cruciali del presente e uno sguardo al futuro. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.
“Il passo falso” affronta il tema della Shoah da una prospettiva insolita, attraverso un’indagine sulle radici familiari, a partire dalle involontarie rivelazioni di un uomo ormai anziano, che nei momenti di delirio dettati dalla demenza senile si lascia sfuggire inquietanti allusioni su orribili colpe e su un ipotetico tesoro nascosto: potrebbe trattarsi di allucinazioni o sogni, ma anche di ricordi che affiorano da quel passato misterioso di cui non ha mai voluto parlare. Le confuse confessioni di un pediatra in pensione suscitano comunque l’interesse e la curiosità dei parenti, soprattutto a causa del silenzio così a lungo mantenuto sulle sue origini, tanto da suscitare il dubbio che davvero ci sia qualcosa da scoprire, magari un qualche enigma sulla sua identità.
In effetti quel medico sembra essere arrivato dal nulla, i documenti non si trovano e infine la ricerca sembra concentrarsi su due giovani di bell’aspetto e dai tratti rispondenti all’ideale estetico “ariano”, le cui tracce si perdono nella storia, durante la seconda guerra mondiale: sotto il nome di Emilio Rastelli, assunto alla fine del conflitto grazie al caos e alla distruzione di molti registri e archivi governativi, ha potuto rifarsi una vita forse Giuseppe, un ebreo, figlio di un’inglese e di un italiano, o forse Antonio, un miliziano macchiatosi di diversi crimini. In uno strano incrocio di destini, in circostanze particolarmente drammatiche, due estranei che avrebbero potuto diventare amici o colleghi, o anche semplicemente vicini di casa, oppure non incontrarsi mai, in tempo di pace, si ritrovano su fronti opposti: se è fondamentale la responsabilità individuale, anche il caso, sembra suggerire Marina Morpurgo, o se si vuole la cultura, il temperamento, le attitudini insieme con l’ambiente e l’epoca in cui si nasce, giocano un ruolo nel decidere le sorti di vittime e carnefici.
Ne “Il passo falso”, con uno stile garbato, in tono ironico e leggero l’autrice traccia il ritratto dei vari personaggi, a cominciare da quel pediatra in pensione, «dal carattere difficile e chiuso», un uomo per nulla tollerante verso le altrui debolezze e apparentemente pieno di pregiudizi, i cui difetti sono ulteriormente peggiorati con l’età, su cui sembrano però addensarsi ombre ben più cupe. Intorno a lui si muovono le infermiere e la caposala, oltre alla moglie e alla badante, sempre più preoccupate per l’evidente decadimento delle sue facoltà, la progressiva perdita di lucidità e alcuni comportamenti stravaganti, vere e proprie fughe da casa che lo portano fino alle sponde di un lago.
Il romanzo si muove su piani narrativi paralleli, dalle vicende del vecchio burbero e insopportabile, ma anche brillante e amaro, perfino feroce a tratti, nei momenti “buoni”, alle soglie del terzo millennio, a quel che accade a un giovane e promettente bancario che agli inizi del Novecento incontra la sua anima gemella e scopre una realtà a lui ignota, alla figura per nulla accattivante di un ambizioso industriale nell’Italia degli Anni Quaranta, deciso ad affermarsi ad ogni costo, con quell’arroganza e quella presunzione che spesso si accompagnano alla vigliaccheria. Una narrazione avvincente e coinvolgente, che conduce il lettore alla ricerca della verità: non solo quella relativa all’identità del pediatra, ormai fuori da ogni giurisdizione terrena o quasi ma costretto a fare i conti con la sua coscienza e con i dolorosi ricordi del passato, ma anche quella sul Belpaese e sui tanti troppi misteri di stato e i nodi irrisolti della storia.
Marina Morpurgo dopo essersi occupata per anni di giornalismo, in particolare per L’Unità e Diario, si è tuffata appieno nell’editoria. È traduttrice e autrice di scolastica per Pearson. Ha scritto la serie della strega Sofonisba per Feltrinelli Kids e, con Gherardo Colombo, “Le regole spiegate ai bambini” (sempre Feltrinelli). Per Astoria ha pubblicato la raccolta di racconti “Sono pazza di te (ma fino a un certo punto)”, i romanzi “La scrittrice criminale” e “Risorse disumane” e il memoir “È solo un cane (dicono)”, che, visto il grande successo di pubblico e di critica, nel 2020 ha avuto un seguito, “È solo un cane (dicono) – La storia continua”.