Il fascino dei miti e delle leggende popolari dell’Isola, tra le “Fiabe Italiane” e i racconti fantastici di Italo Calvino e le cronache del presente con una vicenda surreale e quasi “kafkiana” del tempo della pandemia per la XV edizione del Festival “Percorsi Teatrali” organizzato dal Teatro del Segno a Santu Lussurgiu (OR) dal 28 luglio fino al 6 agosto, con la direzione artistica di Stefano Ledda e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Santu Lussurgiu e della Regione Sardegna.
Viaggio nel regno della fantasia con le letture “animate” di “Una Favola al Giorno” in programma oggi, venerdì 4 agosto, alle 10:30 al Parco della Biblioteca per un omaggio a Italo Calvino, nel centenario della nascita, con la rassegna dedicata a bambini e famiglie (in collaborazione con la Biblioteca Comunale).
S’intitola “Janas, Cogas, Mommotti e altri esseri fantastici della Sardegna” il libro scritto da Teresa Porcella e illustrato da Ignazio Fulghesu (Telos Edizioni 2022) che racconta sette incontri con altrettante creature dell’immaginario popolare dell’Isola, in cui è possibile imbattersi all’improvviso non soltanto in giro tra campagne e foreste ma perfino in biblioteca o nella cameretta di un bambino, dentro le mura di casa. Nel libro queste figure soprannaturali si inseriscono nella normalità dei riti del quotidiano, evocate e talvolta temute, con il loro alone di mistero, con tratti talvolta ambigui, come le fate che possono rivelarsi di volta in volta benigne o crudeli, accanto ai mostri che incutono spavento solo a nominarli e a Maria Farranca, la strega che si nasconde nei pozzi.
Un’occasione per (ri)scoprire i miti e le leggende anche attraverso le letture di Teresa Porcella e Stefano Ledda, al suono dalle percussioni di Arturo Cherchi, per immergersi nelle atmosfere dei racconti: “Janas, Cogas, Mommotti e altri esseri fantastici della Sardegna” rappresenta anche un invito rivolto ai giovani lettori, affinché continuino a viaggiare con la fantasia per incontrare i personaggi emblematici di una tradizione plurisecolare, legata alla cultura dell’oralità del mondo agropastorale, per vivere insieme a loro inedite e spettacolari avventure, come in un film.
Focus sulle conseguenze (im)prevedibili della recente pandemia con “Centodiciotto”, uno spettacolo di e con Alessandro Congeddu, con la colonna sonora eseguita dal vivo da Mauro Usai (sax ed effetti) e Fabio Coronas (percussioni ed effetti) – in cartellone stasera alle 21:30 tra i Contrafforti di via dei Frati Minori a Santu Lussurgiu dove inaugura la nuova sezione del Festival “Dal Balcone al Palcoscenico”, con la rielaborazione e la rappresentazione in forma compiuta di una pièce nata per il Teatro da Balcone.
«Siamo certi che la libertà personale, che siamo abituati a dare per scontata, sia un bene inalienabile o piuttosto non sia diventata una concessione, una moneta di scambio?» è l’interrogativo cruciale intorno a cui l’autore ha costruito la sua storia, prendendo spunto dalle restrizioni e delle regole imposte durante l’emergenza sanitaria, a partire dall’obbligatorietà dei vaccini. La questione della libertà individuale è il tema centrale della pièce scritta e interpretata da Alessandro Congeddu, che offre una testimonianza dolorosa e amara sugli effetti collaterali della pandemia e sui sottili ma inequivocabili mutamenti avvenuti in seno alla società, quei limiti dell’autonomia individuale giustificati da una situazione particolare ma ormai accettati nel più totale silenzio.
Se tra le capacità che hanno consentito alla specie umana di sopravvivere attraverso i secoli l’adattamento gioca un ruolo fondamentale, pure questa rapidità nel conformarsi a nuovi modelli e stili di vita non può avvenire senza una presa di coscienza e uno sguardo critico verso le probabili cause e le possibili finalità di una mutazione radicale che investe la comunità. La pandemia ha consentito delle deroghe rispetto a quanto stabilito dalla stessa costituzione, la sospensione delle manifestazioni e degli eventi culturali ma anche delle lezioni e l’isolamento del lockdown trovano una spiegazione nel tentativo lecito anzi doveroso di arginare i contagi, così come i divieti relativi agli spostamenti e ai contatti, la definizione di distanze di sicurezza e i protocolli di igienizzazione. Tuttavia, al termine dell’emergenza sussistono ancora sanzioni e proibizioni che si configurano come e vere forme di discriminazione nei confronti di coloro che per motivazioni personali e spesso per indicazioni sanitarie non hanno potuto o voluto regolare agli obblighi vaccinali, per esempio, peraltro come è noto stabiliti in deroga alle norme vigenti oltre che alle normali procedure di sperimentazione e approvazione, ed eventuale successiva diffusione e somministrazione dei farmaci.
In “Centodiciotto” emergono i paradossi e le incongruenze di un sistema pensato per garantire la salute dei cittadini e divenuto un meccanismo perverso, vessatorio e spietato, con carattere “punitivo” verso i ribelli, classificati in termini dispregiativi (nonché errati) “noVax” quando la stessa evidenza scientifica l’efficacia dubbia e comunque transitoria dei vaccini. Uno spettacolo coinvolgente e attuale che mette in luce il lato oscuro e inquietante della svolta autoritaria e antidemocratica avvenuta (e giustificata) con la pandemia.
































