Ci sono usanze, tradizioni, luoghi che definiscono l’identità di una nazione, di una regione, anche di un paese. Ma l’identità è un concetto dinamico: l’evolversi della storia plasma quelle caratteristiche, quella consapevolezza collettiva che unisce una comunità. Le esperienze e la percezione che il gruppo ha di sé si evolvono nel tempo, sono Sinnos & Mudas – segni e cambiamenti -, motivo ispiratore della rassegna dedicata alle tradizioni ormai prossima al via a Sorgono, per la terza edizione.
Conferenze, visite guidate, laboratori e musica tradizionale sarda, con la direzione artistica di Cuncordu Sorgonesu. Nel Comune del Mandrolisai si rinnova la volontà di ritrovarsi, per continuare a stupirsi, e a stupire, grazie al proprio patrimonio identitario. Tre giorni pieni, da sabato 6 a lunedì 8 dicembre, tanti appuntamenti dedicati a una cultura che profuma di Sardegna, quella più autentica, forte nella consapevolezza della comunità più anziana, ma insita anche tra i giovani che vanno gradualmente a scoprirla, e che un domani avranno il compito di tramandarla.
Ed è proprio tra i ragazzi, nelle scuole medie di Sorgono, che si aprirà Sinnos & Mudas 2025, con un laboratorio dedicato al patrimonio archeologico del Mandrolisai, a cura delle professioniste Carmen Delogu e Viviana Cau. Gli approfondimenti pratici proseguiranno poi nel pomeriggio a Casa Cubeddu, con focus sulla costruzione delle maschere locali, gli Arestes – con pelli di capra, pecora e bue fin sotto le ginocchia e sulle spalle sa carriga -, proposta dall’associazione culturale Mandra Olisai, e sulle danze internazionali e l’animazione, a cura di Gianni Mereu. E ancora, il giorno dopo, nella sede Cuncordu Sorgonesu, si studierà l’organetto diatonico con Costantino Lai, mentre lunedì nel Museo del Legno si tornerà ad analizzare il ballo, stavolta più specificamente locale, con la regia del Gruppo Folk Sorgono.
La valorizzazione del patrimonio archeologico è uno degli obiettivi precipui della rassegna sorgonese. In vetrina il sito di Biru ‘e Concas – sentiero delle teste -, il più straordinario raggruppamento di menhir del Mediterraneo. La Stonehenge sarda, ubicata a pochi chilometri dal paese al centro dell’Isola, conta circa duecento pietre sacre, scolpite e levigate fino a ottenere una forma ogivale, per emanare sacralità e generare suggestione. E proprio all’archeologia e alla storia del Mandrolisai è dedicata la conferenza in programma domenica 7 dicembre al Teatro Murgia, tra “Memoria, ricerca e futuro”.
Dall’archeologia all’enogastronomia, con la degustazione dei vini delle cantine di Sorgono ad accompagnare la kermesse, fino all’antropologia, con lo spettacolo “Riti antichi e antichi culti”, della Compagnia teatrale di Sorgono S’Iscumissa, ma anche con i concerti legati alla tradizione sarda. Già sabato pomeriggio con i canti a tenore itineranti per le vie del paese: “Cumbidos a cuncordu” sarà interpretato da Tenore Sant’Efisio di Bono, Tenore Mamujadinu e Cuncordu Sorgonesu.
Performance musicali previste anche nella serata finale di lunedì: in apertura Tarantargia, con Costantino Lai, Gianluca Carta e Michele Deiana; poi spazio alla Cantata Di Natale, con musiche originali e arrangiamenti di Elena Ledda, Mauro Palmas e Marcello Vitale, su testi originali di Maria Gabriela Ledda.
Al Teatro Murgia andrà in scena la voce più autorevole della musica popolare contemporanea: Elena Ledda. L’artista sarda ama indagare nuove possibilità di incontro tra musica tradizionale e altre espressioni sonore, aprendo alle influenze della canzone d’autore e mediterranea senza mai perdere di vista la propria identità. Con lei sul palco Simonetta Soro (voce), Mauro Palmas (Liuto Cantabile), Silvano Lobina (Basso), Marcello Peghin (Chitarra), accompagnati da Cuncordu e Tenore de Orosei, nonché dagli ospiti campani Fiorenza Calogero (voce) e Marcello Vitale (Chitarra battente).

































