Il fascino dei grandi capolavori della letteratura e della filosofia, come di tutte le discipline che compongono l’immenso patrimonio delle arti e delle scienze, tramandati attraverso i secoli in volumi rilegati – oggetti preziosi, custodi di parole e pensieri – riaffiora tra le righe de “L’inventore di libri. Aldo Manuzio, Venezia e il suo tempo” (Laterza) di Alessandro Marzo Magno: un saggio avvincente intorno alla figura del grande editore, al centro dell’incontro con il giornalista, già responsabile degli esteri di “Diario”, direttore di “Ligabue Magazine” e collaboratore con le pagine culturali del “Gazzettino” in una conversazione con la giornalista Gabriella Saba stasera, venerdì 2 settembre, alle 18:30 nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari in un nuovo appuntamento a cura del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna in collaborazione con la Libreria Edumondo sotto le insegne di Legger_ezza 2022 / Promozione della Lettura.
Tra i pionieri dell’editoria moderna, Aldo Manuzio, nato tra il 1449 e il 1452 a Bassiano nel Lazio, allievo di Gasparino da Verona e Domizio Calderini a Roma e di Battista Guarino a Ferrara, conoscitore del latino e del greco antico, amico e compagno di studi Giovanni Pico della Mirandola, fu precettore di Alberto III Pio e Lionello Pio, principi di Carpi, prima di trasferirsi a Venezia, dove avrebbe dato vita alla sua tipografia.
Nella Serenissima, all’epoca del suo massimo fulgore, dove la Biblioteca Marciana ospitava manoscritti e codici greci, l’impresa culturale di Manuzio poté fiorire anche grazie ai rapporti dell’intellettuale e editore con letterati e artisti e con gli studiosi greci rifugiatisi nella città lagunare dopo la caduta dell’Impero Romano d’Oriente: in particolare con Marco Musuro (Markos Mousouros), Aristobulo Apostolio e Giano Lascaris. Nel 1502 vide la luce l’Accademia Aldina, dedicata agli studi ellenistici che poté vantare tra i suoi membri insigni studiosi, come Erasmo da Rotterdam, Pietro Bembo e Thomas Linacre.
La tipografia, attiva dal 1494 nella contrada di Sant’Agostino, diede nuovo impulso alla conoscenza dei classici e i suoi volumi, le famose “edizioni aldine” che riproducevano le opere più importanti dell’antichità, preservandole dall’oblio, si diffusero in Europa: l’attenta cura filologica ne fa tuttora inestimabili punti di riferimento per appassionati e studiosi. Tra il 1495 e il 1498 pubblicò l’opera omnia di Aristotele in 5 volumi; nel 1499 fu la volta della “Hypnerotomachia Poliphili”, con un sontuoso apparato di xilografie e nel 1501 dette l’avvio a una collana di libri (in formato ridotto, noto come in ottavo piccolo), in cui per la prima volta venne utilizzato lo stile corsivo, con i caratteri realizzati dal bolognese Francesco Griffo (o Griffi) ispirati alla grafia dei manoscritti: l’edizione aldina delle “Bucoliche” di Virgilio è il primo libro della storia dell’editoria stampato interamente in corsivo.
Il nuovo formato in ottavo – che Manuzio chiamava enchiridion forma, dall’ “Encheiridion” (ἐγχειρίδιον, che sta in una mano) o “Manuale” di Epitteto, uno dei primi libri pubblicati, presentava il vantaggio di una grande maneggevolezza, rispetto ai precedenti formati (in folio e in quarto).
Tra le opere moderne pubblicate da Manuzio (scomparso a Venezia nel 1515), gli “Adagia” di Erasmo da Rotterdam, inserite in un corpus che comprende circa 130 edizioni in greco, in latino e in volgare, tra cui opere di autori contemporanei come, appunto, Erasmo, Angelo Poliziano e Pietro Bembo, ma soprattutto di grandi classici, da Omero a Virgilio, con le editiones principes di Teocrito, Aristotele, Aristofane, Sofocle, Euripide, Quinto Smirneo, Lisia, Pindaro, Licofrone, Platone.
Ne “L’inventore di libri”, Alessandro Marzo Magno ricostruisce le tappe di una straordinaria carriera, che ha lasciato un’impronta fortissima e influenzato profondamente tutta la storia dell’editoria sullo sfondo di una delle più vivaci città italiane tra Umanesimo e Rinascimento: Venezia.
Alessandro Marzo Magno, veneziano di nascita e milanese per lavoro, si è laureato in Storia all’Università di Venezia Ca’ Foscari. Giornalista, dopo essere stato per quasi dieci anni responsabile degli esteri del settimanale “Diario”, dirige il semestrale “Ligabue Magazine” e collabora con le pagine culturali del “Gazzettino”. Ha pubblicato libri di argomento storico, tra i quali “L’alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo” (Garzanti 2012, più volte ristampato e tradotto in inglese, spagnolo, giapponese, coreano e cinese). Per Laterza è autore di “La splendida. Venezia 1499-1509″ (2019) e “L’inventore di libri. Aldo Manuzio, Venezia e il suo tempo” (2020, tradotto in giapponese, portoghese e spagnolo).
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.
































