È in libreria e negli store digitali “Rinnegato – Vita e canzonette di Edoardo Bennato”, la più recente e aggiornata biografia dedicata al musicista napoletano, scritta dal giornalista e critico musicale Francesco Donadio per la collana Chinaski di Il Castello.
Il libro ricostruisce, con un lavoro descritto come quasi filologico, l’intero percorso artistico e umano di Bennato: dagli anni dell’infanzia a Bagnoli ai primi passi nella musica, fino al successo di massa, passando attraverso cadute e risalite. Sullo sfondo, l’Italia in continuo cambiamento, con riferimenti alla politica, all’evoluzione dell’industria discografica e a molti episodi di vita privata.
Donadio dedica grande attenzione alle figure dei fratelli Giorgio ed Eugenio Bennato, ritenuti essenziali per la formazione del cantautore e per la costruzione del suo personaggio. Nel libro viene analizzata la sua crescita musicale, dalle influenze del folk dylaniano al rock’n’roll americano, fino alla definizione di un’identità unica nel panorama italiano.
Il confronto con i colleghi, in particolare con Lucio Battisti, è presentato come un passaggio fondamentale della sua carriera. Emergono anche aneddoti inediti, come un Fabrizio De André che in Sardegna si prende cura di Bennato preparandogli il tè con il miele, o l’episodio dell’arresto del cantautore per aver insultato pubblicamente un questore. Nel libro si ricordano anche i cazzotti presi durante i concerti degli anni Settanta e il celebre processo sul palco di Autonomia Operaia contro Francesco De Gregori.
La narrazione segue cronologicamente la carriera, partendo dai piccoli concerti nella Napoli degli anni Cinquanta fino al trionfo del 1980 a San Siro, davanti a 80mila persone. L’autore si sofferma sull’intera discografia, analizzando anche raccolte e versioni dal vivo, confrontando arrangiamenti e cambi di musicisti.
Donadio osserva come, con brani come “Viva la mamma” e “Un’estate italiana”, Bennato abbia ottenuto popolarità e guadagni ma, agli inizi degli anni Novanta, il suo status di rocker e cantautore si sia appannato: “Come se album monumentali quali I buoni e i cattivi o Io che non sono l’imperatore fossero spariti”. La critica, secondo l’autore, non gli perdonò quelle che definisce “deviazioni”, escludendolo di fatto dal pantheon dei cantautori considerati immortali negli anni Settanta.
Un capitolo importante è dedicato ai rapporti tra Bennato e la politica. Si parte dalla vicinanza alla sinistra extraparlamentare negli anni Settanta, per arrivare al progressivo distacco da posizioni ideologiche nette. Nel libro si citano episodi come l’uso provocatorio del kazoo per intonare prima “Faccetta nera” e poi “L’Internazionale”, i rapporti con Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle, fino alla partecipazione ad Atreju, la festa dei giovani di Alleanza Nazionale.