“La fine dei social. E dopo che succede?” di Mario Moroni è un saggio presentato in una veste grafica accattivante: nel testo, infatti, possiamo trovare inserti ironici e dai font eclettici, e immagini di grande impatto visivo; tutto è ben curato in quest’opera che vuole stimolare il pensiero critico, che vuole portare a riflettere sul mondo dei social media, ormai in fase di decadenza.
Dalla prefazione al saggio del divulgatore digitale Raffaele Gaito: «In un mondo di venditori di sogni che fanno delle false promesse la loro arma vincente, c’è valore nel dire le cose come stanno, anche quando ne devi raccontare i lati meno “sbrilluccicosi”. Mario ci riuscì alla grande, qualche anno fa, con il suo libro “Startup di merda”. Non ti scandalizzare, il libro si chiama veramente così […] Mario torna alla carica per avvisarci che c’è un altro canto delle sirene a cui dobbiamo fare attenzione. Un canto che, proprio come nell’Odissea, rischia di ammaliarci, distrarci e farci perdere l’autocontrollo… se non l’abbiamo già perso. E se hai comprato questo libro e stai leggendo questa prefazione sai già a cosa mi riferisco: i social. Ti avviso, le pagine che seguono sono uno schiaffo in faccia. Una doccia fredda. Un bagno di realtà. Mario cerca di stimolare qualcosa in noi che ci faccia riprendere in mano l’autocontrollo. Quell’autocontrollo che fu fondamentale a Ulisse proprio per distrarsi dal canto delle sirene e tornare alla realtà».
Raffaele Gaito centra il punto: anche in questa occasione l’autore ci dice le cose come stanno, senza indorare la pillola e mostrandoci la dura realtà del mondo social odierno; è giusto denunciare ciò che non funziona più, senza essere apocalittici ma onesti e lucidi.
Ora, ciò che conta è in che modo reagire a questo inevitabile declino, e a ciò che si sta affacciando sempre più prepotentemente all’orizzonte: l’intelligenza artificiale, in primis, ma anche l’isolamento degli individui, il divario tra i super ricchi e gli altri, e il dramma del riscaldamento globale.
L’autore, quindi, attraverso le pagine di questo interessante saggio, cerca di farci orientare in questo contesto confusionario in cui abbiamo perso i punti di riferimento, e di farci acquisire consapevolezza dei nostri meriti e demeriti – «C’è un countdown e ci sono i tamburi dei troll. La fine del social media e l’inizio dell’era delle intelligenze artificiali che mettono a rischio il nostro mondo è solo il momento che ci obbliga a prenderci le nostre responsabilità per essere umani, e quindi – visto che siamo tutti un po’ tossici – scegliere di farci di qualcos’altro».
































