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Io Racconto: “La casa con le persiane verdi – 1ª parte” di Aurora Redville

di Aurora Redville
11 Settembre 2020
in Libri
🕓 13 MINUTI DI LETTURA
58 3
Foto MichaelGaida | Pixabay

Foto MichaelGaida | Pixabay

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Bentrovati amici lettori,

per il nostro appuntamento di #ioraccontoaSH vi propongo un racconto che mi è stato ispirato da un’amica blogger; aveva appena finito di leggere un romanzo che parlava di strane “presenze” e ha rievocato dei ricordi che si erano un po’ persi nella memoria.

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Vi è mai capitato di trovarvi in situazioni misteriose? Strani profumi nell’aria, rumori provenienti dal piano di sopra disabitato, voci che si perdono nel vento… se vi è successo allora siete pronti per leggere questa storia, altrimenti lasciate perdere o la prossima volta che passerete davanti ad una casa disabitata potreste accelerare il passo.

Adesso che avete capito di cosa si tratta vi consiglio un brano per la lettura –Suspirium di Thom Yorke, vi do appuntamento a venerdì prossimo con la seconda parte della storia.

Buona lettura
Aurora Redville

La casa con le persiane verdi
1ª parte

di Aurora Redville

La prima volta che sono passata davanti a questa casa ho avuto una strana sensazione, probabilmente perché aveva un aspetto un po’ trascurato, il giardino sembrava una foresta ed era così fitto che quasi non si vedeva la facciata.

Ma oggi mi sento diversa, sono così curiosa che apro il cancellino di legno nell’ingresso ed entro, sembra abbandonata ma spicca il cartello “For Sale” attaccato al muretto.

Mi faccio largo tra la vegetazione e le vedo: risaltano le persiane scrostate, certo hanno bisogno di una rinfrescata, ma sono in legno e si intravede il colore del passato: un bel verde pastello.

La casa è davvero particolare con i classici mattoni a vista; il colore sfuma dal rosso al marrone qualche influsso liberty sulle vetrate della porta d’ingresso e poi stucchi floreali a decorare tutta la facciata suddividendo i due piani.

Giro intorno alla proprietà, sembra antica ma nel tempo devono aver fatto diverse modifiche soprattutto sul retro dove c’è una bella veranda in vetro e acciaio. Io e mio cugino da un paio di mesi abbiamo iniziato a cercare casa, vogliamo acquistarne una che rispecchi certe caratteristiche che ci possano permettere di vivere insieme ma stare anche indipendenti.

Questa è perfetta a metà strada tra i nostri lavori, una zona molto tranquilla lontano dal centro caotico di Londra, vicino a un parco, alla linea della metropolitana e vari negozi, inoltre ha due ingressi e due piani. Ci passo davanti quando vado a trovare la mia amica Kate, che abita a 200 metri da qui, motivo in più per comprarla.

Prendo la decisione su due piedi: segno il numero dell’agenzia e chiamo per fissare l’appuntamento per una visita, mi risponde una signora molto gentile, ci accordiamo per il sabato mattina, ho una bella sensazione e mi sento ottimista.

Chiamo Ale per dargli la notizia ma non sembra entusiasta come me: “sicuramente ci saranno da fare un sacco di lavori, le vecchie case sono molto costose, ma andare a vederla non ci costa niente”.

Per tre giorni attendo il sabato, l’appuntamento è alle 10, arriviamo dieci minuti prima perché non sto più nella pelle e così Ale può guardare l’esterno.

“C’è da sistemare tutto il giardino come minimo… vabbè vediamo l’interno sembra carina.”

Nel giardino c’è anche un magnifico Ippocastano proprio accanto all’ingresso, mi sembra di buon auspicio se è sopravvissuto all’incuria in questa casa c’è sicuramente un’aura positiva.

L’agente arriva quasi subito, le si stampa un grande sorriso sulla faccia e dice “che bella coppia! Se state pensando di mettere su famiglia è la casa ideale, ci sono cinque camere da letto.”

“Veramente siamo cugini…” ribatto io.

“Come dicevo la casa è molto grande, l’ideale per una ma anche due famiglie con qualche modifica grazie alla suddivisione e ai due ingressi indipendenti. Vi mostro subito il giardino.” Ci porta proprio sul retro dove c’è la veranda.

“Questa è stata aggiunta dagli ultimi proprietari, la signora era una grande appassionata di piante e aveva realizzato il suo giardino d’inverno. Era una concertista e proprio qui teneva il suo pianoforte, come potete vedere c’è una stufa per riscaldare l’ambiente durante la stagione fredda; al posto del parquet hanno messo delle piastrelle molto robuste adatte agli esterni.”

“È possibile vederla dall’interno?” domanda mio cugino.

“Certo. Volevo solo mostrarvi la struttura, adesso entriamo dalla porta principale e vi faccio vedere il pezzo forte.”

Facciamo il giro della casa e finalmente scostata la gigantesca edera intravedo un portoncino in legno nero, andrà sicuramente restaurato ma è bellissimo.

La signora gira la chiave un po’ a fatica: “è da un po’ che non viene aperto ma sono sicura che con un po’ di manutenzione…”

“Sì è molto bello!” dico con entusiasmo.

“Tu adori questo genere di cose” sogghigna Ale.

Entriamo in un ampio ingresso, ai lati della porta due vetrate colorate, il parquet a lisca di pesce come quelli di una volta, anzi di sicuro è l’originale. È molto polveroso ma sembra che si sia mantenuto bene.

“A sinistra c’è il soggiorno, seguitemi… ecco guardate che spettacolo!”

Un living le cui pareti sono rivestite con pietra a vista e un gigantesco camino che domina, al centro della stanza il parquet forma un disegno: la Rosa dei venti con tutti i punti cardinali.

“So per certo che il primo proprietario era un uomo di mare, ha viaggiato in lungo e in largo tutti gli oceani e ha disegnato lui stesso la casa, era un grande navigatore con l’estro per l’architettura.”

“Ma a che periodo risale?”

“La casa è molto antica, è stata edificata a partire dal 1864. Ha seguito i lavori lui stesso e ci sono voluti tre anni per ultimarla.”

“Caspita parecchio tempo.”

“Sì, ma bisogna tenere conto che sono stati fatti dei lavori particolari.”

“Ad esempio?”

“Sotto la cucina c’è una vera e propria cantina, è stata scavata a mano. Inoltre c’è un porta vivande che arriva al piano di sopra, un esempio dell’epoca…”

“Davvero interessante, a questo punto mi domando che prezzo possa avere un immobile di pregio.” Azzarda Ale.

“Molto meno di quanto potrebbe pensare.”

“Dov’è la fregatura?” ribatto io.

“Nessuna fregatura, la casa è disabitata da molti anni e necessita di alcuni interventi, inoltre il mercato attuale propone locazioni nuovissime con tutti i comfort e ammettiamolo non tutti vogliono dedicare il loro tempo a sistemare il giardino o fare mano d’opera annuale alle persiane in legno.”

“Sono curiosa di vedere la cucina.”

“Venga signorina resterà a bocca aperta.”

Spalanca la porta in legno a due ante e veniamo inondati dalla luce dell’enorme finestra proprio sopra il lavello, c’è tutto un piano in marmo, armadietti per la lunghezza di cinque metri, un tavolo di legno al centro della stanza con otto sedie in ferro battuto, una stufa/cucina e alcuni muretti contenitori. La signora ci fa notare le piastrelle alle pareti, sono originali dei luoghi visitati dal capitano alcune sono provenienti dai Caraibi, altre ancora dalle isole spagnole, e poi Cipro, Malta, Grecia. La porta finestra che si apre sul giardino è un capolavoro! Il legno è intarsiato con disegni ispirati all’ambiente marino, non avevo mai visto niente del genere.

Poi noto sul lato destro una porticina dall’aspetto pesante: “lì dove si va?”

“È la cantina di cui vi parlavo, durante i bombardamenti della Luftwaffe nella Seconda guerra mondiale veniva usata come rifugio antiaereo, a quanto pare facevano venire tutti i vicini di casa quando capitava durante la notte. Vi mostro una cosa.”

Accende una luce di lato alla porta e scendiamo un corridoio stretto con delle scale scavate nella pietra, conto gli scalini: 44 sono circa due piani di scale, non c’è dubbio che sia sottoterra.

Alla fine della scala un’altra porta di ferro con delle sbarre, sembra strano vederla qui. La signora apre con la chiave giusta e ci fa entrare nella cantina, il pavimento è in buono stato, ci sono botti e numerose bottiglie polverose, c’è una grande teca di vetro con all’interno delle maschere antigas dell’epoca, una lampada a olio e altre scatolette di latta.

“Come mai sono rimaste queste cose?”

“I proprietari volevano che restasse tutto intatto come un museo del tempo, mi sembra una bella idea in effetti. Ci sono le botti originali del Capitano dove conservava il suo vino, anche se sono inutilizzabili sono antiche, e anche le scatole che servivano per il contrabbando delle sigarette e per conservare i viveri”

“In quanti venivano qui giù durante i bombardamenti?”

“Abbiamo trovato documenti dell’epoca in cui si dice che stavano qui sotto trenta persone anche per tre giorni.”

Mi sento strana, un senso d’inquietudine, se penso al passato di questa casa… ne ha viste tante, ha davvero un valore storico. Anche Ale sembra sotto sopra, poi sentiamo uno strano rumore dietro le botti, la signora impallidisce e sorride nervosamente.

“Sarà certamente un topo!”

“Credo che dovremo mettere le trappole per topi.” conferma Ale, ma la signora sembra un po’ inquieta infatti taglia corto: “Adesso torniamo al piano di sopra c’è da vedere molto ancora.”

Quando richiude la porta della cantina alle nostre spalle mi sento più tranquilla, come se adesso possa apprezzare il valore di quello che ho visto. Anche se sembrava fosse qualcosa di diverso.

Accanto alla cucina c’è una grande lavanderia, lavatrice e asciugatrice non molto moderne, un bel lavatoio di pietra e un armadio a parete. Sembra che avessero pensato a tutto.

“Vi faccio vedere la camera più bella.”

Ci mostra una grande camera con finestre su tutti i lati e l’uscita sulla veranda.

“Questo era lo studio del Capitano, i vecchi proprietari avevano conservato alcuni mobili dell’epoca tra cui questa scrivania e la poltrona, anche se loro qui avevano ricavato la sala da pranzo per le grandi occasioni gli piaceva pensare che lui fosse ancora qui, forse è per questo che hanno lasciato tutto nella stessa posizione.”

“Che cosa carina!”

“Sì effettivamente…”

Salendo al piano di sopra ci mostra anche il porta vivande a parete, funziona ancora!

“Ed eccovi uno dei primi esempi di scala a chiocciola elicoidale, è tutta in legno e per l’epoca era stato un progetto molto importante.”

È davvero incredibile, mi chiedo quanto ci sparerà, probabilmente 800mila pound.

Alla fine della scala c’è una specie di cupola di vetro, piccola ma molto significativa, rende l’ambiente davvero particolare.

Quando entriamo nella prima stanza veniamo spaventati da un corvo nero che sbatte sull’anta della finestra e poi esce dal vetro rotto.

“Ecco questo è da sistemare!” esclama agitata.

Vediamo quattro delle cinque camere e i tre bagni che sono stati ristrutturati probabilmente negli anni ’50, certo che un paio andranno comunque sistemati, io vorrei anche la doccia.

“E adesso l’ultima camera quella padronale con bagno annesso.”

Resto senza parole: la camera che tutte le ragazze vorrebbero avere!

“Come potete vedere è rimasto il vecchio camino, una volta venivano usati per riscaldare gli ambienti, ma i vecchi proprietari avevano voluto chiudere tutti quelli delle altre camere tranne questo.”

Io e Ale siamo davvero dispiaciuti, non potremo mai permetterci la casa, insomma abbiamo un po’ di soldi da parte ma pensavamo di chiedere un mutuo per vent’anni, con questa diventerebbero almeno 80, se avrò dei figli potrei lasciarlo finire di pagare a loro.

Torniamo all’ingresso e ci interroga: “vi è piaciuta? Sono curiosa, è da molto tempo che non portavo qualcuno.”

“Dire che è bellissima non rende l’idea, noi la ringraziamo ma non credo che potremo mai permettercela, giusto Stella?”

“È brutto da ammettere ma credo che tu abbia ragione.”

“Come siete negativi ragazzi! Perché non provate a fare un’offerta?” poi abbassando la voce come per non farsi sentire da qualcuno suggerisce “questa casa è invenduta da molti anni e gli eredi vogliono sbarazzarsene, se fossi in voi penserei alla cifra che avevate immaginato e aggiungerei qualcosina… così giusto per non restare troppo bassi.”

Io sgrano gli occhi: “davvero? Beh noi avevamo pensato di dare un anticipo e chiedere il mutuo al massimo di altri 250 mila.”

“Vi suggerisco di arrivare a 300 mila più l’anticipo e la casa è vostra!”

“Ma è sicura?”

“Ve lo garantisco. Se volete possiamo fare una proposta oggi stesso, compilo i documenti e…”

“Io preferirei pensarci su un paio di giorni se non le dispiace, dovremo fare anche dei lavori di ristrutturazione pensiamoci bene.” conferma mio cugino.

“Certo, è vero potreste fare una proposta più bassa e poi giocare al rialzo. È davvero un’occasione, pensateci ok?”

“Grazie, la chiamerò lunedì.”

Ci salutiamo e noto una signora nel giardino accanto che sembra interessata a noi.

“Ale quella potrebbe essere la nostra vicina di casa che ne dici di farle qualche domanda?”

“Sai che è una buona idea?”

Ci avviciniamo sorridendo e lei ricambia.

“Buongiorno.”

“Buongiorno a voi, state pensando di trasferirvi qui?”

“Non lo sappiamo ancora, abbiamo visto la casa…”

“Oh è molto bella, purtroppo se non ci verrà nessuno ad abitare andrà in pezzi, ci vuole un po’ di manutenzione per queste vecchie case.”

“L’agente ci ha detto che è invenduta da molto tempo, mi chiedo come mai, lei può dirci qualcosa?”

La gentile signora che si presenta come Agatha ci guarda in un modo un po’ strano.

“Io vivo qui da molti anni, ho conosciuto i vecchi proprietari che l’avevano ereditata, erano i nipoti dei nipoti del Capitano, e raccontavano strane storie su questa proprietà, del resto queste mura ne hanno viste di cose…”

“A cosa si riferisce?”

“Non so di preciso, ma la signora Dallaway quando mi invitava per il tè diceva che sentiva degli strani rumori provenienti dalla cantina…”

“In effetti li abbiamo sentiti anche noi.”

“Stella è solo perché sai cosa è successo lì sotto, sicuramente ci saranno dei topi, io ho avuto una buona impressione e la casa è in buono stato, dobbiamo solo ragionarci su.”

Agatha sembra d’accordo con Ale ma io sento che c’è qualcosa che mi nasconde e quindi indago un po’.

“Quindi eravate molto amiche…”

“Sì, abbiamo vissuto una accanto all’altra per più di quarant’anni, e tutti i mercoledì ci incontravamo per il tè, era così bello parlare con lei. Era una grande pianista, oltre che un’amica, so molti segreti di Helen.”

“Lei crede che ci sia qualcosa di strano nella casa?”

“Non saprei, però una volta quando stavamo chiacchierando è caduto un quadro, e poi altre volte sentivamo chiudere le porte al piano di sopra…”

“Un quadro che cade, forse avrebbero dovuto cambiare il chiodo! Le vecchie case fanno sempre degli strani rumori sono fatte di legno, per quello ci sono le correnti d’aria. Bene Stella adesso dovremmo andare.”

“Agatha è stato un piacere, spero di rivederla presto.”

“Lo spero anche io, e buona fortuna per la decisione!”

Fine prima parte.

Aurora Redville
Tags: Aurora RedvilleIo RaccontoioraccontoaSHracconti
Aurora Redville

Aurora Redville

Scrittrice, bookinfluencer, blogger e autrice del romanzo “L'effetto Grant”. Nata e cresciuta in Sardegna, vive in Valsesia in una casa ai confini del bosco con il compagno, i due figli e il suo cane Ohm. Le sue più grandi passioni sono la scrittura, il mare, la pittura e il cinema. Tutto è possibile è il mantra che si ripete ogni giorno.

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