Immaginate una bambina che, arrivata l’ora di fare il bagno, si tuffa nella vasca portando con sé “Barbie e paperelle” e comincia a inventare storie mirabolanti, ispirandosi a tutto ciò che ha colpito la sua fantasia, comprese le televendite in TV. Per Valentina Incani, cagliaritana classe 1987, sono i primi segnali della passione “sfegatata, incontrollabile, quasi maniacale” per l’arte oratoria, declinata attraverso un percorso di vita e di lavoro in parte inatteso, ricco di esperienze diverse – dalla radio alla scrittura, fino al teatro – e in continua evoluzione.
È questa la sensazione da cui si viene travolti quando si parla con Valentina, ossia quella di trovarsi davanti a una creatura la cui energia vitale non può essere circoscritta in una forma definita: “Io sono Valentina-fa-cose-” scherza, ma se le chiedi da dove è partita, ti racconta con orgoglio della laurea in Giurisprudenza, “Volevo diventare avvocato per difendere le persone che non fossero in grado di farlo, poi una serie di problematiche legate anche alla salute mi hanno messo davanti a una scelta”.
Perché la “bambina che inventa storie” convive con la retinite pigmentosa, una patologia progressiva che gradualmente riduce il campo visivo, fino alla cecità: “Per questo motivo ho un progetto sulle cose da fare prima che si spenga tutto” racconta, “Poi, ho una passione per quelle ‘prime volte’ della vita che rimangono impresse per sempre”. Dopo l’università, si apre la strada della radio – il vero grande amore – fino all’approdo a Radio Sintony e Radiolina: “Ero convinta che avrei fatto la conduttrice radiofonica per sempre, avevo trovato la mia comfort-zone, invece tutto è cambiato ancora una volta”.
L’idea del romanzo prende corpo mentre attraversa il long Covid, nella trama confluisce tutto il suo mondo: “L’amore è cieco… ma il karma ci vede benissimo” (Butterfly Edizioni) esce nel 2024 e racconta di Vittoria, speaker di Radio Isolina e ipovedente, e delle sue disavventure quotidiane, tra fidanzati che si rivelano “casi umani”, barriere architettoniche, aperitivi con le amiche e “magici” presidi per la vista, come lo stiloso bastone rosa, fino all’incontro-scontro con il bel Tancredi Aliprando, nuovo inquilino del palazzo, bello, ma decisamente irritante.
Si tratta di un romanzo rosa, che si può inscrivere nel sottogenere chick-lit (“chick” sta per “chicken”, in gergo “pollastrella”), in cui le protagoniste si barcamenano con ironia tra carriera, storie d’amore e un gruppo di amiche e amici che rappresenta la cura per quasi ogni sventura. Se la mente corre a una certa Bridget Jones, siete sulla giusta strada, perché nell’immaginario di Valentina Incani, l’eroina creata da Helen Fielding occupa un posto d’onore, insieme all’avvocatessa Ally McBeal, protagonista dell’omonima serie.
“Nel romanzo doveva esserci leggerezza” afferma convinta, “Penso che questo approccio possa essere utile per le persone che come me hanno una disabilità legata alla vista: purtroppo viviamo in una società retrograda, in cui il disabile viene considerato debole, quasi come l’abitante di un mondo separato. Certo, poi conta anche il “come” si affronta la vita: io ho sempre ironizzato su qualunque tipo di difficoltà, anche quando ho scoperto la sclerosi multipla nel 2021. Lo devo a mia madre, che non mi ha mai tenuta in una campana di vetro, mi ha incoraggiata e mi ha permesso di fare una miriade di errori, che mi sono serviti per diventare la donna che sono oggi”.
Dalle pagine del libro, la storia di Vittoria arriva sul palcoscenico: “Tutto nasce per una folle, quanto geniale, idea di Elena Pau, direttrice artistica de La Fabbrica Illuminata e della rassegna teatrale Teatro da Camera” rivela con entusiasmo, “In verità, non credevo fosse così impegnativo, è un lavoro a tutto tondo, fatto di dettagli”.
La messa in scena trasporta il pubblico tra le pareti della “Boboetto House”, la casa di Vittoria; sul palco, Valentina condivide uno spaccato di vita genuino con brio e naturalezza, in un monologo reso dinamico dagli inserti di telefonate e chat varie, realizzati con le voci fuori campo di Giuliano Pornasio e Elena Pau, ma anche di alcuni degli affetti più cari dell’autrice. Le repliche del 4 e 5 aprile, previste nella sede de La Fabbrica Illuminata in via Falzarego 35 a Cagliari, sono sold out, ma chissà che non venga calendarizzata qualche nuova data.
“Forse il karma mi riserva ancora dei cambiamenti, ma uno dei goal del 2025 è questo spettacolo” racconta ancora Valentina, “Mi piace l’idea di suscitare un sorriso in chi lo vedrà, di poter fare qualcosa di utile per le persone che mi stanno dedicando del tempo”. Intanto, è già in cantiere il seguito del romanzo: “Non so cosa arriverà in futuro, ma accoglierò tutto in maniera positiva: io sono per lo Stay Positive Forever!”. Impossibile non farsi contagiare da questa energia, da questo invito a cogliere il bello della vita rivolto a tutte e tutti, nel segno dell’inclusività.
