“La donna morta” è la traduzione italiana, a cura di Monica Liberatore, dell’apprezzato romanzo dello scrittore, poeta e critico letterario spagnolo Manuel Rico; l’opera è stata portata nel nostro Paese dalla casa editrice Joker.
Questo affascinante romanzo colpisce immediatamente per la qualità e l’eleganza della sua scrittura e per il lirismo delle descrizioni paesaggistiche; l’opera è infatti ambientata in un territorio aspro ma ricco di suggestioni: «A nord di Madrid, ai piedi della Somosierra, si trova una realtà molto diversa dal mondo urbano. Dall’autostrada di Burgos partono verso est strade strette che sembrano cercare il centro di un territorio brusco e solitario: la sierra de la Tejera Negra, nel cuore della quale si ergono le aspre alture della Donna Morta. Sulle sue pendici crescono querce e frassini, e le sue cime, di pietra ocra e ardesia, digradano verso profonde vallate dove piccoli pioppeti, estesi prati dove i lecci e le querce competono con il cisto e la lavanda per l’umidità del suolo, placano l’oscurità della terra».
Nel cuore di questo territorio vi è Cerbal, un villaggio semidisabitato in cui il protagonista della storia, Gonzalo, decide di vivere per un periodo: pittore di arte informale molto famoso, egli versa da un anno in una profonda crisi creativa e sente che Madrid, con i suoi galleristi insistenti e con la sua incessante richiesta di nuove opere, non importa se ispirate o meno, basta che vendano, non fa più al caso suo. Ed effettivamente, quando arriva nel piccolo paese, Gonzalo si sente subito meglio: la lentezza del vivere e il rispetto della gente lo mettono a suo agio; con il trascorrere dei giorni ricomincia a dipingere ma c’è una novità, perché i suoi quadri si avvicinano a quel realismo che aveva caratterizzato la sua primissima produzione artistica.
I nuovi dipinti sono però impregnati di un realismo oscuro e angosciante, e sembrano tutti rimandare ad eventi accaduti non nel presente – siamo nel 1986 – ma al secondo dopoguerra. Inoltre, Gonzalo continua a pensare a un manoscritto cestinato dalla casa editrice in cui lavora la moglie Berta: una notte, preda dell’insonnia, ossessionato da quel libro che sembra parlare al suo passato, ha cominciato a disegnare senza sosta e da allora la sua produzione è diventata parte di un viaggio all’interno di sé stesso, alla ricerca delle sue radici. È un cammino delirante per alcuni, mentre per Gonzalo è estremamente reale: ma cosa succede davvero nella sua testa?
Manuel Rico presenta un romanzo fuori dagli schemi; un’opera visionaria e malinconica, in cui realtà e allucinazione si confondono e ci confondono.
