“Xavon. Il ragazzo non vaccinato. Esistenza stravolta” è l’opera d’esordio di Alan Paccagnella, un autore molto impegnato sul versante sociale, il quale ha deciso di scrivere un libro per proporre il suo punto di vista su argomenti che lui considera di interesse collettivo. Focalizzato sulla ricerca della verità, anche di quella più dura da digerire, ha donato al protagonista del suo romanzo, Xavon, una parte delle sue credenze e delle sue perplessità sul mondo odierno. In particolare, l’autore si è concentrato sulla pandemia di coronavirus e sulle conseguenze delle decisioni che sono state prese in merito.
Xavon – il cui nome è fortemente indicativo del tema dell’opera, se lo si legge al contrario – vive molto male l’imposizione della quarantena e soprattutto l’obbligo vaccinale: egli decide fermamente di non vaccinarsi, e inizia a diffondere i suoi tanti dubbi sulle scelte governative attraverso i suoi canali social. Le sue rimostranze, però, non ottengono i risultati sperati e i suoi profili personali vengono anche bloccati perché è accusato di diffondere fake news; per lui, invece, è proprio il governo a bombardare gli italiani con notizie false e fuorvianti, che possono essere molto pericolose in quanto coinvolgono la sfera psicofisica delle persone.
La sua diventa una battaglia in solitaria per smascherare coloro che stanno giocando sulla pelle altrui: i politici, i virologi e le case farmaceutiche; tale lotta, però, non fa che sfibrarlo psicologicamente, e ben presto egli si ritrova a soffrire di manie di persecuzione e di paranoia. È il prezzo da pagare quando si scende in un abisso del genere, quando non si crede più in nessuno e si vedono nemici ovunque; Xavon, nel suo delirio causato dall’impotenza, deve raggiungere il fondo del baratro prima di risalire e di ritrovare la sanità mentale. A questo punto il romanzo diventa una sorta di thriller distopico in cui il protagonista si improvviserà detective, ossessionato dalla ricerca delle prove di una verità che forse è solo nella sua testa. O forse no.
Questo romanzo non è adatto a tutti, e lo stesso autore ne è conscio e lo afferma nell’introduzione all’opera, è infatti un libro scomodo, che va ad aprire un vaso di pandora traboccante di criticità. Può essere facile accusare Alan Paccagnella di complottismo, il suo romanzo è sicuramente divisivo e non lascia molto spazio all’immaginazione perché l’autore, nelle invettive di Xavon, è diretto e non si pone alcuna censura.
Si consiglia questo libro a chi vuole impegnarsi in un esercizio di apertura mentale, a chi ama le voci fuori dal coro, a chi sa valutare oggettivamente un punto di vista anche se non coincide con il suo. Si può essere o meno d’accordo con l’autore, certo è che ha avuto un discreto coraggio nell’esporre pareri molto estremi, in diversi campi e non solo nel discorso relativo al virus. Merita quindi rispetto nonostante si possa legittimamente non condividere nulla delle sue esternazioni.
