Luce e buio, positivo e negativo, bello e brutto: opposizioni che si intrecciano profondamente in ogni aspetto della vita, compreso il true crime. Questo genere, che racconta fatti di cronaca nera in modo coinvolgente, ha conquistato anche la Sardegna. Qui, il creator ozierese Mattia Bertulu, conosciuto come MattBert, è uno dei principali esponenti. Nato nel 1988, Mattia da anni contribuisce a far conoscere un lato meno noto e più misterioso dell’isola, utilizzando i moderni canali di comunicazione come il suo canale YouTube e i profili sui social Facebook, Instagram e TikTok.
Se fuori da Internet svolge un lavoro più tradizionale, quando accende la telecamera Mattia Bertulu si trasforma nel menestrello del true crime MattBert, nato nel 2017 da diverse sperimentazioni. Dopo un primo periodo di mini vlog su siti archeologici o posti abbandonati in Sardegna, il suo interesse si è infatti spostato su fatti di cronaca nera locali e si è acuito soprattutto nel periodo pandemico, quando ascoltando podcast true crime fece una scoperta fortuita e curiosa: «Ad un certo punto mi sentii quasi offeso del fatto che nessuno ne avesse mai dedicato uno all’Anonima Sarda, così lo feci io!».
Ispirandosi a figure come Elisa True Crime e Carlo Lucarelli, Mattia Bertulu ha creato uno spazio di divulgazione in cui affronta casi complessi e poco conosciuti. Tra questi, il caso di Manuela Murgia, trovata morta 30 anni fa nel canyon di Tuvixeddu a Cagliari. Ufficialmente archiviato come suicidio, il caso ha recentemente riacceso l’attenzione pubblica a causa di nuovi elementi che farebbero pensare a un omicidio. Un altro episodio affrontato è quello di Michael Frison, il ragazzo inglese di origine sarda scomparso nei boschi della Gallura.
Particolare rilevanza assume poi la serie dedicata all’Anonima Sequestri, un fenomeno che affascina lo YouTuber per il modo in cui le bande hanno sfruttato il territorio e il contesto sociale per agire indisturbate. Questa serie, tra le più seguite, è anche la più complessa da realizzare: la scarsità di fonti lo costringe a lunghe ricerche tra archivi giornalistici e libri, con una fase di scrittura che può durare fino a due settimane.
“Racconto storie. Mi piace raccontare”. Questo è il motto social di MattBert, che basa i suoi contenuti su un attento lavoro di ricerca. La verifica delle fonti è un passaggio chiave che lo ha portato a definire regole precise per evitare fake news e problemi di copyright. Si affida a siti autorevoli e utilizza solo dati di organizzazioni riconosciute o fonti ufficiali. Per evitare violazioni, sintetizza i contenuti senza copiarli e cita le fonti quando necessario. In caso di contraddizioni, approfondisce ulteriormente per garantire la massima accuratezza.
Con un linguaggio chiaro e colloquiale, Matt Bert catapulta nella dimensione più oscura della natura umana il suo pubblico, puntando a coloro che come lui amano queste storie e cercando di portare contenuti di qualità.
«Diversamente da come si pensa, per fare questo lavoro non credo ci si deva focalizzare sulle views. Se fai un buon contenuto la gente lo guarda». Un impegno che ottiene riscontro positivo ormai da tempo, così come emerge per esempio dal video sul sequestro di Farouk Kassam avvenuto nel 1992, contenuto YouTube attualmente tra i più visualizzati, per il quale Mattia ha impiegato 9 mesi di lavoro, tra ricerche ed editing.
«Quando affronto un caso e mi trovo a dover studiare le dinamiche dei personaggi coinvolti, mi sento come se qualcuno avesse aperto una finestra su un lato della nostra natura umana, rivelando aspetti nascosti che tutti possediamo», spiega il creator, evidenziando il lavoro fisico e mentale che richiede la creazione dei suoi contenuti.
Paura, rabbia, gelosia, disperazione, vendetta: sentimenti che MattBert sta esplorando anche in casi che superano i confini regionali, come nel caso di Tiziana Cantone, 31enne napoletana vittima di revenge porn e morta suicida dopo la diffusione di alcuni video hard a sua insaputa, insieme alla guerra di mafia per il controllo di Ostia. Un desiderio di guardare non solo oltre lo spazio geografico, ma anche al di là di quello mainstream, dove spesso tante di queste storie non hanno l’attenzione che meritano.
Per chi volesse conoscere più a fondo il lavoro di MattBert e i suoi contenuti, è possibile seguirlo sui suoi canali social: YouTube @MattBert, Facebook @mattiaBertuluVIDEO, Instagram @_mattbert e TikTok @mattbert_.
