Lo spreco alimentare rappresenta un fenomeno complesso e diffuso che va ben oltre il mero atto di gettare cibo non consumato. Si estende lungo l’intera catena di produzione e lavorazione alimentare, coinvolgendo risorse naturali, energie e processi industriali. Questo fenomeno impatta non solo sull’economia globale, ma anche sull’ambiente e sulle risorse naturali del pianeta.
Il cibo sprecato può derivare da diversi fattori, che vanno dalle condizioni meteorologiche sfavorevoli durante la coltivazione alle pratiche inadeguate di raccolta e lavorazione. Inoltre, le normative e i protocolli di sicurezza non rispettati contribuiscono alla perdita di cibo già a monte della catena alimentare. Questa fase, definita perdita di cibo, comporta il mancato utilizzo di risorse preziose e la privazione di cibo che potrebbe essere destinato al consumo umano.
Lo spreco alimentare assume proporzioni ancor più rilevanti nelle abitazioni e nei contesti aziendali come ristoranti, mense e supermercati. Le cause di questo tipo di spreco spaziano dall’eccesso di produzione e acquisto di cibo alla scarsa conservazione degli alimenti. Porzioni inutilizzate, cibo mal conservato o non richiesto dal mercato finiscono spesso per essere scartati, con conseguenze economiche e ambientali significative.
Le statistiche evidenziano l’impatto devastante dello spreco alimentare sulla società e sull’ambiente. Ogni famiglia media spreca una quantità considerevole di cibo ogni anno, contribuendo significativamente alle emissioni di gas serra e agli squilibri ambientali. Questo spreco rappresenta non solo una perdita economica, ma anche un grave danno all’ambiente e alla sostenibilità del pianeta.
Una delle sfide principali nel contrastare lo spreco alimentare risiede nella conservazione degli alimenti. La “Shelf Life”, ovvero la durata di conservazione degli alimenti prima del deterioramento, è spesso troppo breve per consentire un utilizzo completo da parte dei consumatori. La complessità della conservazione alimentare, associata a uno stile di vita frenetico, rende difficile per le persone gestire in modo ottimale il proprio approvvigionamento alimentare.
Per contrastare efficacemente lo spreco alimentare, è necessario adottare approcci mirati e sostenibili. Questi includono una migliore pianificazione degli acquisti alimentari, la promozione di una dieta equilibrata e sostenibile e l’implementazione di pratiche di conservazione ottimali.
Innovazioni come Shelfy, un dispositivo smart progettato dall’italiana Vitesy per prolungare la shelf life degli alimenti, offrono soluzioni pratiche per ridurre lo spreco alimentare e promuovere uno stile di vita più sostenibile ed ecologico. Grazie alla sua innovativa tecnologia di purificazione dell’aria, Shelfy aumenta la shelf life degli alimenti fino a 12 giorni in più.
Come funziona? Shelfy sfrutta la fotocatalisi, un processo chimico naturale che avviene all’interno del suo filtro. La luce di alcuni LED a banda visibile attiva speciali nanomateriali, sicuri e testati in laboratorio, che purificano l’aria all’interno del frigorifero dagli inquinanti che influenzano la velocità di maturazione del cibo.
Shelfy si occupa in particolare dei tre principali nemici della freschezza: virus, batteri e composti organici volatili (COV). Tra i COV più dannosi per la conservazione degli alimenti c’è l’etilene, un ormone gassoso prodotto naturalmente dalla frutta e verdura. L’etilene accelera la maturazione, causando cambiamenti di sapore, colore e consistenza, e aumenta la suscettibilità alle malattie.
Shelfy elimina virus, batteri e COV, garantendo una freschezza senza precedenti per una vasta gamma di alimenti. Oltre a ridurre lo spreco alimentare, permette di mangiare cibi più freschi e gustosi, risparmiare denaro e avere un frigorifero più sano e igienizzato. È facile da usare e installare: misura 167 x 114 x 67 mm, si posiziona semplicemente all’interno del frigorifero e non richiede alcuna manutenzione. Si trova in vendita sia su Amazon sia sul sito del produttore a 169 euro.