Conosciuta anche come “Perla d’Oriente” o “Regina d’Oriente”, la Cina rappresenta attualmente una potenza mondiale, riconoscimento legato a una veloce crescita economica e anche all’affermazione di competitor capaci di ardua concorrenza. Tra gli ambiti toccati in tal senso vi è anche quello dei social media, che per diversi motivi – tra cui anche quello della censura – ha sviluppato in area cinese una serie di applicazioni alternative a quelle da noi conosciute e dotate a loro volta di varie funzioni, dalla messaggistica al caricamento di contenuti multimediali fino alla possibilità di sviluppare un proprio commercio online.
Nata principalmente come applicazione di messaggistica, WeChat è sicuramente tra i primi social da sperimentare una volta arrivati in terra cinese, in quanto permette non solo di chattare, ma anche fare videochiamate, inviare vocali, condividere la propria posizione geografica, foto e video. Lanciatanel primo decennio del 2000 dall’azienda informatica Tencent, essa è usata tantissimo in Cina per mantenere relazioni interpersonali e proprio questa natura più intima con correlate funzioni lo avvicinano molto al nostro WhatsApp. Nel corso degli anni, tuttavia, la piattaforma asiatica si è sviluppata ulteriormente integrando servizi di pagamento e-commerce, giochi, ma soprattutto la possibilità di condividere post pubblici, link e mettere like a contenuti altrui. Un passaggio da strumento di messaggistica a canale polifunzionale che l’ha resa nel frattempo simile anche a Facebook.
Frasi provocatorie e brevi massime sono invece protagoniste di Sina Weibo, che con oltre 500 milioni di utenti registrati a fine 2018 costituisce una delle piattaforme di microblogging più note in Cina, al punto da esser considerata l’equivalente asiatica dell’americana Twitter. A differenza di quest’ultima però il social cinese è meno improntato al testo e più alla multimedialità, in particolare grazie alla possibilità di condividere contenuti audiovisivi, fare dirette streaming e le cosiddette “Weibo Stories”, foto o video che, come su Instagram, Facebook e WhatsApp, rimangono visibili solo per 24 ore. Sina Weibo consente inoltre anche di promuovere i propri prodotti a fini di marketing, funzione che però risulta maggiormente mirata al mercato cinese.
Nonostante siano state sviluppate entrambe dalla ByteDance, Douyin e TikTok sono invece simili a rette parallele che non si incroceranno mai giacché dotate di 2 sistemi operativi accessibili rispettivamente solo in Cina e nel resto del mondo. Tale differenza non comporta tuttavia perdita o aggiunta dal punto di vista delle funzioni, – essenzialmente legate a creazione e condivisione di brevi video su situazioni quotidiane o meno – ma solo a livello normativo e soprattutto commerciale. Come nel caso di Sina Weibo, anche la rete e-commerce di Douyin si indirizza infatti alla realtà economica locale, con un regolamento modellato su dinamiche culturali cinesi.

Il discorso relativo al concentrarsi sul mercato territoriale contraddistingue anche la piattaforma cinese Youku, lanciata nei primi anni 2000 da Alibaba Group. Nato probabilmente a seguito della mancanza in Cina di un servizio di video hosting, – ossia un luogo dove poter caricare gratuitamente contenuti audiovisivi più o meno lunghi – il network presenta caratteristiche simili a YouTube, a partire dalla vasta gamma di contents tra cui poter scegliere. Film, serie TV e video caricati da utenti hanno gradualmente portato all’accesso di milioni di visitatori al mese, un risultato altrettanto importante rispetto alla rivale americana. D’altro canto, come già accennato la differenza sostanziale tra le piattaforme risiede nel fatto che Youku sfrutta i propri spazi pubblicitari a favore del mercato cinese e non a livello globale, come invece preventiva la nostra YouTube.
Chiude infine la breve rassegna Douban, sito web cinese su cui è possibile fruire di informazioni, recensioni, ma soprattutto di funzionalità tipiche dei social media come l’interazione tramite messaggi e caricamento di contenuti online. La natura a crocevia tra forum in cui esprimere opinioni e network dove condividere musica, foto o ricevere spunti su prodotti potenzialmente acquistabili rende Douban un ibrido tra Spotify, Reddit, Twitter e Pinterest, permettendo di avere in un unico spazio online più margine di scelta. Altro aspetto interessante è inoltre legato alla presenza sulla piattaforma anche di figure del mondo accademico come ricercatori e scrittori, che si servono di questo canale per diffondere una conoscenza più consapevole su certe tematiche.
































