La seconda edizione del Digital Media Fest, il primo festival internazionale nato in Italia e dedicato alle nuove tendenze videodigitali, fondato e diretto dalla giornalista Janet De Nardis, si è conclusa con grande successo. L’obiettivo di essere una vetrina per tutti i prodotti audiovisivi webnativi, concentrando l’attenzione sull’evoluzione digitale a 360 gradi, è stato pienamente raggiunto.
Da questa manifestazione sono emersi attori, autori e registi di web series, cortometraggi, fashion film, gaming, prodotti VR, viral e vertical video che stanno già suscitando la curiosità e l’interesse dei media e del grande pubblico. In particolare, una tecnica che, anche grazie a questo evento, sta riuscendo ad affermarsi è quella dei vertical video.
I video realizzati con un formato verticale sono estremamente connessi alla società digitalizzata in cui viviamo e allo strumento che accompagna ormai tutte le nostre giornate: lo smartphone. I cellulari vengono usati prevalentemente in modalità verticale, perché è questa la loro forma, e non sempre viene utilizzata la funzione della rotazione dello schermo per visualizzare video e foto in orizzontale. Questo formato ormai, oltre che per la visualizzazione, si sta diffondendo anche per la realizzazione dei video, e ha la caratteristica di ridurre notevolmente l’inquadratura, favorendo la concentrazione su pochi elementi.
È stata proprio questa la ragione che ha portato l’attore e regista Alberto Basaluzzo a presentare il suo cortometraggio, dal titolo “Black Tank”, con questa modalità. Cortometraggio che ha talmente impressionato la giuria da aggiudicarsi il premio come “Best Original Idea” nella categoria dei vertical video.
“Black Tank” è un vertical movie girato grazie alla tecnica dello stop-motion che racconta la storia di un pacifico gruppo di carri armati neri che viene attaccato e distrutto da dei carri armati viola, loro antagonisti. Il protagonista della storia è l’unico carro armato nero che sopravvive, viene cacciato dalla sua casa, dove c’erano i suoi amici, ed è costretto ad intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di un nuovo posto dove vivere. L’ambientazione è un campo di battaglia di un gioco da tavolo tipo Risiko. Il piccolo carro armato nero si muove sul planisfero di cartone e attraversa i continenti del globo per chiedere aiuto alle fazioni nemiche. Arrivato davanti all’Europa, di fronte a potenziali aiuti, si ritrova al centro di una disputa su chi debba accoglierlo e perché. Ad un certo punto uno dei carri armati si rende conto che la cosa più importante è aiutare, così anche gli altri decidono di seguire il suo esempio e accolgono il piccolo carro armato nero, dandogli una nuova casa, una casa condivisa da tutti.
Le difficoltà e lo stato d’animo in cui si trova il protagonista emergono maggiormente proprio grazie al fatto che il film è stato realizzato in scala ridotta: “Volendo raccontare questo tipo di storia avevo la necessità di tenere il piano visivo stretto in modo da non avere una visuale troppo ampia e non svelare troppo la plancia di gioco utilizzata, – spiega Alberto Basaluzzo – col vertical video dal punto di vista tecnico è stato più semplice. Inoltre, mi restituiva un po’ l’idea dei confini ristretti che ha anche il protagonista, vedere un video verticale su uno schermo orizzontale dà un po’ il senso del limite, quindi mi sembrava che rispecchiasse la situazione in cui si trova lui, non ha ben chiaro che cosa gli succederà, non riesce a vedere troppo oltre, si sente prigioniero e in difficoltà. Questa modalità di racconto è servita per dare un senso più profondo alla trama, spogliarla dalla possibile retorica restituendogli un po’ di freschezza e originalità”.
Riuscire a raccontare questa storia ricorrendo alla tipologia dei vertical video è stata una sfida: “Questo premio mi dà molta gioia, – svela il regista – è stata la prima volta che ho partecipato al Digital Media Fest, quando ho inviato il cortometraggio non sapevo se sarebbe stato selezionato, è stato un riconoscimento un po’ inaspettato. L’aver utilizzato questo tipo di tecnica di animazione che io non conoscevo ancora, se non a livello teorico, è stato molto faticoso, ha richiesto un impegno di due mesi, però è stata una bella scuola, un workshop di regia. Ecco perché è stata in un certo senso una sfida, riuscire a raccontare la storia in questo modo non avendolo mai fatto, è stato molto stimolante. Questo cortometraggio ha avuto molti riconoscimenti, è stato selezionato e ha vinto diversi premi in vari Festival in giro per il mondo, in Africa, in India e in Europa.”
Una storia girata in modo davvero originale ma che è stata compresa nelle diverse parti del mondo perché trasmette un messaggio sociale universale: “La storia del piccolo carro armato nero è molto semplice, – racconta Alberto – ci sono un po’ tutti i colori dei carri armati proprio per rispecchiare la commistione tra le varie persone del mondo, le varie culture. L’intento è quello di trasmettere un messaggio di solidarietà, di accoglienza e di integrazione, un messaggio universale insomma, e mi fa piacere che sia stato compreso in diversi Paesi e da un pubblico abbastanza eterogeneo, dai bambini agli adulti, questo significa che arriva”.
Il ricorso alla tecnica dei vertical video ha dunque permesso agli spettatori di tutto il mondo di andare oltre questo film di animazione per scavare in profondità e riflettere sulle tematiche attuali che Alberto Basaluzzo, con “Black Tank”, ha voluto trasmettere.
È proprio la caratteristica dei video verticali di restringere il focus su ciò che conta davvero che porterà questo formato a diventare una realtà che, probabilmente, col tempo andrà ad affiancarsi sempre di più a quella dei video orizzontali.