Gli italiani sono un popolo che ama lo sport, e non solo il calcio, sono molto appassionati anche di ciclismo, spesso fin da piccoli.
Lo sa bene Orlando Pitzanti, ciclista ventenne di Sestu, in provincia di Cagliari: “Sono sempre stato un ragazzo molto amante dello sport, dai 5 ai 9 anni ho praticato atletica, poi dai 9 ai 13 anni calcio. Mio padre da giovane correva in bicicletta, dopo averla abbandonata per 16 anni, nel 2012-2013 aveva deciso di ricomprarne una, inizialmente per rimettersi in forma, poi per partecipare a delle gare amatoriali. Insieme a mio nonno andavamo sempre a vederlo, così è nata in me la passione per il ciclismo, e dal 2013 ho cominciato a muovere i primi passi”.
Il ciclismo in Sardegna ha un divario rispetto alle altre regioni italiane, soprattutto causato dall’insularità, e questo ha portato Orlando a fare sacrifici: “Dal 2015 al 2018 facevo parte della categoria degli allievi ed ero costretto, come altri miei coetanei sardi, a viaggiare quasi tutti i fine settimana in nave a spese della mia famiglia, per avere la speranza di poter fare un giorno un passo in avanti, di fare del ciclismo un lavoro. In Sardegna sono in pochi a praticare il ciclismo, addirittura diverse categorie giovanili vengono accorpate per arrivare al minimo consentito di iscritti, il ciclismo viene praticato seriamente solo nel centro e nel nord Italia”.
Ma i grandi sacrifici a volte vengono ripagati e per il giovane ciclista sardo sono presto arrivate delle soddisfazioni: “Mi sono messo in luce in gare importanti e nella stagione 2019-2020 sono stato contattato da una squadra di professionisti, “Area Zero Pro Team”. L’esperienza più importante è stata quella della partecipazione ai Campionati italiani di ciclismo su strada. Nel mese e mezzo precedente ero stato molto impegnato nella preparazione degli esami di maturità ed ero riuscito ad allenarmi poco, tuttavia la squadra mi aveva chiesto di partecipare, così il venerdì sera, a poche ore di distanza dagli esami orali, partii e gareggiai la domenica stessa”.
I campionati italiani di ciclismo su strada hanno regalato ad Orlando grandi emozioni e la possibilità di fare incontri importanti: “Mi sono ritrovato a gareggiare con i ciclisti di livello più alto, ed è proprio in questa gara che ho avuto la possibilità di incontrare Fabio Aru e Vincenzo Nibali. Con Nibali, in realtà, avevo avuto modo di correre anche nel 2019 nelle corse classiche di fine stagione, come le Coppe Bernocchi e Agostoni”.
Le differenze riscontrate da Pitzanti tra l’ambiente ciclistico sardo e quello del resto d’Italia sono notevoli: “In Sardegna non ci sono gare né dilettantistiche né professionistiche. Per quanto riguarda il ciclismo su strada le gare arrivano fino alla categoria juniores, dopo c’è la possibilità di tesserarsi nella categoria Under 23, quindi nel dilettantismo, però non esistono gare, tanto che i dilettanti Under 23 sono costretti a gareggiare con gli amatori. Io ho scelto di partire e di gareggiare fuori. Durante i primi quattro anni delle scuole superiori, mentre ero dilettante, è stato difficoltoso e logorante, uscivo da scuola il sabato e subito dopo pranzo partivo in macchina fino ad Olbia dove mi imbarcavo nella nave per Livorno, arrivavo nella notte, poi la domenica mattina gareggiavo e ripartivo il giorno stesso. Nel 2019 invece, durante l’ultimo anno di scuola, la situazione è migliorata, facendo parte di una squadra professionistica potevo viaggiare ogni fine settimana in aereo a spese della squadra. Finite le superiori, quando potevo stavo lì in pianta stabile con la squadra, che ha una casa dove si può vivere, fino alla fine della stagione”.
Durante il 2020, anno difficilissimo che ha segnato tutti, il giovane ciclista prende una decisione importante per la sua vita: “Ho deciso, per il momento, di interrompere la mia carriera di ciclista professionista, – racconta – non chiudo tutte le porte ma ora sto cercando di concentrarmi sulla laurea. Studio Scienze motorie e mi auguro che il mio futuro lavorativo sia comunque nell’ambito sportivo, per me lo sport è il pane quotidiano. Sono anche già un personal trainer, l’anno scorso ho frequentato il corso. Spero inoltre di proseguire gli studi con il corso di Laurea specialistica magistrale in Scienze della nutrizione e dell’alimentazione, vorrei diventare un nutrizionista, è un ambito che mi piace moltissimo”.
In ogni caso, uno sport come il ciclismo, praticato ad alti livelli in così giovane età, lascia dei ricordi indelebili e un bagaglio importante: “Ciò che mi è rimasto impresso è la soddisfazione di essermi ritrovato accanto a dei corridori che avevo visto fino a quel momento solo in televisione, mi porto dietro il fatto di aver potuto gareggiare con loro. Devo dire che quando si arriva ad un certo livello il ciclismo diventa più che un lavoro, occupa l’intera vita, tutto è finalizzato a quell’unico scopo. – Afferma Orlando – È un’esperienza totalizzante che però io ho fatto molto volentieri, sono sempre stato molto meticoloso, un simile stile di vita condotto già in età giovanile plasma il carattere e trasmette valori importanti, insegna a vivere bene e, soprattutto, fa capire che cosa sia il sacrificio, è davvero un’impronta che rimane per sempre”.