L’ultimo giorno di gare ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics Torino 2025 ha regalato emozioni intense, con il trionfo di Sabrina Piras nei 25 metri della corsa con le racchette da neve (Snowshoeing). L’atleta cagliaritana dell’ASD Millesport ha conquistato la medaglia d’oro nello Sport Center di Sestriere, due giorni dopo il bronzo ottenuto nei 50 metri sulla stessa superficie.
Sabrina Piras, 56 anni, ha trovato nello sport una dimensione di espressione e di riscatto. Originaria di Cagliari, è abituata a correre sulla sabbia della spiaggia del Poetto, ma sulla neve ha saputo dimostrare la stessa determinazione.
La sua storia va oltre i risultati agonistici: sportiva poliedrica, pratica nuoto, ginnastica, bowling, danza sportiva, bocce e racchette da neve. Lo sport per lei è condivisione e un’opportunità per affrontare le difficoltà con energia positiva.
La sua determinazione meritava un palcoscenico mondiale e un riconoscimento che potesse esaltare la sua passione per lo sport. “Nuoto, ginnastica, bowling, danza sportiva, bocce, racchette da neve – racconta sua sorella Donatella dopo la cerimonia di premiazione – sono le attività che riempiono i pomeriggi di Sabrina e le danno tanta felicità. Per lei lo sport è condivisione, possibilità di esprimersi e trovare le energie positive per affrontare ogni difficoltà. Ne ha dovute fronteggiare tante, al di là del suo essere sordomuta. Diversi anni fa, con la sua determinazione, ha affrontato e sconfitto un tumore, senza mai perdersi d’animo. Mia sorella è un po’ anche una figlia ma soprattutto per me è un motivo d’ispirazione per la forza che trasmette quando insegue i suoi obiettivi”.




Oltre a Sabrina, tra gli 88 atleti della delegazione azzurra c’era un altro atleta sardo, Matteo Atzori, dell’ASD Stella Speciale Sulcis, che ha gareggiato nella staffetta finale della stessa disciplina. La partecipazione ai Giochi non si misura solo in medaglie, ma nell’esperienza vissuta: il vero valore di Special Olympics è nei legami creati, nell’autonomia dimostrata e nella crescita personale di ogni atleta. Il ritorno a casa porta con sé qualcosa di più prezioso di un trofeo: la consapevolezza di aver vissuto un’avventura sportiva e umana che lascia il segno.