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A Cagliari la tredicesima edizione del Karel Music Expo, il festival delle culture resistenti

di Redazione
27 Ottobre 2019
in Cagliari, Musica, Spettacolo
🕓 12 MINUTI DI LETTURA
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Edizione numero tredici per il Karel Music Expo, il festival delle culture resistenti ideato e organizzato a Cagliari dalla cooperativa Vox Day: preceduto da un’anteprima in programma sabato 9 novembre al Fabrik, il club in via Mameli, l’appuntamento è da giovedì 21 a sabato 23 all’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, dove la manifestazione farà base per la prima volta nella sua storia.

Il Karel Music Expo è un format multidisciplinare che promuove tutte le forme espressive estranee ai meccanismi della grande distribuzione; una vetrina di livello europeo all’insegna della musica, soprattutto, che quest’anno ospita quindici diverse proposte della scena nazionale e internazionale, spaziando come sempre tra i generi e gli stili. In arrivo dalla Penisola i C’mon Tigre, La Luna, i Julie’s Haircut e The Winstons, da Malta The Ranch, dall’Austria gli Alpine Dweller, dal Regno Unito gli scozzesi Stuart Braithwaite e Emme Woods, l’inglese Joey Collins e il gallese Matthew Frederick. E ci sarà spazio, naturalmente, anche per le proposte targate Sardegna, con Perry Frank, La Città di Notte, Luigi Frassetto Quartet, La Pioggia e il duo Nunc.

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Tanta musica, ma non solo: il cartellone propone infatti anche installazioni d’arte di Daniele Spanò e del giapponese Makoto, le performance e un’esposizione di lavori di Rugiada Cadoni, una rassegna di cortometraggi, un incontro-dibattito di astronomia culturale con Agostino Piano, uno spettacolo formativo sulle dipendenze dalle nuove tecnologie, più varie altre iniziative collaterali.

Tanti appuntamenti, dunque, e un titolo, “Generazioni”, a caratterizzare, come sempre, anche questa edizione del Karel Music Expo; un titolo che rimanda al prossimo epilogo del decennio in corso, come suggerisce il direttore artistico Davide Catinari nelle sue note di presentazione: “Ogni decade giunge alla sua conclusione attraverso una rappresentazione che ne traccia la memoria, così che ogni epoca possa essere ricordata in accordo con tutto quello che ha prodotto e ogni generazione per ciò che ha espresso. (…) Ma la percezione dell’alternarsi di diverse generazioni, soprattutto durante il secolo appena trascorso, ha reso memorabili diversi passaggi di consegne, come quello tra le due guerre mondiali o la rivoluzione culturale, e giovanile, che dalla fine degli anni ’60 in poi ha contribuito a creare un immaginario immenso, denso di simboli, volti, oggetti, suoni, mode e modalità che hanno segnato gli ultimi cinquant’anni della storia di questo pianeta, trasformando per sempre l’idea stessa della nostra vita”.

Per il concerto del 9 novembre di Stuart Braithwaithe e Perry Frank al Fabrik, il costo delle prevendite è di 15 euro (più diritti di prevendita), mentre al botteghino sarà di 20 euro. Per le serate all’ EXMA del 21, 22 e 23 novembre il costo della prevendita per la singola serata è 12 euro (+ diritti).

Fino al 3 novembre si potrà acquistare l’abbonamento “Early Bird” per le tre serate al prezzo di 22 euro (+ d.p.), mentre dal 4 novembre il prezzo dell’abbonamento sarà 32 euro (+d.p.)
Per chi acquista biglietti e abbonamenti al botteghino la sera stessa dei concerti, il prezzo della singola serata sarà di 18 euro (riduzione a 12 euro solo al botteghino: per i tesserati FIAB che arrivano in bici e per under 25 con documento d’ identità) e l’abbonamento (disponibile solo il 21) costerà 35 euro. Le prevendite sono disponibili su vivaticket.it e nei punti vendita vivaticket. Saranno acquistabili anche presso la sede di Vox Day, in via Gramsci 2c – Selargius (previo appuntamento).

I biglietti si possono acquistare anche in valuta Sardex (salvo esaurimento posti). Per informazioni e prenotazioni: telefono 070840345 – mail: [email protected].

Per chi arriva al festival da fuori Cagliari, si rinnova la collaborazione con Ajò in Pullman, un servizio di bus navetta a disposizione in più punti della Sardegna per raggiungere il luogo del concerto e tornare a casa in sicurezza, condividendo il chilometraggio con altri fan a costo ridotto. Il servizio viene erogato a raggiungimento di un numero minimo di partecipanti. Per prenotazioni: 328 90 53 599.

Stuart Braithwaite

Si comincia, dunque, con l’anteprima di sabato 9 al Fabrik, il club in via Mameli. Ad aprire la serata, alle 21.30, Perry Frank, un progetto di musica ambient, acoustic, psychedelic rock e chillout del musicista e polistrumentista sardo Francesco Perra, cominciato nel 2005. Nel secondo set, riflettori puntati su uno degli ospiti di maggior spicco del festival, Stuart Braithwaite, il leader, cantante e chitarrista di una delle band più rappresentative del post rock, gli scozzesi Mogwai. Il suo si annuncia un concerto intimo e rumoroso allo stesso tempo, nel quale proporrà brani inediti del suo nuovo repertorio oltre a pezzi firmati Mogwai.

Da giovedì 21, il Karel Music Expo pianta le tende all’EXMA, dove gruppi e solisti si avvicenderanno nell’arco delle tre serate, come è nella tradizione del festival, sui palchi di due diversi spazi: quello montato nella sala conferenze del centro culturale di via San Lucifero, e quello della Sala Showcase all’interno di una tensostruttura appositamente allestita nel cortile.  

Il compito di inaugurare la serie di esibizioni spetterà all’inglese Joey Collins, cantautore e producer di Nottingham: la sua musica è una varietà di generi con influenze di artisti come Jeff Buckley, John Frusciante, Elliot Smith, Richard Ashcroft e Eddie Vedder, per citarne alcuni.

La Città di Notte

Blues e cool jazz incontrano la canzone italiana nella musica di La Città di Notte, formazione nata dall’incontro di quattro musicisti – Diego Pani, voce; Andrea Schirru, piano; Edoardo Meledina, contrabbasso; Frank Stara, batteria – provenienti da diverse band del panorama musicale sardo (King Howl, Dancefloor, Stompers, Stone Seeds), accomunati dalla passione per la musica afroamericana e lo swing italiano degli anni ’50.

Da un gruppo sardo a un altro, La Pioggia, nato nel 2016 da un’idea di Andrea Cannucci in collaborazione con Giuseppe Aledda. Dopo un periodo di scrittura orientata al cantautorato classico, il progetto ha dato forma a una produzione più libera ed eterogenea, consegnata alle tracce dell’album “Anime in piena”. L’anno scorso la formazione è diventata stabilmente un quartetto composto da Andrea Cannucci alla chitarra e alla voce, Mauro Bin Frau alla batteria, Francesco Perra alla chitarra e Giuseppe Aledda al basso.

Julie’s Haircut. Foto Erik Messori

Chiudono la prima serata i Julie’s Haircut, formazione sulle scene già dalla fine degli anni Novanta e devota a suoni spaziosi e ipnotici. La musica della band emiliana si è evoluta nel tempo dal garage-rock degli esordi fino a territori più sperimentali, concentrandosi su improvvisazione e ricerca sonora, senza perdere contatto con il groove e la melodia che l’ha sempre caratterizzata.

Ancora un progetto targato Sardegna apre la serie di quattro esibizioni in programma venerdì 22: difficile da racchiudere in uno specifico genere musicale il duo Nunc di Manuel Attanasio (voce e elettronica) e Peppino Anfossi (violino e effetti), anche si vi si riconoscono riferimenti a musicisti come Meredith Monk, Demetrio Stratos, Fatima Miranda, Astor Piazzola, Kronos Quartet e Bjork, tra gli altri.

Arrivano invece dall’Austria gli Alpine Dweller, sotto la cui insegna si riconoscono i giovani musicisti Joana Karácsonyi, Flora Geißelbrecht e Matthias Schinnerl: un trio che unisce stili apparentemente incompatibili, fondendo influenze di musica folk con il sofisticato cantautorato urbano e combinando musica tradizionale di regioni lontane con il pop, attraverso un’ampia gamma di strumenti come la chitarra, l’ukulele, jaw harp, viola, arpa e percussioni.

Matthew Frederick, sul palco della sala showcase nel terzo set della serata, fonde un amore precoce per i cantautori classici con influenze più recenti, per creare una miscela distintiva e senza tempo di pop, indie-folk e blues, con un tocco di Cymrucana e una buona dose di classica contemporanea. Leader della band Climbing Trees, il musicista gallese, dal suo debutto nel 2011 ad oggi, ha pubblicato quattro album, due EP e undici singoli.

C’mon Tigre

Muovendosi fra tradizione e sperimentazione, i C’mon Tigre, che chiudono la serata di venerdì 22, sono un duo intorno al quale ruota un collettivo di musicisti di varia provenienza. Il progetto nasce nel bacino del Mediterraneo e germoglia agli angoli delle grandi città raccontando l’Africa, per fascinazione, con una linea curva che parte da San Diego e finisce a Bombay. Nel 2014 hanno pubblicato il loro primo album che li ha portati a suonare nei principali club e festival italiani ed europei; “Racines” è il nuovo disco, uscito lo scorso febbraio. I C’mon Tigre (voce, synth, chitarre) saranno sul palco con Beppe Scardino (sax, synth), Marco Frattini (batteria, synth), Pasquale Mirra (vibrafono, synth) e Tiziano Bianchi (tromba, flicorno, synth). 

Cinque set in scaletta nella giornata conclusiva, sabato 23 novembre. Apre la serie il quartetto di Luigi Frassetto, musicista e compositore sassarese con un bagaglio di esperienze musicali nell’underground italiano e britannico e studi presso il prestigioso SAE Institute di Londra (accademia di produzione per musica e cinema). Lo scorso gennaio ha debuttato su long-playing con “33 ⅓”, una raccolta che spazia dal lounge all’esotismo all’avanguardia. In concerto, insieme a lui alla chitarra, suonano Marco Testoni (tastiere e theremin), Gianni Lubinu (basso) e Lorenzo Falzoi (batteria e percussioni).

Soul, grinta e espressività caratterizzano Emme Woods, al centro dei riflettori nel secondo atto della serata. La ventiquattrenne cantante scozzese ha da poco firmato il suo debutto discografico, “It’s ma party”, che mescolando influenze rock ‘n’ roll e blues e echi degli anni Sessanta mette in luce la sua voce personale e il suo notevole talento musicale.

Da un’isola all’altra: da Malta arrivano The Ranch, voce (Egle), chitarra (Andrew Francica), basso (Zir) e batteria (Banjo Ranchio) per una formazione dal suono potente, pieno di colore e contemporaneo. All’attivo concerti in giro per l’Europa e tre album, “Cuckoo Island” (2015), “100 smiles an hour” (2017) e il più recente “Together to get here to get here together”.

Altra voce femminile nel quarto set con La Luna, formazione nata nel 2014 da un bisogno della cantautrice Luna – abituata a scrivere canzoni fin da piccola – di sperimentare nuove sonorità e approcci musicali. Volata diciottenne a Londra, dove forgerà per un anno la sua parte artistica, al suo rientro in Italia, nel 2010, viene scoperta dal produttore Alex Marton, insieme al quale farà uscire il suo primo singolo “Il giro del Mondo”, e con cui è tornata a collaborare dallo scorso anno.

The Winstons

Chiudono il cartellone The Winstons, power trio – tastiere, basso e batteria – formato dai tre fratelli Linnon Winston, Rob Winston e Enro Winston, al secolo, rispettivamente, Lino Gitto, Roberto Dell’Era e Enrico Gabrielli. Si presentano dal vivo come la migliore time-machine anni sessanta e settanta, ma non sono revival, piuttosto un’anima di puro stile rock’n’roll. Hanno esordito con un fortunatissimo e acclamato album di matrice canterburiana (The Winstons, AMS record 2016), seguito da concerti, happening, un dvd live sul primo tour, un quarantacinque giri in omaggio al post punk inglese e, ancora, la riproposizione di “Pictures at an Exhibition” di Mussorgskij. È dello scorso maggio il nuovo album, “Smith”, che annovera ospiti come Nic Cester dei Jet, Mick Harvey dei Bad Seeds, Richard Sinclair dei Caravan, Rodrigo D’Erasmo e Federico Pierantoni.

Film, mostre, laboratori e incontri. Come di consueto, il KME non è solo musica, ma si presenta come un evento caleidoscopico e multidisciplinare, che declina il tema di questa edizione, “Generazioni”, anche attraverso altri codici e forme espressive.

La fusione di diversi linguaggi caratterizza la collaborazione tra la Fondazione Sardegna Film Commission, lo Skepto International Film Festival e il Karel Music Expo, che quest’anno si ripete nell’incontro di diverse sensibilità, come sempre animate dallo spirito di ricerca. Giovedì 21 novembre, gli spazi della sala showcase dell’EXMA ospiteranno KME Movie, una selezione di cortometraggi di cinema d’autore promossa e diretta dalla commissione artistica dello Skepto Film Festival, in linea col tema proposto dall’edizione 2019 del KME: in programma “Parru pi tua” (15′), diretto da Giuseppe Carleo, “How I Didn’t Become A Piano Player” (18′), di Tommaso Pitta, e “Bitchboy” (15′), dello svedese Mans Berthas. Nella serata di venerdì 22 verrà invece proposta una selezione di titoli appartenenti al progetto “Visioni Sarde”, vetrina istituita dalla Fondazione Sardegna Film Commission per il cinema di qualità prodotto in Sardegna, per promuovere e valorizzare i giovani talenti isolani. Questi i corti in visione: “Il nostro concerto” (15′), di Francesco Piras, “La notte di Cesare” (19′), di Sergio Scavio, e “The wash – la lavatrice” (21′), di Tommaso Mannoni.

Anche le arti visive raccontano il tema generazionale attraverso installazioni e esposizioni in diversi spazi dell’EXMA: nel piazzale centrale sarà possibile vedere “Fino a qui”, opera dell’artista, scenografo e regista Daniele Spanò, che trasforma la facciata dell’edificio in una superficie luminosa, dinamica e funzionale al racconto, attraverso l’uso della videoproiezione e del suono, in cui l’architettura acquisisce nuove funzionalità attraverso deformazioni e distorsioni visive e sonore dal sapore surreale.

Makoto • Scultura 2017 Roma

Le increspature sfuggenti dei tessuti sono fissate per sempre nel tempo nell’installazione “Codice G.N.R.” dell’artista giapponese Makoto, influenzato profondamente dalle rappresentazioni corporee del rinascimento italiano, che qui si fonde con il minimalismo del Sol Levante: per il Karel Music Expo, Makoto esporrà una delle sue “Nukegara” (“spoglie”) ottenute con tessuti induriti col gesso, proiettando un cortometraggio da lui realizzato sul tema di “Generazioni”.

Rugiada Cadoni

Un approccio conforme allo spirito del festival è anche quello dell’artista e performer Rugiada Cadoni, che con l’esposizione Phare-One porta in scena le sue opere, tra colori e gesti espressionisti, e influenze della cultura pop: fantastici esseri floreali, o grandi occhi, dipinti a olio su tela o su carta, tele arrotolate e carte ripiegate, a fare da scenario alle sue performance estemporanee, nei panni dell’irriverente e autoironico alter ego Rugy Pop.

Il Karel Music Expo, come sempre, apre spazi di riflessione e confronto su temi culturali e antropologici, come l’incontro-dibattito “MAIDEUS – La tradizione orale della Sardegna ed il Regno di Crono”, che il sabato 23 (dalle 17 alle 19, nella Sala Showcase dell’EXMA) sarà condotto da Agostino Piano, studioso di tradizioni, operatore culturale, che da oltre dieci anni si occupa di “astronomia culturale” ricercando nei siti archeologici i riferimenti astronomici a cui si ispirerebbero i racconti tradizionali locali, cercando di determinare un nuovo metodo di studio basato sull’arco temporale del sole, sulla base di spunti culturali, antropologici e astrologici.

Un’ apertura su importanti tematiche sociali è quella proposta da una produzione originale di Vox Day su progetto di Simona Pinna, educatrice professionale ed esperta in politiche di intervento su minori a rischio, dell’associazione Punto a Capo Onlus, che affronta nuove forme di dipendenza, tra cui quella da smartphone e tecnologie, che vanno pericolosamente a incidere nelle relazioni interpersonali e sociali, e sono trasversali a tutte le fasce d’età. L’evento, dall’eloquente titolo “Chat, si gira!”, è uno show tragicomico, condotto da Elio Turno Arthemalle, in cui si mette in scena “dal vivo” una chat “virtuale”, in cui il pubblico è chiamato a interagire, sotto la supervisione dello psicologo Stefano Frau. 

Tags: CagliariconcertiKarel Music Expomusica
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