Dal 24 al 26 luglio 2025, gli spazi del Museo Lussu di Armungia ospitano la terza edizione di “Altopiano 366”, festival dedicato alla musica contemporanea, alla sperimentazione elettroacustica e alla tradizione. Organizzato da Heuristic con il patrocinio del Comune e la direzione artistica di Enrico Sesselego e Raffaele Matta, il festival prende ispirazione dal libro “Un anno sull’altipiano” di Emilio Lussu, nato proprio ad Armungia.
La manifestazione punta a creare un dialogo tra generi e linguaggi musicali diversi, proponendo un programma capace di mettere in relazione la musica tradizionale sarda con le sonorità contemporanee europee e le espressioni artistiche di altre culture. Un “altopiano dei suoni”, come lo definiscono gli organizzatori, pensato come luogo d’incontro, ascolto e scoperta, immerso nel contesto paesaggistico e culturale del territorio.
Il festival si apre giovedì 24 luglio alle 21 con due progetti: “Euphoria” di Matteo Sedda e “Watery Dreams” di Marta Loddo. Il trombettista e compositore Matteo Sedda, già attivo con il collettivo Freak Motel, presenta un lavoro in cui fonde il timbro acustico dello strumento all’elettronica, tra ambienti sonori cangianti, influenze indiane, glitch music e droni. A seguire, la voce e la loop station di Marta Loddo danno forma a una performance fluida e improvvisata: “Watery Dreams” nasce in riva al mare e si adatta agli spazi che la accolgono, costruita su stratificazioni vocali in costante trasformazione.
Venerdì 25 luglio, sempre alle 21, salgono sul palco Marcello Zappareddu con “Third floor project” e Sandro Mungianu con “Ombre liquide”. Marcello Zappareddu, chitarrista con formazione classica e jazz, presenta un lavoro che fonde elementi mediterranei e improvvisazione, tratto dall’omonimo album pubblicato nel 2025. Sandro Mungianu, invece, esplora le potenzialità tecnologiche del sassofono, trasformato in un “iper-strumento” grazie all’uso di sensori e sistemi elettronici. Il risultato è un’esperienza immersiva, in cui suoni e immagini si fondono in tempo reale.
La serata conclusiva di sabato 26 luglio si apre alle 19 con “Travelling Colours” di Raoul Moretti, arpista italo-svizzero che propone un percorso sonoro tra brani tratti dai suoi album per arpa elettrica, mescolando tessiture classiche, improvvisazione e live electronics. Alle 21, chiusura affidata al concerto “Percorsi di tempo”, con un trio d’eccezione: Luigi Lai, maestro delle launeddas, affiancato dal chitarrista Marcello Floris e dal launeddista Fabio Vargiolu. Il progetto rappresenta il compimento di una lunga ricerca musicale che ha portato Lai a inserire l’antico strumento sardo in contesti classici e jazzistici, superando i confini della musica popolare.
Durante la performance finale, non mancheranno racconti e testimonianze dirette del novantaduenne maestro, figura centrale nella diffusione e nella valorizzazione delle launeddas nel panorama musicale internazionale.
































