Portamento fiero e orgoglioso, sempre pronto a sciogliersi nel momento in cui qualcuno è in difficoltà. È questa la descrizione che spesso accompagna l’identità sarda, costituita da una lingua ben delineata, usanze e anche tanta musica. Proprio grazie a quest’ultima, diversi artisti nel tempo hanno contribuito a diffondere la conoscenza del patrimonio, rielaborandolo e mantenendo sempre viva la componente locale. Tra le tante voci, risuona forte dopo anni anche quella di Maria Carta, attiva soprattutto nel corso degli anni ‘70 e ‘80.
Nata a Siligo (SS) il 24 giugno 1934 con il nome di Maria Giovanna Agostina, l’esistenza di Maria Carta mise radici in una condizione particolarmente difficile, caratterizzata da povertà e sofferenza. Malgrado la perdita precoce del padre e la fatica del lavoro nei campi, dall’età di 8 anni la voce di Maria cominciò ad affermarsi dapprima nel suo paese, – dove cantava soprattutto durante le messe – per poi spostarsi nei centri vicini in occasione di festività popolari. Gradualmente, il suo nome divenne particolarmente noto nell’isola e nel 1958 la portò a trasferirsi a Roma, dove incontrò lo sceneggiatore e futuro marito Salvatore Laurani.
La capitale d’Italia fu uno stimolo importantissimo, a partire dalla frequentazione del centro studi di musica popolare dell’Accademia di Santa Cecilia. Diretta al tempo dall’etnomusicologo, antropologo e regista Diego Carpitella, tale istituzione permise infatti a Maria di individuare antichi canti isolani e assicurarne la memoria con importanti progetti musicali. Un percorso non facile, a causa del suo essere donna e della difficoltà a imporre la presenza femminile sul palco, fino a quel momento luogo prediletto degli uomini.
Ciononostante, gradualmente fu accolta come voce potente e rappresentativa del canto sardo grazie alla capacità di rielaborare in modo personale il repertorio, dalle ninne nanne ai canti religiosi tradizionali fino al cosiddetto “cantu a chiterra”, ossia in lingua accompagnato dalla chitarra.
Ormai ben avviato, il percorso di Maria Carta conobbe particolare slancio soprattutto negli anni ‘70, periodo a partire dal quale iniziò a incidere i primi album. Dopo il disco d’esordio del 1971 intitolato “Paradiso in re”, la sua vita continuò dedita al diffondere quanto possibile il patrimonio musicale sardo.
Oltre a successivi lavori discografici, comparse in documentari recitando o cantando versi in lingua, – tra questi per esempio “Incontro con Maria Carta” trasmesso dalla Rai – spettacoli teatrali, partecipazioni televisive e la raccolta poetica “Canto rituale” del 1975, il suo talento vocale oltrepassò anche i confini nazionali e calcò palchi prestigiosi come quello del teatro Bol’šoj di Mosca. Dal 1976 fino ai primi anni ‘80 intraprese inoltre la carriera politica e divenne consigliera comunale di Roma.
Tante sfaccettature di un unico nome, ulteriormente consolidato anche nel decennio successivo dal proseguo dell’attività discografica ed esibizioni che la accompagnarono fino 1993, quando si ritirò definitivamente dalle scene. Morì il 22 settembre 1994, dopo aver combattuto a lungo contro un brutto male.

Indomita e sensibile, la figura di Maria Carta non ha ceduto all’oblio del tempo, ma al contrario vive ancora oggi nell’operato della Fondazione a lei dedicata. Inaugurata il 24 settembre 1994, la Fondazione Maria Carta nacque non solo per ricordare il suo contributo al rinvigorimento del repertorio sardo, ma anche per far conoscere tratti musicali locali fuori dall’isola.
Obiettivi che la Fondazione si è posta con l’istituzione del premio Maria Carta – riconoscimento conferito a chi promuove la cultura sarda in Italia e nel mondo – e di uno specifico museo, sito proprio a Siligo. Articolato in due livelli divisi in zone tematiche, il percorso espositivo ripercorre l’attività dell’artista con testimonianze di vario genere, da contenuti audiovisivi a manoscritti inediti, fino ad arrivare a filmati e costumi di scena di concerti all’Estero. É presente, inoltre, anche una sezione dedicata all’attività politica svolta a Roma, fattore che restituisce il ritratto di una personalità tanto complessa quanto affascinante.
Il museo Maria Carta si trova in Via Aldo Moro 1, a Siligo (SS). Visitabile con offerta simbolica di 1 euro dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00, mentre sabato e domenica su richiesta. Per ulteriori informazioni, è possibile chiamare al numero 079.837009 oppure scrivere all’indirizzo e-mail [email protected].