“Monster cries solo in the heaven”: per Malakay un nuovo singolo, title-track dell’album d’esordio

Malakay "Monster cries solo in the heaven". 📷 Riccardo Cagnotto

📷 Riccardo Cagnotto

La solitudine, la fragilità dei rapporti sociali, il senso di inadeguatezza: “Monster cries solo in the heaven” è il nuovo singolo del rapper e produttore sardo Malakay per peermusic ITALY.

Title-track dell’album d’esordio e secondo capitolo di una narrazione più ampia iniziata con Millennium ghetto e destinata a proseguire fino all’uscita del disco, “Monster cries solo in the heaven” è un viaggio dentro se stessi alla ricerca di nuove verità, anche dolorose.

Dalla nostalgia generazionale di Millennium ghetto Malakay con il secondo singolo si sposta su un piano più intimo e malinconico attraversato da sonorità lo-fi. Il brano, scritto durante il lockdown, è nato di getto partendo “dal sample finale di Millennium ghetto senza drumline o altri suoni in modo da risultare un unico flusso”. Il risultato è un brano introspettivo, con strofe di solo voce, una riflessione sull’alienazione, sul mostro interiore che abita in ognuno di noi ma che possiamo ritrovare anche in chi ci è vicino.

Se il primo brano si apriva con il discorso di Bill Clinton sul terrore del “millennium bug”, in “Monster cries solo in the heaven” Malakay affida il finale allo speech di Boris Johnson, primo ministro inglese, che durante la fase acuta della pandemia nel 2020 si rivolse agli inglesi con l’inquietante frase sul prepararsi a vedere i propri cari morire.

Così come per Millennium ghetto anche l’uscita di MCSINTH è accompagnata da un video monologo pubblicato sul profilo Instagram di Malakay, scritto con il regista Claudio Spanu e l’autore Luca Darden, che nel primo episodio rifletteva sulla potenza creativa del fallimento.

Il video, scritto dallo stesso Malakay e prodotto da Nubifilm Studio con la regia di Claudio Spanu, riparte proprio da “Millennium ghetto”, dalla fuga del rapper dai suoi rapitori, per spostarsi poi in una sala operatoria di un paradiso pop, perché “scavare dentro di sé è doloroso, quasi quanto un intervento a cuore aperto” racconta il regista.

Malakay, vero nome Andrea Camboni, è un rapper e produttore sardo. Dopo aver rilasciato numerosi brani autoprodotti, nel 2018 si trasferisce a Milano per lavorare meglio alla sua musica. Nel 2019 pubblica VDAYS, un ep di 5 brani distribuito da Universal.

È da anni che cammino rincorrendo il mio destino, u know
Fino a perdere il respiro fino al giorno che mi uccido o che stiro, u know
Sono ancora quel bambino incollato al finestrino, u know 
non so più se sono vivo non mi senti anche se grido, u know 

Guardo il tramonto dal lido la mia idea del paradiso, u know
punto il sole quando guido come un falco con il nido, l’anello con Smeagol
Il cuore è sangue più velluto ricoperto dello sputo
quando ti chiedevo aiuto mi hai proprio fottuto bro come hai potuto

Dimmi come fai, non so come fai 
So che te ne andrai ma non come mai
Non so come stai, ora dove sei? 
Non so piu chi sei 

Baby, baby, baby monster cries solo in the heaven 
Baby, baby, baby monster cries solo in the heaven 
Calamari e pesce crudo sulla barca di qualcuno, u know 
Come fossimo a digiuno sotto questo plenilunio, u know 

Come una farfalla non ritorna bruco un ragno non sarai mai lupo, u know
Smettila di fare il duro si capisce che è uno scudo, u know 
mi guardo allo specchio nudo ma vedo uno sconosciuto, u know 
ingoio ansie con l’imbuto guardami mente mi nutro come un detenuto

O sei un pazzo o sei un illuso, u know
in ogni hai caso con me hai chiuso, u know
O sei un pazzo o sei un illuso, u know
La risposta è il caso è chiuso, u know 

Dimmi come fai, non so come fai 
So che te ne andrai ma non come mai 
Non so come stai, ora dove sei?
Non so piu chi sei 

Baby, baby, baby monster cries solo in the heaven 

Baby, baby, baby monster cries solo in the heaven 

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