A Olbia dialoghi sonori per la festa di Nostra Signora de La Salette con il concerto del duo formato da Greca Puddu e Stefano Curto

Greca Puddu

Un affascinante viaggio tra Ottocento e Novecento con il concerto del Duo Violino e Pianoforte che schiera la giovane violinista Greca Puddu, allieva di Mircea Tifu, perfezionatasi con Salvatore Accardo e Pavel Berman e il pianista Stefano Curto, raffinato e versatile interprete dello strumento a tastiera, in programma venerdì 17 settembre alle 19:30 nella chiesa di Nostra Signora di La Salette a Olbia per l’apertura delle celebrazioni della festa di Nostra Signora de La Salette a Olbia: un evento promosso dalla Scuola Civica di Musica di Olbia nell’ambito della XXII Stagione Concertistica in collaborazione con l’Accademia Musicale Bernardo De Muro e realizzato con il patrocinio e il sostegno del Comune di Olbia e della Regione Sardegna, in collaborazione con l’UniTre di Olbia, e fortemente voluto dall’assessora alla cultura Sabrina Serra.

Raffinati dialoghi sonori e virtuosistici assoli con le suggestive “Danze Rumene” (Sz. 56, BB 68) di Béla Bartók (1881-1945) e la “Zigeunerweisen” (Zingaresca), op. 20 di Pablo de Sarasate (1844-1908), ispirata al folklore gitano, tra note struggenti e ritmi travolgenti, poi la celeberrima e magnifica Sonata n. 3 in re minore per violino e pianoforte, op. 108 di Johannes Brahms (1833-1897) per finire con la rapsodica “Tzigane” di Maurice Ravel (1875-1937), composta negli Anni Venti del Novecento e dedicata alla violinista ungherese Jelly d’Arányi, nipote del celebre virtuoso Joseph Joachim.

Un repertorio variegato, per un itinerario attraverso due secoli di musica, che spazia tra Romanticismo e Impressionismo, con partiture che mettono in risalto le qualità espressive e timbriche dei due strumenti solisti, nel dar voce allo spirito di un popolo, attraverso le melodie e le danze: tra echi della cultura gitana e i balli popolari della Transilvania, la Sonata di Brahms rappresenta una felice sintesi tra tradizione e innovazione, tra la forma classica e la trasfigurazione di sentimenti e stati d’animo, in una scrittura virtuosistica e ricca di pathos.

«Ogni singolo concerto organizzato nei giorni appena trascorsi ha regalato sensazioni e atmosfere uniche!» – sottolinea l’assessora alla Cultura del Comune di Olbia Sabrina Serra -. «Siamo felici di aver potuto offrire al pubblico l’emozione di assistere a eventi musicali di alto livello, con interpreti di fama nazionale e internazionale, e di leggere negli occhi di ciascun partecipante il grande entusiasmo di essere presenti ad un concerto dal vivo. La realizzazione di un cartellone di eventi culturali nei mesi scorsi ha richiesto un particolare impegno, ma ringraziamo le associazioni culturali e gli operatori che con il loro lavoro ci hanno permesso anche in questo periodo così difficile e complicato di regalare l’emozione di un ritorno alla socialità nel segno della bellezza».

Nel cuore della Mitteleuropa con le “Danze Rumene” di Béla Bartók composte nel 1915 e ispirate ai balli tradizionali della Transilvania, in un alternarsi di melodie e ritmi che danno l’idea della ricchezza e varietà della musica popolare, di cui l’artista fu attento e appassionato ricercatore. Incipit nel tempo Energico e festoso di “Jocul cu bâtă” (la Danza del bastone), poi l’Allegro di “Brăul” (la Danza della fascia) e l’Andante di “Pe loc” (la Danza sul posto), mentre corrisponde a un Moderato “Buciumeana” (la Danza del corno di montagna) e infine, dopo l’Allegro della “Poargă românească” (la Polka rumena), un ultimo Allegro con “Măruntel” (una Danza veloce) caratteristica di Belényes (oggi Beiuș, nel distretto di Bihor vicino al confine fra Romania e Ungheria).

S’ispira al folklore gitano “Zigeunerweisen” (Zingaresca), op. 20 per violino e pianoforte di Pablo de Sarasate, datata al 1877 e dedicata a Fredéric Szarvady, che si articola in quattro movimenti: Moderato, Lento, Un poco più lento e Allegro molto vivace: una partitura fortemente evocativa, con vertiginosi assoli di violino, in cui le note struggenti e malinconiche dell’inizio lasciano il posto a un finale brillante e travolgente. “Zigeunerweisen” riflette l’interesse del grande violinista e compositore spagnolo per la musica popolare, trasfigurata attraverso stilemi e forme classiche, e impreziosita da una tecnica impeccabile, con punte di assoluto virtuosismo.

Tra i capolavori del repertorio cameristico, la splendida Sonata n. 3 in re minore per violino e pianoforte, op. 108 di Johannes Brahms, scritta tra il 1887 e il 1888 e dedicata ad Hans von Bülow, comprende quattro movimenti in cui, pur nel rigore della forma, emerge un istintivo senso della melodia, tra molteplici variazioni e passaggi virtuosistici. Nell’Allegro iniziale (in re minore) un avvincente primo tema in cui il canto del violino si dipana sulle “fluttuanti” metriche del pianoforte, lascia poi il posto al secondo, proposto dallo strumento a tastiera e ripreso dal violino che ne esalta la cantabilità. Nell’Adagio (in re maggiore), si intrecciano una dimensione intimistica e una più dinamica, sulle note del violino, mentre il terzo movimento, Un poco presto e con sentimento (fa diesis minore) si accentua il dialogo tra i due strumenti, e infine il Presto agitato (in re minore) tra i potenti accordi del pianoforte e l’ammaliante cantabilità del violino, in una sapiente alternanza di ritmo e melodie a comporre un fantasioso e vibrante paesaggio sonoro.

Finale rapsodico con “Tzigane” di Maurice Ravel, composta tra il 1922 e il 1924, inizialmente pensata per violino e pianoforte, con la possibilità di utilizzare il luthéal (un accessorio per lo strumento a tastiera che consente dei cambi di registro durante l’esecuzione): di chiara ispirazione gitana, la partitura rievoca atmosfere e suggestioni di una remota e per certi versi “esotica Andalusia. La voce del violino esprime il canto di un popolo misterioso, denso di pathos e malinconia, in dialogo con il pianoforte, oltre che in evocativi assoli, in una composizione dal carattere “impressionistico” che rimanda allo stile tardo romantico europeo, e in particolare al talento e la maestria di artisti come Niccolò Paganini e Pablo de Sarasate.

Sotto i riflettori una giovane e brillante interprete, la violinista ventenne Greca Puddu, con esordi da enfant prodige, formatasi sotto la guida di Mircea Tifu e perfezionatasi con Salvatore Accardo e Pavel Berman, vincitrice nel 2019 del Premio Giangrandi-Eggman e il pianista Stefano Curto, cresciuto alla scuola pianistica di Arlette Eggmann Giangrandi, poi sotto la guida della pianista argentina Mirta Herrera, classificatosi ai primi posti in importanti competizioni pianistiche nazionali e internazionali, alterna l’insegnamento e l’attività concertistica in Italia e all’estero, che sfoglieranno alcune delle pagine più affascinanti e significative del repertorio per violino e pianoforte, con particolare attenzione alla musica popolare e allo spirito del Romanticismo.

Il concerto del Duo Violino e Pianoforte con Greca Puddu (violino) e Stefano Curto (pianoforte) che dà il là alle celebrazioni per la festa di Nostra Signora di La Salette a Olbia è organizzato dalla Scuola Civica di Musica di Olbia, nell’ambito della XXII Stagione Concertistica, in collaborazione con l’Accademia Musicale Bernardo De Muro diretta dal maestro Fabrizio Ruggero – e realizzato con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Olbia, grazie all’impegno dall’assessora Sabrina Serra.

L’ingresso è gratuito. Per informazioni: Accademia Musicale Bernardo De Muro – cell. 349.4077241.

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