Un talento e una passione per la musica che hanno oltrepassato i confini nazionali e stanno facendo breccia a New York. Questa è l’impresa in cui è riuscito Gianni Solinas, informatore scientifico di Sassari di 47 anni, che fin da giovanissimo si è fatto strada nel panorama musicale, prima in quello sardo e italiano e ora, addirittura, in quello del rap americano.
“Nel lontano 1995 avevo cominciato a suonare con i Nero Perverso, un gruppo metal con cui avevo girato per la Sardegna e realizzato anche una tappa a Madrid, successivamente, fine anni ’90, inizio anni ‘2000, avevo collaborato con Alfredo Murtula e gli Umiliati & Offesi, una band di rock cabaret con cui avevo fatto vari tour in Italia. In quegli anni avevo iniziato a fare dei beats, delle basi elettroniche, con collaborazioni sarde, soprattutto sassaresi. Nel 2009 fondai con Joe Perrino i Grog, di cui ero il chitarrista, realizzando due album e girando per la Sardegna e l’Italia. Eravamo considerati uno dei migliori gruppi italiani di rock underground.”
La svolta arriva durante il difficile 2020 segnato dalla pandemia di Covid-19, quando Gianni Solinas riscopre la sua passione per le basi elettroniche: “Non essendo possibile suonare dal vivo durante il lockdown, ho deciso di lavorare con i software. Io ho sempre ascoltato la Weast Coast, il gangster rap, nonostante il rap sia nato nel Bronx, ma paradossalmente i miei beats richiamano più la East Cost, dove vengono definiti boom bap, si tratta di ritmi su cui vengono aggiunte delle liriche sensate, indipendentemente dalla melodia, mentre sulla Weast Coast, in particolare a Los Angeles, si basano più sulla melodia, c’è una costruzione diversa, anche nel ritornello. Non appena ho creato i miei beats ho contattato vari artisti italiani. C’è stata una bellissima collaborazione con gli Assalti Frontali, che hanno fatto la storia del rap italiano e con cui abbiamo realizzato “Il Rap dell’infermiere”, un tributo agli infermieri per l’impegno profuso durante i mesi più duri dell’epidemia, ne ha parlato anche il Corriere della Sera ed è stato trasmesso in Rai”.
Il successo avuto in Italia porta il musicista a pensare di espandersi a livello internazionale e ad intraprendere un dialogo con artisti americani: “Gli americani hanno una mentalità diversa, a loro non importa chi sei o da dove provieni, se un prodotto gli piace e pensano sia adatto per fare business tendono a coinvolgere, senza nessuna preclusione o gelosia.”
Nasce così la collaborazione di Gianni Solinas con il famoso rapper italoamericano Robert GFella Scalere, uno dei più importanti rapper bianchi del Bronx, una star che ha suonato all’Apollo, dove si sono esibiti anche James Brown e Michael Jackson: “GFella ha da subito apprezzato le mie basi elettroniche, inizialmente dovevamo fare solo un singolo e un video, poi mi è stato proposto di realizzare un intero disco insieme dal titolo “The Italian Connection”, e nella copertina del disco ha voluto scrivere: “John Solinas presents”. Per quanto riguarda il contenuto del disco, le mie basi musicali sono quelle delle musiche da strada, – precisa Solinas – soprattutto quelle di New York, del Bronx, dove c’è un substrato di culture diverse che si sono intersecate in tutto il XX secolo. Questo dettaglio, unito alle parole in italiano, emerge quando GFella rappa, così come si possono sentire accenti polacchi o portoricani, lui infatti è il principale rappresentante di un nuovo genere rap che si chiama Guido”.
Attualmente è in corso la promozione di “The Italian Connection” che nelle piattaforme digitali sta andando benissimo: “Abbiamo fatto i video di due singoli del disco, “Hitzman”, uscito il 18 dicembre, in cui ci sono anche io, abbiamo così portato Sassari in un video americano, e “Street Talk”, che è un film, una sorta di cortometraggio nello stile dei film di mafia, uscito il 25 dicembre insieme al disco. Con gli americani è abbastanza semplice promuovere un disco, utilizzano soprattutto Twitter e Instagram raggiungendo milioni di visualizzazioni, inoltre loro non fanno più copie fisiche, è tutto digitalizzato, con Spotify, iTunes, SoundCloud, tutto è scaricabile”.
Il successo ottenuto con “The Italian Connection” ha permesso al musicista di Sassari di intrecciare altre collaborazioni, sempre oltreoceano: “Ora vengo contattato da diversi newyorkesi per realizzare altri progetti. A gennaio o a febbraio uscirà un disco che ho fatto con Lord Willin di Boston, e in più ho realizzato una decina di singoli con altri rapper di New York e zone limitrofe, oltre ad altri singoli che farò con i sardi, come i Malos Cantores e i Balentia. Sto anche cercando di coinvolgere Peppino Anfossi, il violinista degli ex Nasoodoble. Inoltre, ogni mese, con i rapper Salvatore Here e Big Vito di New York facciamo uscire un singolo e un video, in questo progetto ho inserito altri italiani come Zeus One e Giocca di Sassari.”
E per il futuro suo e degli altri colleghi Gianni Solinas non ha dubbi: “Solo collaborando e coinvolgendo tanti artisti si possono aprire molte porte, proprio come già accade in America.”