Simone Cristicchi torna al Festival di Sanremo con un brano che affonda le radici nella sua storia personale. “Quando sarai piccola” è una canzone scritta cinque anni fa e già proposta in passato per il palco dell’Ariston. A quel tempo, però, la selezione non andò a buon fine: Amadeus scelse di non inserirla tra i brani in gara. In un’intervista al Corriere della Sera, il cantautore romano ha rivelato di non aver vissuto quella decisione con rabbia, spiegando di essere convinto che le canzoni abbiano un loro momento per arrivare al pubblico. Guardandosi indietro, anzi, si dice grato per quel rifiuto, convinto che nei festival di Amadeus si sarebbe sentito fuori contesto.
La scelta di Carlo Conti di includerla tra le canzoni di questa edizione ha dato nuova vita a un brano che sta già lasciando il segno. La reazione del pubblico dell’Ariston è stata inequivocabile: per due sere consecutive, la sua esibizione ha strappato applausi e standing ovation. Il testo racconta il delicato rapporto tra un figlio e una madre affetta da Alzheimer, una condizione che la rende sempre più fragile, fino a trasformarla, agli occhi del figlio, in una bambina. Un tema che Cristicchi sente in modo diretto, avendo vissuto l’esperienza della malattia della madre, colpita nel 2012 da un’emorragia cerebrale che ha cambiato per sempre il suo stato di salute.
Cristicchi stesso si è detto sorpreso dall’impatto che la canzone sta avendo sul pubblico, soprattutto tra i più giovani. Era convinto che il tema avrebbe toccato maggiormente una fascia d’età più adulta, mentre le reazioni dimostrano che la sua musica è arrivata trasversalmente. In un panorama dominato dallo streaming e dalle logiche di mercato, il cantautore riconosce di essere poco presente sulle piattaforme digitali, ma ribadisce che la poesia e la musica non dovrebbero basarsi solo sui numeri.
“Quando sarai piccola” è anche il brano che apre il suo nuovo album, “Dalle tenebre alla luce”, il primo dopo oltre dieci anni di assenza dal mercato discografico. Un lavoro che raccoglie dodici tracce e attraversa i momenti più complessi della vita dell’artista, con un filo conduttore che si muove tra il dolore e la speranza. Il titolo del disco non è casuale, così come non lo è la scelta di chiudere l’album con la traccia omonima, che rappresenta un messaggio di fiducia nella vita.
Il ritorno alla pubblicazione di un disco è arrivato dopo anni dedicati prevalentemente al teatro. Cristicchi ha spiegato che in questo decennio ha preferito esprimersi dal vivo, senza sentire la necessità di incidere nuova musica. A cambiare le cose è stato un grave incidente, che lo ha spinto a riprendere in mano il progetto. Da qui la decisione di dare forma a un album in cui ogni canzone ha un significato ben preciso. Una scelta che lo porta anche a riflettere sulle dinamiche dell’industria musicale odierna, sempre più frenetica e orientata alla produzione costante di nuovi brani. Un sistema che, secondo lui, spesso sacrifica il valore artistico alla ricerca della prossima hit da classifica.
Riguardo alla genesi di “Quando sarai piccola”, Cristicchi ha raccontato di averla scritta durante la prima fase della pandemia. Inizialmente, molti lo avevano sconsigliato di includerla nel disco, ritenendo che meritasse uno spazio diverso. Ma dopo averla fatta ascoltare e averne valutato l’impatto emotivo, ha deciso di proporla a Sanremo, dove ha trovato in Carlo Conti un sostenitore del progetto.
Il cantautore vede in questo brano una forma di sensibilizzazione su temi che considera universali: la fragilità della vecchiaia e il ruolo che i figli si trovano a ricoprire nel prendersi cura dei propri genitori. L’esperienza vissuta con sua madre è alla base di tutto. Da un lato, il senso di tenerezza nel vedere una madre in difficoltà; dall’altro, il dolore e la rabbia per una condizione che fatica ad accettare. Un’emozione che emerge nella canzone, trasformandola in qualcosa di più di una semplice melodia: un racconto intimo e profondamente umano.
Il testo di “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi
Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei,
Ti starò vicino come non ho fatto mai.
Rallenteremo il passo se camminerò veloce,
Parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.
Giocheremo a ricordare quanti figli hai,
Che sei nata il 20 marzo del ‘46.
Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito
Ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.
Ti insegnerò a stare in piedi da sola, a ritrovare la strada di casa.
Ti ripeterò il mio nome mille volte perché tanto te lo scorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutto quell’amore che mi hai dato
E sorridere del tempo che non sembra mai passato.
Quando sarai piccola mi insegnerai davvero chi sono,
A capire che tuo figlio è diventato un uomo.
Quando ti prenderò in braccio
E sembrerai leggera come una bambina sopra un’altalena.
Preparerò da mangiare per cena, io che so fare il caffè a malapena.
Ti ripeterò il tuo nome mille volte fino a quando lo ricorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato.
E sconfiggere anche il tempo che per noi non è passato.
Ci sono cose che non puoi cancellare,
Ci sono abbracci che non devi sprecare.
Ci sono sguardi pieni di silenzio
Che non sai descrivere con le parole.
C’è quella rabbia di vederti cambiare
E la fatica di doverlo accettare.
Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria
Che non so dimenticare.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutta questa vita che mi hai dato
E sorridere del tempo e di come ci ha cambiato.
Quando sarai piccola ti stringerò talmente forte
Che non avrai paura nemmeno della morte
Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte
Adesso è tardi, fai la brava
Buonanotte.
