“Se ti svegliassi a un’ora diversa in un posto diverso, ti sveglieresti come una persona diversa?”
Fight Club
Interrogativo che ben si intreccia al desiderio comune di mollare tutto e andare via. Ma se trovassimo davvero il coraggio per farlo resteremmo tali e quali a quando siamo partiti? Per me la risposta è sempre stata ovvia. Quando l’ho chiesto a Sebastiano Dessanay, invece, la sua visione mi ha davvero stupita.
Classe 1972, nato a Cagliari, Sebastiano oggi è professore al Royal Birmingham Conservatoire; contrabbassista jazz con all’attivo parecchi album e un Dottorato in composizione contemporanea; ciclista per hobby e fotografo di tutto rispetto.
Mettendo insieme i suoi talenti sta dando forma a una memorabile esperienza: dall’ottobre 2018 è protagonista di un viaggio on the road che in sella alla bici lo porterà a scoprire panorami e costruire ricordi fino all’inverno 2019, dedicando complessivamente trecentosettantasette giornate ad altrettanti comuni sardi.
Ma come è arrivato a farlo davvero?
Il suo viaggio è cominciato innanzitutto nei pensieri: prima la sensazione, come una melodia appena accennata, di voler riprendere fiato, di tornare nella propria isola per conoscerla davvero. Poi l’idea ha preso corpo, si è strutturato il ritmo giornaliero del tradurre l’esperienza in scritti, foto, frammenti musicali.
La tessitura del progetto via via s’è fatta più ricca, l’armonia conclusa: quello sarebbe stato un viaggio di slanci compositivi, di silenzi naturali mischiati a rumori antropizzati, di lunghe pause riflessive in cui comporre la propria musica.
Ma ecco il contrappunto: brulicanti a inizio viaggio si incontrano persone. Tantissime, molteplici, ricche. E il tuffo interiore si trasforma in conoscenza dell’umano, in esperienza allocentrica, in deviazione dai propri step. Sebastiano giura che per comporre vorrà solo nutrirsi di quello che gli accadrà quotidianamente, così da poter trasformare tutte le giornate in un album tributo alla sua terra.
Ha dedicato due anni alla preparazione psicofisica: oltre a pedalare su lunghe distanze e con qualsiasi clima (vivere in UK l’ha ben temprato), ha divorato libri su imprese sportive e annotato tutte le idee in un quaderno. La sua capacità di narratore ben si nota nel blog su 377project.com: seguire i suoi spostamenti è un’esperienza letteraria multimediale ove i comuni si sfogliano come pagine di un libro; ogni luogo è fatto di riflessioni, accadimenti, riferimenti che tornano e saltano da una tappa all’altra, foto e storie di chi vi abita, frammenti sonori che ogni giorno cambiano matrice d’ispirazione. Ci può capitare di ascoltare l’organo di Sorradile, o di leggere i segreti dei campanacci di Tonara, ma è con l’ukulele basso che Sebastiano appunta maggiormente i suoi frammenti, dato che lo ha scelto come unico compagno di viaggio.
Partito da Nuoro, dopo un autunno passato a vincere le salite montuose, per gennaio/febbraio prospetta un itinerario più dolce verso sud per poi risalire con l’arrivo della bella stagione (si stima sarà a Sassari per giugno) e tornare a Cagliari per l’ultima tappa ai primi dell’inverno prossimo. Nelle sue visite non è raro che incontri istituzioni e artisti del luogo: ha già partecipato a concerti, visitato musei, conosciuto sindaci. Il progetto è di valore e ben articolato, pur lasciando una buona parte alla casualità: non stupisce che una delle scommesse maggiori di Sebastiano sia spostarsi per l’Isola senza pianificare dove alloggiare o dove consumare i pasti. Seppur metodico, è comunque un jazzista!
È possibile seguire @377project sia su Facebook che su Instagram, mettendosi in contatto con Dessanay per far parte della sua esperienza o offrirgli ospitalità; noi l’abbiamo contattato per rispondere a qualche curiosità.
Cosa pensavi all’inizio del viaggio e cosa pensi
ora di tutti gli incontri che stai facendo?
Non pensavo
che avrei potuto farlo davvero. Immaginavo molto più tempo dedicato alla musica e alla
composizione. Dopo due mesi ho capito che il fatto di chiedere ospitalità
richiede molto tempo da dedicare a chi mi ospita, a ciò che mi vogliono far
vedere del posto, alle storie che mi raccontano. La quantità di parole che ho sentito
in questi due mesi è inimmaginabile, storie di ogni tipo, raccontate ad uno
sconosciuto. Evidentemente infondo fiducia! Gli incontri sono tutti
interessanti, dal pastore, all’imprenditore, con tutto ciò che sta in mezzo,
ognuno ha qualcosa di interessante da trasmettermi. Imparo qualcosa
quotidianamente. Come ha detto una mia amica, alla
fine sarò “l’uomo più ricco della Sardegna”.
Come immagini l’esito di questa esperienza?
A
questo punto immagino ci sarà anche un libro, che
racconterà questo viaggio, anche attraverso le storie umane che
regolarmente racconto nel blog. Magari con una selezione di foto che stanno
riscuotendo molto successo. L’album non sarà un disco di musica tradizionale
sarda, che rispetto ma che non mi appartiene. Alla fine del viaggio il tempo da
dedicare alla composizione e realizzazione del disco sarà più lungo, avrò
bisogno di un altro anno sabbatico per digerire tutto!
Quindi Sebastiano, per tornare al nostro inizio, se tu ti svegliassi a un’ora diversa in un posto diverso, pensi ti sveglieresti come una persona diversa?
Per me la risposta è No. (ride, e rido anch’io. n.d.a.) Ma forse senza rendermene conto sto cambiando lentamente ogni giorno.