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“Stelle” per la trentaquattresima edizione di Time in Jazz

Un titolo ispirato a Dante Alighieri per il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma dal 7 al 16 agosto a Berchidda e in altri centri del nord Sardegna

di Redazione
8 Aprile 2021
in Eventi, Musica, Sardegna
🕓 12 MINUTI DI LETTURA
56 0
Time in Jazz 2020 - Paolo Fresu a Berchidda. Foto Alessandra Freguja

Time in Jazz 2020 - Paolo Fresu a Berchidda. Foto Alessandra Freguja

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È uno degli appuntamenti più attesi dell’estate musicale in Sardegna: dal 7 al 16 agosto è tempo di Time in Jazz, il festival fondato (nel 1988) e diretto da Paolo Fresu a Berchidda, il suo paese ai piedi del monte Limbara, tra Logudoro e Gallura. Qui pulsa il cuore dell’organizzazione e si concentra il grosso della manifestazione, in particolare i concerti serali che si tengono nell’arena allestita in piazza del Popolo. Ma Time in Jazz si snoda abitualmente attraverso una quindicina di altri comuni e località del nord dell’isola (previsti quest’anno Arzachena, Bortigiadas, Buddusò, Bulzi, Ittiri, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Mores, Olbia, Oschiri, Porto Rotondo, San Teodoro, Telti e Tempio Pausania) facendo tappa con i suoi concerti del mattino e del pomeriggio in spazi e scenari sempre differenti, tra chiesette di campagna, scorci di mare, piazze, boschi, siti archeologici.

Ogni anno il festival (che nel 2020 è stato insignito dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica) si riconosce in un titolo diverso: “Stelle” (“Isteddhos” in sardo logudorese-berchiddese) è quello che caratterizza la trentaquattresima edizione, in programma l’estate prossima; un titolo ispirato a Dante Alighieri, nel settimo centenario della morte, e al suo capolavoro, La Divina Commedia. Spiega Paolo Fresu nelle sue note introduttive:

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“Attilio Momigliano, critico letterario vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, identifica nelle stelle la vera meta di Dante Alighieri. Non a caso queste ricorrono alla fine di ognuna delle cantiche della Divina Commedia. Sono un’ode all’amore, nobile sentimento che anima il mondo e la vita e che il poeta fiorentino descrive attraverso la raffinata metafora degli astri”.

Le stelle, nella loro “dinamica immutabilità”, nel loro ricordarci che l’“eternità appartiene agli astri ma non all’uomo”, hanno da sempre stimolato l’anima e la fantasia di filosofi, scrittori, poeti, musicisti. Come David Bowie, che ha guardato alle stelle attraverso il suo personaggio forse più amato, Ziggy Stardust, e in brani come “Space Oddity”, “Starman”, “Life on Mars?”, fino al suo album-testamento, “Blackstar”, uscito il 6 gennaio 2016, appena due giorni prima di lasciare questo mondo.

E appunto al “Duca Bianco” è dedicato uno dei concerti di spicco nel cartellone del prossimo Time in Jazz, “Heroes”, un progetto presentato due anni fa a Monsummano Terme, in Toscana, e di recente consegnato alle tracce dell’omonimo cd pubblicato da Paolo Fresu in occasione del suo sessantesimo compleanno. Insieme al trombettista sardo, sul palco di Berchidda (l’11 agosto) così come sul disco, cinque nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale: la cantante Petra Magoni, Francesco Diodati alla chitarra, Francesco Ponticelli al basso, Christian Meyer alla batteria e, al trombone e all’elettronica Gianluca Petrella, che il pubblico di Time in Jazz potrà applaudire ancora sia alla testa del suo gruppo Cosmic Renaissance (il 13 a Berchidda) sia affiancato dal vibrafonista Pasquale Mirra (il 12 a Buddusò).

“Heroes”. Foto Roberto Cifarelli

Altro impegno in agenda anche per Petra Magoni, che sotto l’insegna del duo Musica Nuda insieme al contrabbassista Ferruccio Spinetti, sarà protagonista (il 9 agosto) di un evento attesissimo a ogni edizione del festival: il concerto in omaggio a Fabrizio De André a L’Agnata, la tenuta nei pressi di Tempio Pausania che a metà anni Settanta divenne la dimora del grande cantautore genovese in terra sarda.

Appuntamento immancabile del festival è anche la traversata marittima in musica a bordo della nave della Corsica Ferries–Sardinia Ferries in viaggio da Livorno a Golfo Aranci, che stavolta (data ancora da stabilirsi in base all’evolversi dell’emergenza Covid) imbarcherà voci, ukulele e percussioni di Sara Magon eClara Zucchetti con il loro repertorio ispirato perlopiù alle musiche tradizionali dei più disparati angoli del mondo.

Diverse altre voci si ascolteranno questa estate a Time in Jazz: quella di Fabio Concato (il 14 a Berchidda), tra i protagonisti della canzone d’autore degli ultimi quarant’anni; quella di Mario Venuti (il 9 a Porto Rotondo), un cammino partito nei primi anni Ottanta con una band come i Denovo, prima di intraprendere la sua carriera solistica; e quella di John De Leo (il 10 a Telti), già frontman dei Quintorigo, artista trasversale, dalla vocalità duttile e sperimentale. E si ascolteranno anche suoni della tradizione sarda con gli organetti di Pierpaolo Vacca e del giovanissimo Giacomo Vardeu (il 15 a Berchidda); tradizione che, da isola a isola, si incrocerà con quella celtica in una “Suite Sardegna” proposta ad hoc dalla violoncellista irlandese Naomi Berrill (il 12 a Bortigiadas).

Ma è naturalmente il jazz nelle sue diverse declinazioni e nei suoi immediati dintorni a fare la parte del leone nel programma del festival: ecco dunque in arrivo a Berchidda (il 12 agosto) il trombettista Avishai Cohen, stella del jazz israeliano, alla testa del suo gruppo elettrico Big Vicious con cui ha firmato uno dei dischi più interessanti dello scorso anno; ed ecco poi una variegata rappresentanza della scena italiana: il trio Floors di Filippo Vignato (trombone, effetti), Francesco Diodati (chitarra) e Francesco Ponticelli (contrabbasso, elettronica), tre giovani musicisti tra i più interessanti della nuova scena jazz italiana (l’11 a Budoni); il quartetto di Matteo Pastorino (l’11 a Loiri Porto San Paolo), voce emergente del clarinetto in Europa, nato e cresciuto in Sardegna ma di stanza a Parigi.

Yonatan Albalak, Aviv Cohen, Avishai Cohen, Uzi Ramirez, Ziv Ravitz. Foto Ben Palhov

E ancora il trio MAT (il 13 a Ittiri) di Marcello Allulli (sax tenore), Francesco Diodati (chitarra) e Ermanno Baron (batteria), sulle scene dal 2007 e prossimo a firmare il suo quarto album; Fabio Giachino, artista eclettico, attivo come pianista entro i confini del jazz e della musica improvvisata ma anche come producer nella musica elettronica (il 10 a Luogosanto); il Trio Bobo, formazione di impronta jazz-rock nata nel 2002 intorno dalla sezione ritmica di Elio e le Storie Tese, ovvero Faso (basso) e Christian Meyer (batteria), più il chitarrista Alessio Menconi (il 10 ad Arzachena); il pianista Paolo Di Sabatino alla testa del suo trio (il 14 a Mores) con Marco Siniscalco (basso) e Glauco Di Sabatino (batteria), lo stesso organico che il pubblico di Time in Jazz ritroverà sul palco anche ad accompagnare in concerto Fabio Concato.

Inoltre, il pianista umbro Ramberto Ciammarughi sia in solo (il 14 a Bulzi), sia in compagnia dello scrittore Gavino Ledda e di Paolo Fresu per dare forma a una produzione originale in tema con questa edizione di Time in Jazz, “Sa Divina Cummedia” (il 13 a Oschiri), che trae origine dalla prima e coraggiosa traduzione dell’opera di Dante in sardo fatta da Pietro “Pedru” Casu (1878 – 1954), parroco, letterato e studioso della lingua sarda. A Paolo Fresu spetterà anche il compito di chiudere la serie di concerti in quello che è ormai da qualche edizione il teatro dell’ultimo atto del festival, lo Stagno di San Teodoro (il 16 agosto): ad affiancare il trombettista, questa volta, un protagonista del jazz scandinavo, il contrabbassista svedese Lars Danielsson, per ripercorrere dal vivo note e emozioni del loro album “Summerwind”.

Berchidda è culla di tanti talenti e realtà musicali che anche quest’anno troveranno spazio nel festival: come la storica Banda Musicale “Bernardo De Muro”, nelle cui file ha mosso i primi passi lo stesso Paolo Fresu; come la Funky Jazz Orkestra, chiamata a esibirsi sia in concerto che in street parade nelle vie e nelle piazze del paese; e come il batterista Giovanni Gaias, impegnato con il suo trio (Jim Solinas all’Hammond, piano e synth, e Giuseppe Spanu alla chitarra) tutte le notti nello spazio dopoconcerto, Time After Time, insieme a ospiti ogni volta diversi (il sassofonista campano Vincenzo Saetta, e i sardi Menhir & Dj Kork, il bassista Gavino Riva, la cantante Manuella), e poi sul palco di piazza del Popolo, con la partecipazione del duo blues Don Leone e del chitarrista tuareg Bombino, per la tradizionale festa di Ferragosto.

Forte del riuscito debutto dell’anno scorso, ritorna poi il “FestivalBar”, la serie di showcase in scena ogni sera nei bar berchiddesi; quasi un festival nel festival, a cura di Michele Pinna e Luca Devito, che farà anzi da apertura alla dieci giorni di Time in Jazz il 7 agosto. Protagonisti alcune delle proposte più interessanti del panorama musicale sardo – la cantautrice sassarese Angela Colombino, l’olbiese Bella Socio del collettivo Negative Outcomes, il cantautore algherese Davide Casu, The Giannies con il loro punk e rock’n’roll, Black Victor & Williboy Taxi, ovvero Vittorio Pitzalis, tra i bluesman più rappresentativi della Sardegna, e William Rossi – e altri artisti in arrivo invece dalla Penisola: The Blues Against Youth, progetto solista di matrice country/blues del musicista romano Gianni TBAY, il Lovesick Duo dei bolognesi Francesca Alinovi e Paolo Roberto Pianezza tra country, rock’n’roll e western swing anni ’40 e ’50, e il rock-blues dei Caboose di Luis De Cicco e Carlo Corso.

Time to Children

Oltre alla musica dal vivo, come sempre a Time in Jazz, tanti altri appuntamenti e attività caratterizzeranno anche la prossima edizione. Uno spazio sempre più rilevante viene dedicato all’educazione musicale dei bambini con l’ampliamento del progetto Time to Children, patrocinato dall’associazione Il Jazz va a Scuola e sviluppato da Time in Jazz con il sostegno del Banco di Sardegna.

Dal 9 al 16 agosto bambini, ragazzi e adulti saranno accompagnati, attraverso spettacoli, laboratori, flashmob e mostre, alla scoperta della musica jazz e popolare, degli strumenti musicali, della multisensorialità, della musica come condivisione e tanto altro; guide d’eccezione in questo viaggio dal titolo “Twinkle, twinkle little star…” musicisti ed educatori, come il brioso duo a base di percussioni, ukulele e voce formato da Sara Magon e Clara Zucchetti, la musicista e musicoterapeuta Francesca Romana Motzo, il trombettista Mirco Rubegni, i percussionisti Pasquale Mirra, Danilo Mineo e Stefano Baroni, il musicista e etnomusicologo Ambrogio Sparagna, il cantante John De Leo, l’etnomusicologo Fabio Calzia e l’illustratore Alessandro Sanna, l’attore Giancarlo Biffi, la cantante Catia Gori e la violinista Sonia Peana, ideatrici e coordinatrici del progetto, e tanti altri che verranno ad aggiungersi prossimamente.

Da quest’anno Time to Children entra a far parte di Time to Campus, un più ampio progetto di educazione non formale e informale e di attività ludiche per l’empowerment dell’infanzia e dell’adolescenza; finanziato dal Dipartimento per le politiche della Famiglia del Consiglio dei Ministri, tende a promuovere un nuovo servizio di welfare di comunità per lo sviluppo di attività educative legate al jazz, in cui esso diventi strumento principale di didattica musicale per bambine e bambini tra gli otto e gli undici anni. Un campus stanziale e un grande programma di accoglienza e partecipazione artistica con musica, teatro, arte, natura ed educazione, immersione nel territorio, sport, supporto alle famiglie e coinvolgimento di grandi artisti sotto la direzione artistica di Sonia Peana.

Time to Children 2020 – Foto Claudia Virdis

Libri, cinema, mostre

Immancabile anche l’appuntamento con Time to Read, la serie di incontri con i libri e i loro autori, che a Berchidda, negli spazi di Sa Casara (l’ex caseificio oggi sede dell’associazione Time in Jazz), ospiterà il giornalista Giacomo Serreli con “Boghes e Sonos“, opera che ripercorre sessant’anni di musica isolana, il musicista Bruno Tommaso, co-autore del libro “La scuola che sognavo. La musica come bene comune, il jazz come dialogo“, Luigi Onori, giornalista musicale che porta in dote “La storia del Jazz“ scritta insieme a Riccardo Brazzale e Maurizio Franco; dalle stelle della musica si viaggia su quelle del cielo con il fisico Eugenio Coccia, che introduce al pubblico “Stelle, galassie e altri misteri cosmici“. Tra fiaba, illustrazione e musica è invece il libro per l’infanzia “Nidi di Note“, presentato da Bruno Tognolini e Alessandro Sanna, rispettivamente autore e illustratore dell’opera. A chiudere le presentazioni editoriali, “Time in Jazz Diary 2020” (Postcard 2020), che rievoca la scorsa edizione del festival attraverso l’obiettivo della fotografa Alessandra Freguja.

Si apre alle suggestioni legate al tema “Stelle” la rassegna di film e documentari a cura del regista Gianfranco Cabiddu: si comincia con un tributo alla figura di David Bowie, con la proiezione del videoclip di “Blackstar”, del documentario “David Bowie last five years” e di “Stardust“, film del 2020 tra storia e fiction diretto da Gabriel Range. Proporrà invece una riflessione sul momento critico che sta vivendo il mondo dell’arte e dello spettacolo la visione del documentario “50 Santarcangelo Festival“, mentre “Musica da lettura – P60lo Fresu” è il film del concerto che si è tenuto per i sessant’anni appena compiuti del trombettista all’Archiginnasio di Bologna, luogo della cultura per eccellenza, con Alessandro Bergonzoni come guida di eccezione. Le “stelle” di Dante verranno rievocate con la proiezione della “Lectura Dantis per voce solista”, la prima di una serie di letture della Divina Commedia tenuta da Carmelo Bene nel 1981, per l’anniversario della strage di Bologna.

Le arti visive troveranno il consueto spazio con le opere della Collezione di Arte contemporanea nata grazie al contributo degli artisti che negli anni hanno partecipato alle iniziative del festival, in esposizione alla Casara, dove saranno allestite anche alcune mostre temporanee: “Jazz Frames”, con gli acquerelli di Severino Salvemini, le riproduzioni dalle tavole originali di Alessandro Sanna per i libri “Crescendo” e “Nidi di note”, e la mostra delle fotografie di Alessandra Freguja e Gabriele Lugli che raccontano la passata edizione del festival, con i suoi volti, le sue emozioni e le sue suggestioni.

A completare e arricchire il programma contribuiranno infine vari incontri e degustazioni di prodotti dell’enogastronomia locale e le consuete iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale raccolte sotto l’insegna Green Jazz: Time in Jazz fa parte di Jazz Takes The Green, la rete dei festival jazz ecosostenibili, prima esperienza italiana di aggregazione di eventi culturali che hanno a cuore la causa Green.

Time in Jazz si presenta dunque con un programma come sempre ricco e variegato al suo trentaquattresimo appuntamento. “Superato il momento pandemico della scorsa edizione”, sottolinea Paolo Fresu, “ci sentiamo pronti e motivati ad affrontare il presente sotto la buona stella della passione e della condivisione che da sempre ha permeato Time in Jazz. Un festival che esula dai generi come il jazz ci ha insegnato e che brilla di luce propria. Al ritmo pulsante della galassia sonora che illumina le infinite notti stellate della Sardegna e i suoi bassi cieli africani”.

E a proposito di Africa, arriva da Accra l’immagine di questa edizione del festival: la firma Yiwa Voprinda, una grafica ventisettenne di casa nella capitale del Ghana, che ha voluto regalare a Time in Jazz il suo lavoro, selezionato tra tutti quelli che anno partecipato a un apposito concorso lanciato nei mesi scorsi da Time in Jazz su diverse piattaforme di design internazionali.

Biglietti e prevendite

Tutti gli appuntamenti, come di consueto, saranno a ingresso gratuito, ad eccezione dei concerti in programma sul palco di Piazza del Popolo a Berchidda e dell’omaggio a Fabrizio De André a L’Agnata. Come già l’anno scorso, nel rispetto delle misure anti-Covid, sarà possibile accedere ai concerti solo con biglietto o abbonamento digitali, scaricabili su smartphone e da esibire all’ingresso, che si potranno acquistare prossimamente online su Vivaticket. Una modalità che garantisce la possibilità di osservare il distanziamento interpersonale, di evitare gli assembramenti all’ingresso e il contatto fisico con il biglietto cartaceo. Sarà obbligatoria anche la prenotazione per i concerti con ingresso gratuito secondo le modalità che verranno indicate in seguito.

La trentaquattresima edizione del festival Time in Jazz è organizzata dall’omonima associazione culturale con il sostegno dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Comunità Montana Monte Acuto e delle Amministrazioni Comunali di Berchidda e degli altri centri coinvolti nel festival, con il contributo di Fondazione di Sardegna, Gruppo Unipol, Banco di Sardegna, Corsica Ferries–Sardinia Ferries, Fondazione Raul Gardini e Novamont, e con la collaborazione di Arborea, Rau Arte Dolciaria, distilleria Lucrezio R., Geasar, Consorzio Porto Rotondo, Scuola Holden e Qobuz. Media partner Radio Monte Carlo, radio ufficiale del festival, Spotify e Spreaker. Time in Jazz fa parte dell’Associazione I-Jazz, del Sardinia Jazz Network, del progetto GreenFEST e di Jazz Takes The Green, la rete dei festival jazz ecosostenibili.

Per informazioni, la segreteria organizzativa risponde al numero 320 38 74 963 e all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Aggiornamenti e altre notizie sono disponibili sul sito timeinjazz.it e alla pagina @timeinjazz.

Tags: BerchiddamusicaPaolo FresuTime in Jazz
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