Ritorna a Ozieri sabato 6 dicembre, alle 19, al Teatro Civico “Oriana Fallaci”, il Premio Biennale Città di Ozieri per cori tradizionali sardi, giunto alla sedicesima edizione. L’appuntamento, punto di riferimento per il canto corale sardo, conferma anche quest’anno la partecipazione di numerosi gruppi provenienti da tutta la Sardegna e si distingue per la sua articolazione in due sezioni principali: una legata alla cosiddetta “Scuola di Nuoro”, di impianto tradizionale, e una “evolutiva”, dedicata ai brani inediti che sperimentano contaminazioni musicali mantenendo il carattere del canto sardo. Non è invece più attiva la sezione ispirata alla “Scuola di Tempio”, patria del canto “a tasgia”.
Sette i cori in gara: “Cortes” di Siurgus Donigala, “Osseli” di Ovodda, “Canarjos” di Nuoro, “Santu Negola” di Ortueri, “Pitanu Morette” di Tresnuraghes, “Gusana” di Gavoi e il coro femminile “Urisè” di Orosei. Ad arricchire la serata saranno il Coro maschile “Priamo Gallisay” di Nuoro, che si esibirà fuori concorso, e il Coro “Città di Ozieri”, da sempre ospite d’onore della rassegna. Prevista anche la partecipazione degli Istentales e della cantante americana Sherrita Duran, da anni affascinata dal repertorio tradizionale sardo.
«Saranno presenti cori che assicureranno una grande qualità artistica», commenta Antonello Lai, segretario e ideatore della Biennale, ricordando che la manifestazione si svolgerà in una sola giornata: alle 15 le audizioni a porte chiuse con la giuria, mentre dalle 19 andranno in scena le esibizioni pubbliche al Teatro “Fallaci”. Lai sottolinea come il canto sardo goda oggi di buona salute: «Un tempo era difficile trovare giovani disposti a cantare e indossare il costume tradizionale. Ora invece cresce l’interesse e lo dimostrano i tanti video condivisi sui social, anche di brani premiati nelle edizioni passate».
Per Pinuccio Aini, presidente del Premio Biennale, la partecipazione estesa sul territorio rappresenta un segnale importante: «Sono presenti cori da quasi tutte le province della Sardegna. È un riconoscimento al lavoro svolto e alla serietà della manifestazione. Significativa è anche la presenza femminile e l’interesse dei giovani per il canto corale sardo».
Il coordinatore della giuria, Antonio Deiara, guarda al futuro e rilancia un progetto formativo: «Una sfida sarà riavviare una scuola internazionale di formazione per armonizzatori e direttori di cori tradizionali sardi. Negli anni abbiamo portato la polivocalità nelle scuole, ricevendo entusiasmo e partecipazione. Formare nuove leve è essenziale per garantire continuità e integrazione tra cultura, didattica e società».
Tra gli aspetti che distinguono la Biennale figura la formula delle audizioni private. «Avvengono senza tifoserie, senza microfoni né interventi tecnici. È tutto in voce naturale, come nella tradizione», precisa Michele Testoni, componente del direttivo dell’Associazione che sostiene la manifestazione. Il suo auspicio è che le istituzioni rafforzino il loro sostegno a un settore capace di unire tradizione e rinnovamento.
La Biennale di Ozieri continua così a rappresentare un punto d’incontro per appassionati e studiosi del canto polivocale, una vera “università” della musica tradizionale sarda. I vincitori delle sezioni “Scuola di Nuoro” e “Innovativa”, oltre che della originaria sezione “Scuola di Tempio”, riportano con orgoglio nel loro curriculum i primi posti e le menzioni assegnati dalla storica giuria. La giuria di questa edizione è composta da Antonio Canalis, Antonio Deiara, Giovanna Demurtas, Mauro Lisei, Gianfranco Mascia, Antonio Mura, Ignazio Perra, Ugo Spanu e Tonino Tedde.
