Arene e teatri sono chiusi, ma la musica continua a scorrere sul web. Il progetto “In Casa” si è sviluppato come la più classica delle catene diffuse sui social network, con l’invito a tutti gli artisti a partecipare e condividere. Il risultato è un vero e proprio festival decentralizzato, fruibile comodamente da casa propria. Nel corso di questo periodo di isolamento forzato ha aderito quasi un centinaio di artisti.
La campagna ha avuto origine nel cagliaritano, ma ha presto superato i confini provinciali e regionali grazie agli hashtag #incasa #musicaincasa e #iosuonoincasa. La passione e la tecnologia hanno permesso di affrontare un periodo difficile con un tocco di spensieratezza. Da un lato è un’occasione per ribadire la necessità di un comportamento utile al bene comunque, dall’altro per evidenziare come sia possibile divertirsi e interagire col proprio pubblico anche in queste situazioni eccezionali.
L’iniziativa ha preso il via grazie a Valentina Esu, che dal 2010 organizza rassegne di concerti all’interno delle mura domestiche. “In Casa” prende spunto proprio da una proposta che risale a due anni fa, un tributo a John Lennon in cui i musicisti erano invitati a condividere video di cover del cantautore inglese, interpretate e suonate nella propria camera da letto.
“Non appena è successo ciò che purtroppo è successo, spontaneamente ho deciso di lanciare questa iniziativa, con lo scopo di invitare attraverso l’arte tutte le persone a restare in casa”, racconta Valentina. “L’iniziativa ha riscosso molto successo, quindi mi sono arrivati video anche di artisti che non conoscevo, in quarantena in altre regioni d’Italia o all’estero. Io stessa ho suonato e cantato. L’entusiasmo che ho raccolto da parte di artisti e di chi ha visto i video e li ha condivisi, ha reso questa quarantena più sopportabile. E soprattutto ha evidenziato quanto la musica possa essere di aiuto in situazioni come questa e quanto, anche in una situazione di isolamento, i musicisti riescano a trasmetterci tutte le loro emozioni”.