Viaggio tra ricordi e emozioni con “Lettres Sonores / Una corrispondenza tra musica e immagini”, dove si intrecciano le composizioni originali create e eseguite al pianoforte da Irma Toudjian e gli scatti d’artista della fotografa Daniela Zedda per dare vita a intriganti sinestesie, in cartellone domani (sabato 4 marzo) alle 21 del Padiglione Tamuli alle ex Caserme Mura di Macomer e sabato 15 aprile alle 21 al Teatro Comunale “Akinu Congia” di Sanluri sotto le insegne della Stagione 2022-2023 – sezione Musica organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
Una performance avvincente, costruita sul filo delle note e delle immagini, con il progetto liberamente ispirato al libro “Lettres sonores” di Valery Afanassiev: le due artiste compongono questo inedito “epistolario” come un dialogo a distanza, utilizzando linguaggi differenti, così che le missive scritte sul pentagramma trovano risposta in un’inquadratura, lasciando allo spettatore la possibilità di interpretare, secondo la propria sensibilità, i pensieri e le storie suonati sullo strumento a tastiera o impressi su pellicola, di cercare le intime consonanze, le libere associazioni, i nodi cruciali in una comunicazione personale fatta di segni e simboli. Un codice universale e insieme ctiptico come la musica, che sa toccare le corde della mente e del cuore e tutta l’immediatezza di una fotografia, che mette in risalto il soggetto e crea armonie di forme e colori e giochi di luci e ombre, per una ideale “conversazione” tra anime affini, un raffinato divertissement che racchiude in sé la potenza evocativa del suono e della visione e il meraviglioso gioco del teatro, in cui le protagoniste mettono in scena il loro microcosmo interiore e il mondo esterno, con le tecniche a loro più congeniali.
“Lettres Sonores” fin nel titolo, che rimanda all’opera omonima del musicista e scrittore moscovita, con un chiaro riferimento a una forma di corrispondenza di moda nella Russia degli Anni Cinquanta, quasi un’anticipazione di moderni messaggi vocali, per cui ci si scambiavano comunicazioni incise su audiocassette, suggerisce un’interessante possibilità di accostare e fondere diverse arti. Una felice invenzione, quasi un “dispositivo” narrativo nuovo, attraverso cui trasmettere concetti anche complessi e costruire un sistema di variazioni, per cui una melodia e un ritmo si traducono in un determinato quadro, e non in un altro, perché quella sequenza di note e accordi, quella temperatura emotiva, quegli stilemi suscitano una precisa risposta dietro l’obiettivo. E così via, in una corrispondenza privata che diventa esposizione di “temi” musicali e “istantanee” fotografiche, dita che danzano sui tasti bianchi e neri e sinfonie di colori o scale di grigi, per scolpire con la luce.
La cifra personale di Irma Toudjian, pianista e compositrice di origine armena e lo stile inconfondibile di Daniela Zedda, fotografa e fotoreporter di fama nazionale (e non solo), si riverberano su questa creazione “a quattro mani”, come se le frasi musicali e il racconto per immagini rappresentassero le due parti inestricabili di una stessa opera, ricca di sfaccettature e di significati, compiuta ma in un certo senso “aperta” perché potrebbe arricchirsi ancora di nuovi “capitoli” e nuovi argomenti, nuove e feconde intuizioni. Sulle tracce di artisti del calibro di Olivier Messiaen, Vasilij Kandinskj e Alexander Scrjabin, una musicista e una fotografa “inventano” le loro sinestesie, cercando una corrispondenza tra suono e inquadratura, in una dinamica articolata di domande e risposte, riflessioni e precisazioni.
“Lettres Sonores” quindi per seguire le “indicazioni” disseminate lungo il percorso, cogliere le allegorie musicali e fotografiche, scoprire le “reminiscenze litiche” delle due artiste, che abitano su un’Isola di pietra, ma hanno anche attraversato varie regioni del mondo, imparando a riconoscere i colori, i rumori e le voci delle metropoli o dei deserti, lasciandosi incantare dall’infinito del cielo e del mare nella città incastonata nel Golfo degli Angeli, avventurandosi tra le molteplici storie, i volti, i passi, i canti per rivivere istanti preziosi, emozioni e pensieri che si susseguono sul filo delle note o vengono catturati e immortalati dall’obiettivo di una macchina fotografica, tra echi ancestrali, visioni del presente e anticipazioni di futuro.