È ottobre inoltrato e, come ogni autunno, l’imminente arrivo di Halloween influenza in direzione horror la programmazione dei film e delle serie, nelle sale cinematografiche così come in televisione e nelle piattaforme streaming. Sono davvero tante le storie dell’orrore che popolano di incubi questo periodo dell’anno, tra canali tematici e “collezioni” dedicate, ma tra queste spicca la prima stagione di “IT: Welcome to Derry”, disponibile su Sky e Now a partire dal 27 ottobre; ispirata al celebre romanzo “IT” di Stephen King, pubblicato nel 1986, la serie in 8 episodi segna l’atteso ritorno tra le strade di Derry, cittadina fittizia del Maine legata all’inquietante figura di Pennywise, il clown ballerino.
Ideata da Jason Fuchs e Brad Caleb Kane, “IT: Welcome to Derry” è direttamente collegata ai film “IT” (2017) e “IT – Capitolo 2” (2019) di Andy Muschietti; non è un caso che il regista e sua sorella Barbara Muschietti figurino tra i produttori esecutivi della serie insieme all’attore Bill Skarsgård, che riprende a vestire i panni di Pennywise dopo l’efficace interpretazione del personaggio al cinema.
La storia è ambientata nel 1962: come ben ricorderanno gli appassionati del libro di King e delle sue varie trasposizioni su piccolo e grande schermo, ogni 27 anni l’entità IT si risveglia e, con le sembianze del raccapricciante clown Pennywise, miete vittime tra i bambini della cittadina di Derry. Con un salto all’indietro nel tempo, la serie racconta il capitolo della vicenda precedente al primo film di Muschietti, ambientato a fine anni ‘80, e promette di svelare nuovi dettagli sulle origini di Pennywise; nel progetto di Fuchs e Kane, “Welcome to Derry” dovrebbe contare ben 3 stagioni, che procedono a ritroso -di 27 anni in 27 anni- e che porterebbero dunque la narrazione fino a inizio Novecento.
In questa prima stagione, ambientata negli anni ‘60, il pubblico impara a conoscere Derry e i suoi misteri con gli occhi della famiglia Hanlon, appena trasferitasi; il maggiore Leroy Hanlon (Jovan Adepo) è stato infatti dislocato nella base dell’aeronautica militare che si trova nei pressi della cittadina e porta con sé sua moglie Charlotte (Taylour Paige) e suo figlio Will (Blake Cameron James). L’inserimento nella nuova comunità non è semplice, soprattutto perché gli Hanlon sono afroamericani e Derry pare attraversata da una robusta vena di razzismo; a complicare ulteriormente la situazione, contribuiscono alcune sparizioni di bambini che paiono senza spiegazione.






Come nella migliore tradizione di “IT”, sono proprio i giovani protagonisti della vicenda – tra loro Lilly (Clara Stack), Terry (Mikkal Karim-Fidler) e Phil (Jack Molloy Legault) – a prendere l’iniziativa e a cominciare a indagare sulla sorte dei loro coetanei, trovandosi a fare i conti con l’entità che già in passato – così si scoprirà – ha turbato la pace degli abitanti di Derry.
Altra storyline fondamentale è quella che riguarda il misterioso bunker nascosto nelle profondità della terra, sotto la base dell’aeronautica militare della cittadina, presidiato dal ferreo Generale Shaw (James Remar): quali inquietanti reperti nasconde questo presidio? E come si collegano alla storia del clown Pennywise? La serie pone numerosi interrogativi accattivanti e, tra i personaggi più interessanti, è impossibile non citare il giovane Dick Hallorann (Chris Chalk), lo chef dell’Overlook Hotel co-protagonista di “The Shining”, dotato del dono della “luccicanza”.
La presenza di Halloran nell’universo di “IT” non è una novità, ma per la prima volta, sullo schermo, verranno raccontate con una certa dovizia di particolari le origini del personaggio, che giunge a Derry con il carico di un passato piuttosto complicato nell’esercito; Halloran, inoltre, è tra i fondatori del nightclub “The Black Spot”, che non verrà ben accolto nella cittadina e sarà bersaglio di un incendio fatale.
L’inserimento del giovane Halloran, con un ruolo centrale, rappresenta un primo tentativo da parte degli autori della serie di ampliare l’universo narrativo di “IT”, muovendosi nel “macroverso” dell’opera di King: di certo, si tratta di un progetto ambizioso, che per funzionare dovrà, innanzitutto, colmare l’inevitabile scarto tra i mezzi produttivi delle pellicole cinematografiche e quelli della serie HBO ad esse collegata, che pure è curata dal medesimo nucleo creativo dei film e vede Andy Muschietti alla regia di diversi episodi.
Dunque, sarà ancora una volta “vero orrore”?
































