Verrà proiettato giovedì 29 maggio al cinema Spazio Odissea di Cagliari, alle ore 19 e alle 21:15, “Balentes”, il primo film d’animazione firmato da Giovanni Columbu. L’opera, prodotta da Luches SRL e Rai Cinema, coprodotta da Tama Filmproduktion e distribuita da MyCulture, è ispirata a una vicenda realmente accaduta in Sardegna nel 1940, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.
Il film racconta l’impresa di due giovani nuoresi che liberarono un branco di cavalli destinati al fronte. Un gesto idealista, forse ingenuo, ma che il regista considera simbolo di libertà e di resistenza. La vicenda gli fu narrata per la prima volta dalla nonna materna, lontana parente di uno dei protagonisti, Ventura, detto “cabaddeddu” per il suo amore per i cavalli e il portamento fiero. Ventura, appartenente a una famiglia benestante, non aveva necessità di rubare. Ma compì quel furto, insieme all’amico Michele, forse per “balentia”, parola sarda che all’epoca evocava ammirazione e oggi ha assunto sfumature più ambigue.
Dopo aver portato via i cavalli dall’Allevamento Militare, i due ragazzi furono intercettati da una pattuglia di barracelli. Ventura venne colpito e morì poco dopo. La sua morte suscitò commozione e ispirò canti funebri (“attitidos”) ancora ricordati. “Era stato disteso su un tavolo al centro di un loggiato, nel cimitero di Anela. Nevicava e la neve entrava trasversalmente fino a lambire il suo corpo”, raccontava la nonna del regista. “Un’immagine che ho più volte disegnato e da cui ha cominciato a esistere il film.”
L’approccio di Columbu alla realizzazione del film è dichiaratamente controcorrente. “Sapevo che la conoscenza nel suo incessante procedere acquisisce sempre nuovi saperi e al medesimo tempo smarrisce una parte dei saperi precedenti. Io volevo riscoprire i primi passi e i procedimenti che avevano accompagnato l’origine delle immagini in movimento.”
Columbu ha scelto di rifarsi a tecniche ormai dimenticate, ispirandosi ai primi esperimenti di animazione della fine dell’Ottocento e alla pittura iperrealista. I disegni – circa 30.000 – sono stati realizzati su carta e a pennello, in bianco e nero, usando l’acrilico. Un lavoro solitario, nel quale l’autore ha riservato a sé stesso la pittura, delegando ai collaboratori solo la realizzazione e il posizionamento delle mascherature. “Escludevo che un segno che scaturisce da un gesto che sfugge alla volontà e persino alla consapevolezza, potesse essere condiviso da più disegnatori”.
Il segno pittorico diventa quindi parte attiva della narrazione. “Come un attore anche il segno ha un proprio carattere e in un certo senso ‘recita’, concorre alla rappresentazione dando un proprio autonomo apporto.”
Il film utilizza rotoscopi ottenuti da riprese filmiche e repertori esistenti. Le immagini sono attraversate da una costante tensione tra presenza e dissolvenza, come se i personaggi – appaiono e scompaiono, senza oltrepassare i limiti della scena – fossero fantasmi di un ricordo collettivo. “Le immagini avrebbero potuto avere un certo grado di trasparenza e parti più o meno rarefatte o assenti che avrebbero concorso a rafforzare l’idea di un ricordo persistente.”
Uno degli elementi centrali del film è il dialogo dinamico tra cavalli e treno a vapore, forze opposte e complementari: da un lato la natura, con occhi, criniere, froge, zoccoli; dall’altro la macchina, con stantuffi, fumo e acciaio. Ogni elemento ha richiesto una ricerca specifica.
“Ho molto amato fin dagli esordi i sistemi e le tecniche digitali”, afferma Columbu, “ma amo ancora di più la pittura su carta, perché è un po’ ribelle, perché ad ogni impulso reagisce ogni volta in modo un po’ diverso dando così luogo a un dialogo tra gli strumenti e chi li impugna.”
Architetto di formazione, regista e artista, Giovanni Columbu ha esposto le sue opere in sedi come la Biennale di Venezia, il Palazzo della Permanente di Milano e il Palazzo di Città di Cagliari. Ha lavorato alla RAI realizzando documentari distribuiti anche all’estero e ha fondato una sua casa di produzione.
“Balentes” nasce anche grazie al contributo del MIC – Ministero Italiano della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione Sardegna Film Commission, nell’ambito del progetto Nas – New Animation in Sardegna. Il biglietto d’ingresso per la proiezione è di 6 euro.