Chernobyl, 39 anni dopo: il dovere della memoria rivive con il docufilm “Le Cicogne di Chernobyl”

Nel documentario diretto da Karim Galici, la solidarietà italiana verso i bambini delle zone contaminate raccontata attraverso immagini inedite e testimonianze toccanti

Cartello zona esclusione, Chernobyl

Cartello zona esclusione, Chernobyl

Il 26 aprile 1986 l’esplosione del reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl sconvolse il mondo, lasciando una ferita ancora aperta che continua a segnare la vita di milioni di persone. A 39 anni da quel giorno, il dovere della memoria si rinnova anche attraverso il linguaggio del cinema sociale.

Le Cicogne di Chernobyl” è il docufilm diretto da Karim Galici e prodotto da Cittadini del Mondo – Cinema per il Sociale, con il sostegno della Fondazione di Sardegna, della Regione Autonoma della Sardegna e la collaborazione di RAI – Direzione Sardegna e RAI Teche. Il film racconta una storia di accoglienza, solidarietà e rinascita, documentando l’impegno umanitario avviato in Sardegna e in tutta Italia a partire dagli anni ‘90, con l’ospitalità temporanea di centinaia di migliaia di bambini bielorussi e ucraini provenienti dalle zone contaminate.

Attraverso testimonianze dirette e immagini inedite, il docufilm dà voce ai protagonisti: ex abitanti delle zone evacuate, ex liquidatori intervenuti dopo l’esplosione, bambini accolti nei progetti Chernobyl – oggi adulti – e famiglie italiane che hanno aperto le loro case. Emergono anche le storie di chi oggi vive stabilmente in Sardegna o in Italia e di chi, tornato in patria, mantiene ancora un forte legame con la famiglia ospitante.

“Le Cicogne di Chernobyl” racconta un ponte costruito tra passato e presente, tra generazioni e popoli, grazie all’impegno silenzioso e costante di migliaia di persone. Il film, in lingua italiana, è disponibile anche in cinque versioni sottotitolate – inglese, spagnolo, tedesco, russo e giapponese – con ulteriori richieste in arrivo. Questa apertura linguistica consente una diffusione internazionale del messaggio di memoria e solidarietà.

Giuseppe Carboni, produttore esecutivo del film e presidente di Cittadini del Mondo, sottolinea: “Le Cicogne di Chernobyl è il primo film italiano che racconta, in maniera organica, questo straordinario atto di generosità che ha visto l’Italia accogliere oltre 700.000 bambini provenienti dalle aree contaminate (di cui oltre 20.000 in Sardegna). Il nostro Paese, da solo, ha ospitato più del 60% di tutti i minori coinvolti nei programmi di accoglienza temporanea realizzati a livello internazionale. Una generosità concreta, aperta verso il prossimo, di cui essere tutti orgogliosi.”

Rimane l’amarezza per l’interruzione del programma di accoglienza, avvenuta a partire dal 2020 a causa della pandemia e delle attuali crisi geopolitiche. Tuttavia, proseguono i legami e le attività di cooperazione portate avanti da molte organizzazioni di volontariato italiane.

Carboni aggiunge infine: “Con l’AVIB – la Federazione delle Associazioni di Volontariato Italiane per i Bambini – che riunisce molte realtà storicamente impegnate nei progetti Chernobyl, stiamo lavorando in vista del quarantennale del 2026 per organizzare una serie di proiezioni e incontri in tutta Italia. Il nostro film, insieme ad altre produzioni, rappresenterà un’occasione di analisi, testimonianza e riflessione.”

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