Arriva nelle sale il 25 settembre il nuovo film di Paul Thomas Anderson: dopo il successo di “Licorice Pizza” nel 2021, c’è grande attesa per “Una battaglia dopo l’altra – One Battle After Another”, libero adattamento del romanzo “Vineland” di Thomas Pynchon. Non è la prima volta che il regista si cimenta con un’opera di questo scrittore americano classe 1937; è del 2014, infatti, “Vizio di forma”, apprezzata pellicola tratta dall’omonimo libro, che a suo tempo fu preferito proprio a “Vineland”, considerato troppo complesso da realizzare.
Oggi, dunque, questo romanzo, che nel 1990 segnò il ritorno di Pynchon alla pubblicazione dopo ben 17 anni di pausa, diviene oggetto di un progetto ambizioso, che quasi certamente farà incetta di nomination nella prossima stagione dei premi cinematografici, anche grazie agli interpreti di prim’ordine. Si racconta la storia di Bob Ferguson (Leonardo DiCaprio), ex attivista per i diritti civili che negli anni ‘70 si è battuto -non sempre legalmente- contro movimenti razzisti e anti immigrazione e che ora conduce un’esistenza all’apparenza tranquilla, in clandestinità, insieme alla sua compagna afroamericana Perfidia (Teyana Taylor) e a sua figlia Wilma (Chase Infiniti).
A sconvolgere la monotona vita di Bob -trascorsa per lo più tra divano e droghe leggere- è il ritorno in azione di una vecchia conoscenza, ovvero il colonnello Steven J. Lockjaw (Sean Penn),
ora a capo di un gruppo che promuove la supremazia bianca e che disprezza, in particolare, le unioni interrazziali e i figli nati da queste ultime. Proprio per difendere sua figlia Wilma, dunque, Bob decide di tornare in azione e chiama all’appello i vecchi compagni di battaglia del gruppo “French 75”, con l’obbiettivo di fermare Lockjaw e il suo seguito. Tra i vecchi amici di Bob ci sono la volitiva Deandra (Regina Hall) e il maestro di karate Sensei Sergio (Benicio Del Toro), dedito a praticare arti marziali, nonostante la discutibile forma fisica, e a nascondere immigrati ispanici clandestini nel proprio palazzo; inutile dire che il gruppo darà filo da torcere ai “cattivi”, pur con qualche inciampo dovuto principalmente alla lunga assenza dall’azione.
Uno degli aspetti più interessanti del film -che può essere a buon diritto definito come un incrocio tra action e dramedy– sta proprio nella capacità di coniugare attualità e disincanto, critica sociale e ironia; se il libro di Pynchon è ambientato nei pieni anni ‘80, all’inizio del secondo mandato di Ronald Reagan, il film di Anderson tratteggia senza pietà l’America di oggi e le politiche in tema di immigrazione che caratterizzano il secondo mandato di Donald Trump. In questo scenario, dunque, si muove Bob Ferguson, eroe improbabile la cui storia ha folgorato Leonardo DiCaprio: l’attore, che nel 1997 aveva rifiutato il ruolo di protagonista in “Boogie Nights” -grande successo di Anderson-, ha immediatamente accettato di calarsi nei panni di questo uomo d’azione “in pensione”, ben deciso a difendere sua figlia, e con lei i propri ideali, ma non per questo immune da difetti macroscopici e défaillance di vario genere, soprattutto dopo tanti anni vissuti lontano dalla prima linea.
“Una battaglia dopo l’altra” unisce alle caratteristiche tipiche del cinema di Anderson -da sempre attratto da storie di eroi e eroine sui generis e portatore, vista la sua esperienza di direttore della fotografia, di uno stile visivo elegante e allo stesso tempo innovativo- un adrenalinico e forse inusuale ritmo da puro action, soprattutto nella prima parte del film; ad accompagnare questo pungente e frenetico ritratto dell’America trumpiana è la colonna sonora di Jonny Greenwood, polistrumentista e compositore che abitualmente lavora con Anderson, meglio noto per essere il chitarrista solista dei Radiohead.
L’epopea di Bob Ferguson, insomma, si preannuncia lunga -il film dura la bellezza di 162 minuti-, ma sembra proprio che questo eroe armato di vestaglia in flanella, pistole e saldi principi, che strizza l’occhio a “Il grande Lebowski” dei fratelli Coen, possa raccontare con la giusta dose di humor nero i nostri controversi tempi.
































