Negli ultimi anni, la Sardegna si è dimostrata una eccellente location per la realizzazione di film di generi diversi: da “Vangelo secondo Maria” a “Anna” fino a “La vita va così” di Riccardo Milani -di prossima uscita-, l’isola si è dimostrata capace di soddisfare esigenze narrative eterogenee, grazie alla natura incontaminata, gli scenari mozzafiato -sulle coste così come nell’entroterra- e il patrimonio archeologico unico.
Non è un caso, dunque, che il film “Milarepa”, ambientato in un suggestivo futuro post-apocalittico,sia stato girato interamente in alcuni dei siti più importanti della Sardegna: la pellicola prodotta da L’AltroFilm, in uscita nelle sale il 19 giugno, è stata scritta e diretta dal regista torinese Louis Nero e racconta di un mondo in cui la tecnologia è solo un ricordo sbiadito e la natura, con le sue leggi dure ma mai deliberatamente crudeli, ha ripreso il controllo sulla vita degli uomini.
Ispirato alla vita del mistico e filosofo tibetano Milarepa, che visse e operò nell’XI secolo, il film ha come protagonista la giovane Mila (Isabelle Allen), la cui vita viene sconvolta dall’assassinio di suo padre Sherab (Bruno Bilotta). Dopo aver subito il furto delle proprietà di famiglia da parte degli zii, Mila impara i segreti della magia nera e, una volta appreso il controllo delle forze della natura, porta morte e distruzione nel suo villaggio. Pentita per aver colpito con la sua furia anche delle persone innocenti, la ragazza intraprende un viaggio di redenzione, con l’intento di rimediare al male fatto e purificare la sua anima: ad aiutarla, è il guru Marpa (Harvey Keitel), che la guida in un percorso spirituale durissimo, ma liberatorio.
“Milarepa” è, in definitiva, un racconto di formazione, che denuncia l’inutilità della vendetta e auspica che ci si possa liberare dalla sua schiavitù: Mila si impegna infatti un viaggio interiore le cui tappe sono ben incarnate da alcuni luoghi della Sardegna capaci di evocare mistero e sacralità per il loro significato intrinseco. Le scene in cui Mila incontra il personaggio di Yuguntun (Hal Yamanouchi), per esempio, sono state girate nella necropoli fenicio-punica di Tuvixeddu, a Cagliari; altri siti del capoluogo coinvolti nelle riprese sono stati l’Orto Botanico, con l’addestramento di Mila girato nella cisterna romana, e la cripta di Santa Restituta. Nella provincia del Sud Sardegna, invece, lo spettacolare complesso delle miniere di Montevecchio, tra Guspini e Arbus, ha dato concretezza al mondo post-apocalittico immaginato dal regista; di grande impatto anche le scene “desertiche” girate tra le dune di Porto Pino, a Teulada.

A Paulilatino (Oristano), nell’area archeologica del Pozzo di Santa Cristina, sono stati realizzati sia gli esterni del villaggio di Mila, che alcune scene all’interno nel pozzo; a Torralba (Sassari), presso il Nuraghe Santu Antine, sono invece stati ricostruiti gli interni della casa di Mila e l’abitazione di Marpa; tra le località utilizzate in questa provincia anche Ittireddu e il lago Bidighinzu.
Il film vanta un cast internazionale, con alcuni mostri sacri del cinema chiamati ad interpretare dei ruoli chiave per il percorso di redenzione di Mila: tra questi, F. Murray Abraham e Franco Nero; tra gli interpreti sardi si segnalano Beatrice Cusseddu, Simeone Latini e Massimo Pisu. Prestigioso anche il cast tecnico, che vede ai costumi il vincitore del Nastro d’Argento Alessandro Lai, cagliaritano, e al make-up design il pluri-candidato all’Oscar e vincitore del David di Donatello Vittorio Sodano.
Nella sua rivisitazione della storia di Milarepa, che nel 1974 ha ispirato anche la regista Liliana Cavani, Louis Nero sceglie come protagonista una “piccola donna”, in cui il pubblico più giovane non faticherà a immedesimarsi, soprattutto per il percorso interiore volto a riconoscere le proprie emozioni e a spiegarle, prima di tutto a se stessa. L’epopea di Mila auspica un rapporto rispettoso con la natura e, in generale, con tutti gli esseri viventi, favorito dal recupero della dimensione sacra e spirituale della vita: in oltre 100 sale italiane la prima del film sarà accompagnata da una meditazione collettiva guidata dai Lama.