Una nuova stagione di debutti in società, promenade e balli si apre tra le dimore nobiliari e i giardini della Londra ottocentesca: a partire dal 16 maggio torna su Netflix “Bridgerton”, serie ambientata nell’epoca Regency (1811-1820) tratta dai bestseller della scrittrice americana Julia Quinn, in cui si raccontano le vicissitudini di una famiglia capace di conquistare il pubblico grazie alla commistione tra romance, erotismo -piuttosto esplicito per le convenzioni delle opere in costume- e un tocco di mistero legato all’identità fittizia del personaggio cardine della storia, Lady Whistledown.
Anche nella terza serie di “Bridgerton”, infatti, l’alta società londinese, con i suoi intrighi e scandali, viene periodicamente svelata e, più spesso, ridicolizzata sulle pagine del Society Paper firmato proprio dalla misteriosa Lady Whistledown, che al costo di una manciata di penny sembra tenere in punta di penna il destino della nobiltà cittadina, inimicandosi perfino la regina Charlotte (Golda Rosheuvel), ben decisa a svelare l’identità della pungente scrittrice.
Tra le famiglie più presenti nelle cronache della Whistledown ci sono proprio i Bridgerton, 8 fratelli e sorelle, orfani di padre e guidati dalla madre Lady Violet (Ruth Gemmell): se la prima e la seconda stagione hanno visto come protagonisti, rispettivamente, Daphne (Phoebe Dynevor), la maggiore tra le sorelle, e Antony (Jonathan Bailey) primogenito e erede del titolo di visconte, la terza stagione si concentra invece sul mite terzogenito Colin Bridgerton (Luke Newton) e su Penelope Featherington (Nicola Coughlan), comprimaria a tratti dimessa, svelatasi sorprendentemente al pubblico al termine della prima serie come la vera identità di Lady Whistledown.
Questa stagione è particolarmente attesa dal pubblico, proprio perché racconta la storia di due personaggi apparentemente defilati, che si discostano dal canone caratteriale e estetico dei consueti protagonisti, con una storia d’amore che nasce da una profonda amicizia; Penelope e Colin hanno spesso subito il carisma e l’egocentrismo dei loro fratelli e sorelle maggiori e la loro vicenda ha il sapore della rivincita: forse, proprio per questo motivo, la casa di produzione Shondaland, guidata dalla mitica Shonda Rhimes di “Grey’s Anatomy”, ha scelto di invertire l’ordine in cui sono scritti i romanzi e concentrarsi su questa coppia, protagonista del quarto volume della saga -non del terzo, dedicato invece al secondogenito Bridgerton Benedict- intitolato “Un uomo da conquistare”.
La fine della seconda stagione ha visto Penelope subire una profonda delusione: dopo aver ballato con Colin, infatti, ha sentito il ragazzo rispondere alle battute di spirito dei suoi amici e affermare che mai avrebbe potuto corteggiare l’amica; la giovane, descritta nei libri come “piacevolmente formosa”, è spesso oggetto di scherno, ma nonostante la sofferenza per le parole e gli atteggiamenti che le vengono riservati, è ben consapevole delle proprie capacità e del proprio valore. Così, all’inizio di questo terzo capitolo della saga, la si ritrova decisa a dimenticare Colin e a trovare marito, per garantirsi una posizione che le consenta di continuare il suo lavoro di scrittrice con la dovuta discrezione.
I tentativi di fidanzamento, tuttavia, falliscono, soprattutto a causa della mancanza di autostima; ad aiutare Penelope, inaspettatamente, arriva proprio Colin, di ritorno dal suo ennesimo viaggio per il mondo. Il ragazzo, divenuto ormai un giovane uomo, non comprende l’atteggiamento della “storica” amica Pen, che pare aver perso interesse nei suoi confronti, e decide di proporsi come mentore e aiutare la ragazza a districarsi con naturalezza tra le trappole del corteggiamento.





Penelope, dunque, cambia il suo guardaroba -abbandonando finalmente il giallo acceso degli abiti imposto dalla madre- e, soprattutto, acquisisce maggior sicurezza e savoir-faire, cominciando così a riscuotere successo tra gli scapoli londinesi; Colin, d’altra parte, inizia a vedere l’amica con occhi diversi e ben presto si rende conto di provare nei suoi confronti una gelosia difficilmente controllabile.
Si intreccia, alla storia d’amore, il dilemma dell’identità di Lady Whistledown: Penelope sarà costretta a svelare la verità alla sua famiglia e, soprattutto, all’amato Colin? Ma soprattutto, potrà continuare a scrivere, sferzando l’alta società londinese con i suoi scandalosi, divertentissimi Society Papers?
Il 16 maggio Netflix rilascerà i primi 4 episodi della stagione, mentre la seconda parte sarà disponibile a partire dal 13 giugno: un’attesa fin troppo lunga per gli appassionati della serie che reinterpreta l’epoca Regency -la Reggenza del Principe di Galles, Giorgio Augusto Federico, in sostituzione del padre Giorgio III incapace di intendere e di volere per malattia- immaginando una società multietnica e tratteggiando un’irresistibile e volitiva regina Charlotte dalla pelle ambrata. Proprio la storia di Charlotte è oggetto della serie prequel “Queen Charlotte: A Bridgerton Story”, in cui si racconta la sua storia d’amore con re Giorgio, capace di mutare profondamente, almeno nel mondo parallelo della serie, la severa società inglese dell’epoca.
Che siate o meno appassionati di romance, la saga di Bridgerton è una gioia per gli occhi: scenografie, costumi, trucco, così come la colonna sonora, che reinterpreta in chiave classicheggiante brani moderni da Alanis Morissette a Miley Cyrus, meritano da soli la visione; insomma, tra un passo di danza e un frusciare di sete, il rischio di cadere vittime del fascino della famiglia Bridgerton è davvero molto alto.
































