Si è conclusa a Cagliari la nona edizione del Babel Film Festival, unico concorso cinematografico internazionale dedicato esclusivamente alle opere realizzate in lingue minoritarie e che raccontano culture spesso invisibili nei circuiti mainstream. La cerimonia di premiazione si è tenuta venerdì 13 giugno all’Exmà di via San Lucifero, con la conduzione di Renzo Cugis e Alessia Simoncelli. In concorso, quest’anno, 61 film selezionati da 18 Paesi e rappresentativi di 38 lingue differenti.
Il festival ha assegnato i premi principali – i Maestrale – alle opere che meglio hanno saputo unire qualità cinematografica e attenzione alle tematiche culturali e linguistiche. Il riconoscimento per il miglior lungometraggio è andato a “When the Walnut leaves turn yellow”, diretto da Mehmet Ali Konar e girato in kirdki-zazaki, un dialetto curdo. Il premio per il miglior documentario è stato assegnato a “Dartas – Carpenter” di Xelil Sehragerd, anch’esso in lingua curda. A conquistare il riconoscimento per il miglior cortometraggio è stato “Azheh” di Hadi Rezayati Charan, realizzato in talysh, lingua parlata da una minoranza in Iran.
Oltre ai premi principali, la giuria ha attribuito menzioni speciali a “Nessun posto al mondo” di Vanina Lappa per la categoria lungometraggi, “Gathering Firewood” di Liivo Niglas tra i documentari, e “Ultraveloci” di Paolo Bonfadini e Davide Morando tra i corti. La giuria ufficiale era presieduta dal regista cagliaritano Enrico Pau e composta dalla regista Julie Perreard, dalla linguista Sabrina Rasom, dal regista Alessandro Gagliardo e dalla documentarista Monica Dovarch.
Il montepremi complessivo del festival, pari a 16.500 euro, è stato distribuito su 14 premi attribuiti da 12 giurie differenti. Il lungometraggio di Konar ha ricevuto un premio di 5.000 euro, mentre i lavori di Sehragerd e Rezayati Charan sono stati premiati con 2.500 euro ciascuno.
Questa edizione ha segnato una novità significativa: per la prima volta si è svolta a giugno, dopo otto edizioni organizzate nel periodo invernale. La scelta stagionale ha portato con sé un aumento della partecipazione, con oltre 1.500 presenze registrate nei sei giorni di programmazione. Secondo la direzione artistica, curata da Antonello Zanda e Paolo Carboni, l’edizione estiva ha rappresentato un’occasione per riaffermare la vitalità di un cinema che, pur raccontando realtà linguistiche e culturali minoritarie, si dimostra capace di comunicare con immediatezza, impegno e autenticità. Un cinema che, nel racconto della diversità, trova nuovi strumenti per coinvolgere e riflettere, coniugando contenuti profondi e capacità di intrattenimento.
Accanto alla giuria ufficiale, il festival ha coinvolto numerose giurie tematiche e territoriali composte da professionisti del settore, studenti, associazioni culturali e rappresentanti delle stesse minoranze linguistiche. Questa pluralità di punti di vista ha permesso di costruire un processo partecipativo che valorizza l’incontro tra esperienze diverse e rafforza il senso collettivo del progetto. Il Babel Film Festival si conferma così uno spazio di confronto e visibilità per quei linguaggi e quelle culture spesso esclusi dai canali tradizionali, contribuendo a una narrazione cinematografica più ampia e inclusiva.