Estate e film dell’orrore: un binomio vincente, capace di portare al cinema schiere di appassionati del genere, pronti per i brividi di terrore che questo periodo puntualmente regala sul grande schermo. Le ragioni per cui l’estate può definirsi, cinematograficamente parlando, la “stagione degli horror” sono molteplici: tradizionalmente, negli USA, tra giugno e agosto sono previste le uscite dei blockbuster più attesi dell’anno -si pensi al fenomeno “Barbenheimer” del luglio 2023, con l’uscita in contemporanea di “Oppenheimer” e “Barbie”- , così i film horror rappresentano una contro-programmazione fondamentale, perché capaci di attirare un vasto pubblico anche nei weekend più fiacchi, magari tra un blockbuster e l’altro.
Altro aspetto non trascurabile, questo genere è particolarmente apprezzato dal pubblico più giovane, che in questi mesi si sta godendo le vacanze. Il contrasto tra il clima leggero dell’estate e le atmosfere cupe e inquietanti delle pellicole ben si sposa con le esigenze di spettatori a caccia di emozioni da consumare, magari, insieme a un gruppo di amici: in questo senso, la stagione estiva rappresenta anche un banco di prova, perché se un titolo avrà successo, verosimilmente potrebbe trasformarsi in un franchise di lunga durata.
Solo in questo luglio, sono 4 i titoli horror in uscita nelle sale: ecco un breve memorandum, per non perdersi nemmeno un brivido.
È appena arrivato nelle sale “I play mother – Il gioco del male” di Brad Watson, horror che sviluppa il prolifico tema dell’adozione. Dopo anni di attesa e tensioni non del tutto risolte, Michelle (Susanne Wuest) e Cyrus (Shubham Saraf) vengono valutati idonei all’adozione; quando incontrano Elijah (Jax James) e Mia (Erin Ainsworth), rimasti orfani dopo la morte della madre biologica, sembra proprio che la crisi di coppia sia finalmente di risolta. Elijah e Mia, tuttavia, sviluppano ben presto dei comportamenti inquietanti, che lasciano intravedere un’oscura presenza nella loro vita.
Arriva nelle sale il 16 luglio, con la regia di Jennifer Kaytin Robinson, “So cosa hai fatto”, sequel dell’omonimo e fortunatissimo horror anni ‘90. La trama è semplice: è estate e cinque amici, di ritorno da una serata di festa, investono con l’auto uno sconosciuto e lo uccidono; il gruppo decide di sbarazzarsi del cadavere e giura di mantenere per sempre segreto quanto accaduto. Un anno dopo l’incidente, tuttavia, qualcuno che sembra conoscere la verità comincia a perseguitare i cinque ragazzi; in cerca di una via d’uscita, i protagonisti scoprono che qualcun altro, prima di loro, ha vissuto una situazione analoga e ha subito lo stesso ricatto. Si tratta di Julie James (Jennifer Love Hewitt) e Ray Bronson (Freddie Prinze Jr), sopravvissuti del massacro di Southport del 1997 e protagonisti, insieme a Sarah Michelle Gellar e Ryan Phillippe, del primo “So cosa hai fatto”.
È una ghost story d’autore, girata interamente in soggettiva grandangolare, “Presence”, l’ultimo film di Steven Soderbergh in uscita il 24 luglio. Chloe (Callina Liang) è profondamente traumatizzata dalla morte di un’amica, così la sua famiglia decide di trasferirsi in una nuova casa, un edificio storico nella periferia cittadina, per permettere alla ragazza di cominciare una nuova vita. Le dinamiche familiari, tuttavia non sono serene: Tyler (Eddy Maday), fratello di Chloe, non è felice del trasferimento, mentre tra i coniugi Rebekah (Lucy Liu), manager volitiva e di successo, e
Chris (Chris Sullivan), padre e marito dall’atteggiamento passivo-aggressivo, le tensioni sono molteplici. Giorno dopo giorno, una presenza invasiva e inquietante si insinua nella vita di Chloe e della sua famiglia: è suo, il punto di vista attraverso cui viene raccontata la storia, uno sguardo aggressivo e straniante, che non si limiterà a una semplice osservazione.
Dopo il positivo esordio con “Talk to me”, i fratelli Danny e Michael Philippou tornano al cinema con “Bring her back – Torna da me”, in uscita il 30 luglio. Protagonista della pellicola è il Premio Oscar Sally Hawkins nei panni di Laura, madre affidataria degli orfani, Andy (Billy Barratt) e Piper (Sora Wong); nella casa dove i bambini vengono accolti, circondata da un inquietante cerchio disegnato nel terreno con il gesso, vive anche un altro misterioso ospite, il giovane Oliver (Jonah Wren Phillips), sulla cui natura “particolare” si fonda una degli aspetti più scioccanti della storia. Tra rituali di stregoneria, possessione e cannibalismo, i Philippou non risparmiano davvero nulla al pubblico, ma allo stesso tempo, anche grazie al talento cristallino della Hawkins, scavano nel profondo dell’animo umano con brutale efficacia.
