Investire sul proprio futuro professionale creando un’impresa, di questi tempi, è una scelta coraggiosa. Farlo in Sardegna, forse, lo è ancora di più. È ciò che da tre anni stanno facendo quattro giovani che, rientrati nell’isola dopo essersi formati nelle migliori università italiane e internazionali, si sono costituiti in società dando vita alla casa di produzione Mommotty, con sede a Cagliari. L’obiettivo di Nicola Contini, Laura Biagini, Matteo Incollu e Federica Ortu è quello di voler gestire una filiera cinematografica da protagonisti, mettendo in pratica ciò che hanno imparato in anni di studi e nelle numerose esperienze sul campo. Grazie alla strada che hanno deciso di intraprendere hanno avuto l’opportunità di partecipare alla realizzazione di due importanti produzioni internazionali.
La prima grande occasione arriva dopo aver conosciuto Dom Murgia, produttore inglese di origini sarde, che con la sua casa Shoot Sardinia ha come obiettivo quello di portare grosse produzioni in Sardegna, meta ancora inedita a livello internazionale nel mondo dell’audiovisivo.
Dom Murgia li contatta per realizzare nell’isola il video di una band inglese, senza specificare quale. Glielo rivelerà solo dopo aver capito che Mommotty può soddisfare le sue esigenze, si tratta dei Placebo. Il videoclip, ideato da Brian Molko, frontman della band, è stato realizzato nelle suggestive location di San Salvatore a Cabras e ad Arbus, nella spiaggia di Scivu. Soprattutto quest’ultima ha impegnato molto la produzione dal punto di vista logistico dato che la strumentazione poteva, per ovvie ragioni, essere trasportata solo a mano. Ma, a giudicare dal risultato, gli sforzi sono stati ampiamente ripagati!
Dopo aver vinto questa sfida, i quattro decidono di partecipare a una selezione lanciata da una società di produzione irlandese che richiedeva delle particolari caratteristiche per girare uno spot. In lizza, oltre a Mommotty, c’erano una casa di produzione delle Baleari e una della Grecia. La produzione sarda si è presentata con un dossier che ha evidentemente colpito la società irlandese che li ha scelti per realizzare una serie di spot per la lotteria nazionale EuroMillions. La Mommotty in questa occasione è stata responsabile della produzione esecutiva ed ha potuto contare sull’aiuto della Fondazione Sardegna Film Commission che è sempre stata molto attenta e disponibile, fornendo prezioso supporto logistico.
Due sfide non da poco superate brillantemente, che potrebbero aprire nuove collaborazioni e suscitare interesse sia per il loro lavoro che, più in generale, per la nostra isola.
Il settore audiovisivo si muove come qualsiasi altro settore produttivo, perciò se c’è una crisi dei trasporti, come quella che stiamo vivendo in questo periodo, è inevitabile che vada a incidere anche sul loro operato.
Un altro limite della nostra regione è la mancanza di strutture idonee ad accogliere grosse produzioni come quelle che sono sbarcate quest’estate. Anche le attrezzature non sono facilmente reperibili, spesso devono arrivare da Roma con conseguente crescita dei costi.
Nonostante le difficoltà i quattro di Mommotty hanno puntato sulla loro casa, la Sardegna, perché credono che un futuro in questo campo sia possibile.
Per avvalorare questa tesi basti pensare alla grande varietà di professionisti locali che popola quest’ambiente, persone altamente preparate e qualificate con le quali Mommotty collabora spesso e volentieri. Per esempio, per lo spot EuroMillions, sono state coinvolte una cinquantina di persone. Si tratta ovviamente di un caso eccezionale, non tutte le produzioni comportano una gestione così importante di maestranze; in ogni caso, per ciascun lavoro c’è una catena che deve formarsi per far muovere la macchina produttiva ed è impensabile formarla con soli quattro elementi. Un altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che ogni produzione crea movimento in altri comparti, spesso relegati al settore turistico, come quello alberghiero, dei trasporti e della ristorazione.
Prendendo spunto dalla presentazione che compare sul loro sito ufficiale, il termine “Mommotti”, nella tradizione sarda, è una figura immaginaria utilizzata per incutere nei bambini la paura del buio, ma i Mommotty sono convinti che solo il buio sia in grado di esaltare lo splendore della luce.