Si è chiusa ieri con la cerimonia di proclamazione e consegna dei tredici premi l’ottava edizione del Babel Film Festival, il concorso cinematografico internazionale dedicato alle produzioni audiovisive parlate nelle lingue minoritarie di tutto il mondo.
La serata finale, al teatro Doglio di Cagliari, è stata presentata da Tore Cubeddu, organizzatore e direttore artistico del festival insieme con Antonello Zanda e Paolo Carboni.
La giuria ufficiale, presieduta dal regista Paolo Benvenuti, e composta da Serena Schiffini, (giornalista e regista RAI Sardegna), Marina Marzotto (produttrice cinematografica), Emanuele Galloni (produttore e distributore cinematografico e televisivo), Paulo Filgueiras Fachal, (associazione galiziana “A Mesa” pola Normalización Lingüística) ha assegnato i premi principali.
Quello “Maestrale” per il miglior lungometraggio (da 5.000 euro) è andato a “Neighbours”, del regista del Kurdistan siriano Mano Khalil, che racconta di un piccolo villaggio al confine tra Siria e Turchia all’inizio degli anni ’80 e di un bambino curdo di sei anni, che vive il suo primo anno in una scuola araba e vede come il suo piccolo mondo viene radicalmente cambiato da un assurdo nazionalismo.
In questa sezione ha avuto una menzione speciale “Y SŴN”, del gallese Lee Haven Jones.
Il Premio “Maestrale” per il miglior documentario (da 2.500 euro) se lo è aggiudicato “Ulderica, fruta di mont”, di Stefano Giacomuzzi, mentre il Premio “Maestrale” miglior cortometraggio fiction (da 2.500 euro) è andato a “Takanakuy”, del brasiliano Gustavo Vokos, con una menzione speciale per “Things unheard of”, di Ramazan Kilic (Turchia).