Il nuovo film di David Cronenberg, “The Shrouds”, arriverà nelle sale italiane il 3 aprile, distribuito da Europictures in collaborazione con Adler Entertainment. L’Italia sarà il primo Paese al mondo a proiettarlo al cinema, segnando il ritorno del regista canadese dopo “Crimes of the Future” (2022). Presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, il film vede protagonisti Vincent Cassel, Diane Kruger e Guy Pearce.
La trama ruota attorno a Karsh (Vincent Cassel), un imprenditore che, dopo la morte della moglie, sviluppa una tecnologia chiamata GraveTech, che consente ai vivi di monitorare i propri cari defunti attraverso sudari dotati di telecamere. Un’innovazione tanto rivoluzionaria quanto controversa, che sconvolge il rapporto con la morte e il lutto. Ma quando diverse tombe, compresa quella della moglie di Karsh, vengono profanate, l’uomo si mette sulle tracce dei responsabili, dando avvio a un’indagine che si muove tra intimità e ossessione.
Il concetto stesso di “The Shrouds” nasce dall’esperienza personale di Cronenberg. Il regista ha raccontato di aver scritto il film mentre affrontava il dolore per la perdita della moglie, scomparsa sette anni fa. «La parola ‘shroud’ indica il velo funerario, ma anche l’atto di coprire e nascondere», ha spiegato. «Nel nostro film, il sudario non cela, ma rivela». Per Cronenberg, i sudari digitali ideati dal protagonista diventano una metafora del cinema stesso: una tecnologia che permette di vedere oltre la morte, creando un “cinema post-mortem” che trasforma il cimitero in una sorta di schermo.
Considerato il padre del body horror, Cronenberg ha sempre esplorato la fusione tra corpo, tecnologia e mente in film come “Videodrome”, “Crash”, “eXistenZ” e “La mosca”. Con “The Shrouds”, la sua indagine si spinge ancora più in là, affrontando il dolore della perdita attraverso una tecnologia capace di mantenere un legame con i morti. Un concetto che il regista accosta alla nostra relazione con il cinema: «Guardiamo i film per rivedere persone che non ci sono più, per riascoltarle. In un certo senso, il cinema è un cimitero».
Vincent Cassel guida il cast nei panni di Karsh, un uomo ossessionato dalla memoria della moglie. Accanto a lui, Diane Kruger interpreta tre ruoli distinti, tra cui le due sorelle della defunta, mentre Guy Pearce veste i panni di Maury. L’intensità degli attori è un elemento centrale della messa in scena: «Il casting può distruggere o elevare un film», ha dichiarato Cronenberg. «Nel caso di “The Shrouds”, gli attori mi hanno dato più di quanto avessi scritto».
Al di là del tema della perdita, il film si inserisce anche nel registro del thriller. La profanazione delle tombe introduce una componente investigativa, ma il regista suggerisce che questa ricerca di un colpevole sia una manifestazione della paranoia legata al lutto. «Quando qualcuno muore, ci si chiede sempre se qualcosa sia stato fatto nel modo giusto, se ci siano state negligenze», ha spiegato. «Spesso, nel dolore, si sviluppano teorie del complotto per dare un senso alla perdita».
Con “The Shrouds”, Cronenberg torna a riflettere su corpo e tecnologia, vita e morte, in un’opera che si annuncia come una delle più intime e concettuali della sua carriera.
































