La vita dei coniugi settantenni Irene e Franklin York, interpretati rispettivamente da Sissy Spacek e J.K. Simmons, procede lenta e malinconica in una piccola cittadina dell’Illinois: Irene soffre di depressione e ha difficoltà a camminare in seguito a una grave caduta e Franklin comincia ad accusare dei seri problemi di memoria. La vecchiaia, dunque, pare incombere inclemente sulla coppia, aggravando il dolore mai del tutto superato per il suicidio dell’unico figlio Michael, avvenuto oltre 20 anni prima; la giovane nipote Denise (Kiah McKirnan) si preoccupa per i nonni, a cui è molto affezionata, e suggerisce loro di farsi aiutare, di vendere la casa di famiglia, la cui gestione è diventata troppo faticosa.
La premessa di “Night Sky”, serie in 8 episodi su Prime Video creata da Holden Miller e Daniel C. Connolly, sembrerebbe dunque simile a quella di tanti family drama, se non fosse che Irene e Franklin custodiscono un segreto: sotto il capanno degli attrezzi nel loro giardino si cela una sorta di bunker, una camera che, attraverso un bagliore accecante, li trasporta su un altro pianeta. Di questo mondo, però, la coppia conosce solo ciò che può osservare da una grande vetrata: il “trasporto”, infatti, conduce Irene e Franklin a una piccola stanza, col tempo arredata dai coniugi quasi come un salotto, da cui sono soliti ammirare il panorama di un magnifico, desolato paesaggio simile a quello lunare, con un cielo stellato e dei pianeti sconosciuti in lontananza. Nella camera c’è anche una porta che conduce all’esterno, ma Irene e Franklin non si sono mai azzardati ad attraversarla: le difficoltà legate alla vecchiaia, però, cominciano a farli riflettere su quale possa essere il significato di quella straordinaria scoperta e se non sarebbe opportuno condividerla con qualcuno, magari la loro nipote Denise.
Marito e moglie, d’altra parte, si pongono in maniera molto diversa nei confronti del segreto che custodiscono; se Franklin, dopo tanti anni, è stanco di scendere nel bunker e trascorrere del tempo a guardare un paesaggio sterile e sempre uguale, Irene considera questa possibilità come un dono che la rende una persona speciale e medita di scoprire anche a rischio della vita cosa c’è oltre la porta. A sconvolgere la routine della coppia è l’arrivo, proprio dalla stanza che si affaccia su un altro mondo, di Jude (Chai Hansen), un ragazzo in stato confusionale, in preda a una forte febbre: Irene si mostra subito accogliente e desiderosa di aiutare il giovane, felice di avere finalmente la possibilità di comprendere qualcosa in più sul panorama stellare sotto il capanno degli attrezzi, mentre Franklin è diffidente e teme che Jude possa essere pericoloso, nonostante la sua presenza in casa York abbia un effetto benefico sulla salute di Irene.
Il ragazzo è la chiave che apre la porta del family drama al racconto sci-fi: progressivamente, infatti, alla storia di Irene e Franklin si interseca quella di Stella (Julieta Zylberberg) e Toni (Rocío Hernández) madre e figlia che vivono in una sperduta località dell’Argentina e custodiscono un altro bunker, proteggendone il segreto contro chiunque possa costituire una minaccia; esiste infatti un misterioso gruppo di persone che agisce a livello mondiale per evitare che l’esistenza di questi “passaggi” venga scoperta e non si fa scrupoli nell’utilizzare la violenza per eliminare eventuali dissidenti: ben presto Stella dovrà decidere se proseguire nella sua missione o cambiare vita per il bene di sua figlia.




Se dunque i primi episodi della serie pongono interrogativi accattivanti, la volontà degli autori di mantenere il mistero sugli aspetti più “fantascientifici” della trama offre però al pubblico poche rivelazioni, rimandando probabilmente a una seconda stagione che possa chiarire alcune delle interessanti questioni poste nella prima; d’altra parte la linea narrativa che riguarda Irene e Franklin viene invece sviluppata con coerenza, i personaggi compiono il loro viaggio e trovano alcune importanti risposte alle loro domande esistenziali. Sissy Spacek e J.K. Simmons, con le loro interpretazioni, valgono da soli la visione della serie e portano sullo schermo un’alchimia commovente e mai banale: è la Spacek ad avere il ruolo più complesso e sfaccettato, affiancata da un Simmons capace di arricchire la sua performance con tocchi di irresistibile, rude sarcasmo.
Per quanto nello show, dunque, gli elementi fantascientifici tengano vivo l’interesse e si innestino nella quotidianità delle vite dei personaggi creando un interessante effetto di straniamento, è proprio la vicenda umana dei coniugi York a dare spessore alla vicenda, offrendo una lettura del senso della vita che da una parte travalica la realtà contingente, dall’altra non cambia col mutare del cielo che si può ammirare sopra la propria testa: scoprire cosa si cela oltre il paesaggio che hanno osservato per tanti anni dal bunker, allora, diventa secondario per Irene e Franklin, se prima non vengono sciolti alcuni nodi della loro esistenza rimasti strettamente e dolorosamente legati.
Il punto di forza di “Night Sky” allora, che per alcuni episodi si avvale della regia del Premio Oscar argentino Juan José Campanella, risiede proprio nel diverso significato che la scoperta del “passaggio stellare” possiede per i vari personaggi della serie: perfino la conoscenza di nuovi mondi, dunque, non può davvero essere un’opportunità per cambiare la propria vita, se prima non si è capaci di affrontare quanto di irrisolto, con se stessi e con gli altri, non permette di essere davvero liberi e uscire “a riveder le stelle”.