“Perché vuoi farlo?” “Perché posso!” È uno scambio di battute ricorrente in “Ironheart”, la nuova serie targata Marvel Television incentrata su Riri Williams (Dominique Thorne), ora disponibile integralmente su Disney Plus.
La volitiva protagonista, le cui vicende chiudono ufficialmente la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, si candida a essere una degli eredi di Tony Stark/Iron Man sotto molti punti di vista: se infatti, a una prima analisi, Riri e Tony non potrebbero essere più diversi -adolescente afroamericana con scarse possibilità economiche, la prima; maschio bianco, erede di un impero industriale e ben noto Avenger, il secondo- ad accomunarli sono due caratteristiche fondamentali, il quoziente intellettivo fuori dalla norma e la convinzione nelle proprie capacità, così ben radicata da sfiorare la presunzione.
Il pubblico dell’MCU ha già incontrato Riri nel film “Black Panther: Wakanda Forever”: grazie a una borsa di studio, infatti, la giovane studia al MIT – Massachusetts Institute of Technology, e viene coinvolta nelle vicende di Shuri (Letitia Wright), sorella del defunto T’Challa (Chadwick Boseman) e destinata a prenderne il posto come Black Panther. Poiché Shuri è una scienziata geniale -e il Wakanda possiede delle tecnologie avanzatissime-, Riri ha la possibilità di perfezionare la sua armatura, che già rappresenta un’evoluzione rispetto a quella di Iron Man.
All’inizio della serie, dunque, ritroviamo Riri frustrata dalla mancanza di fondi che le consentirebbero di sviluppare i suoi progetti molto più velocemente: per “autofinanziarsi”, si dedica a piccole attività illecite e per questa ragione viene espulsa dal MIT, ritrovandosi a dover scappare con la sua armatura prima che questa venga disconnessa dall’AI dell’istituto e divenga di fatto inutilizzabile. Sui cieli di Chicago, l’armatura perde le sue funzionalità e si spegne, costringendo Riri a fare ritorno a casa di sua madre con l’armatura caricata mestamente su un carretto.
Ritrovatasi a fare i conti con un passato segnato dalla perdita degli affetti più cari -il patrigno Gary e la sorellastra nonché migliore amica Natalie (Lyric Ross) sono stati uccisi tempo prima in una sparatoria-, Riri decide di guadagnare i soldi necessari a rimettere in funzione l’armatura iniziando a lavorare per Parker Robbins, meglio noto come “Hood” (Anthony Ramos), misterioso individuo a capo di una banda di geniali e pittoreschi reietti, impegnati in una serie di boicottaggi e azioni dimostrative a danno di colossi dell’industria dalla moralità discutibile.
Riri si muove dunque ai confini della legalità e ben presto capisce che le intenzioni di Hood non sono del tutto limpide: l’uomo nasconde un oscuro segreto, celato nello strano mantello che indossa e che gli conferisce poteri straordinari, a confini del soprannaturale. Proprio la commistione tra scienza, high tech e magia rappresenta uno degli aspetti più interessanti della serie, insieme all’ambientazione nella periferia urbana di Chicago, con le sue atmosfere underground, in cui si muove un mondo lontano dalle luci della ribalta degli “eroi da copertina”.
Del resto, se è vero che Riri tende a scegliere fin troppo spesso la via del compromesso, è altrettanto vero che è impossibile non simpatizzare per un giovane donna a cui la mancanza di mezzi economici impedisce di realizzare il suo potenziale, un’outsider che sembra trovare nella banda di Hood, apparentemente impegnato a “rubare ai ricchi per dare ai poveri” proprio come suggerisce il suo nome, la dimensione ideale. A svolgere il ruolo del grillo parlante, per Riri, è la nuova AI dell’armatura, nata da una scansione del cervello della stessa protagonista e in tutto e per tutto simile alla sorellastra Natalie, dalla voce all’aspetto, dall’ironia pungente al piglio vivace: lo sviluppo di questo nuovo rapporto “umano-AI” porta Riri a mettere in discussione le sue scelte e ad affrontare finalmente il lutto, suggerendo un’interessante riflessione sui risvolti etici connessi all’uso dell’intelligenza artificiale.
Con i tre episodi finali rilasciati oggi, sembra dunque che la serie ponga le basi per un futuro coinvolgimento di Riri Williams nella Fase 6 dell’MCU, in particolare nel film “Armor Wars”, che dovrebbe avere come protagonista James Rhodes/War Machine (Don Cheadle), alle prese con uno dei villain di “Iron Man 2”, Justin Hammer (Sam Rockwell). Per il momento si tratta solo di supposizioni, ma di certo Ironheart saprà farsi trovare pronta all’appuntamento.