Un nuovo appuntamento del mondo dell’associazionismo invita cittadini e cittadine a riunirsi domenica 19 ottobre, alle 19:30 in Piazza d’Italia a Sassari, per chiedere una “pace giusta in tutta la Palestina”. L’iniziativa rientra nel ciclo delle “domeniche per Gaza”, momenti di mobilitazione civile nati per sensibilizzare sulla situazione umanitaria della Striscia e per sollecitare una risposta internazionale.
In queste settimane, su Gaza vige una tregua descritta come “fragile”, resa possibile anche – secondo gli organizzatori – dalla pressione esercitata dai movimenti della società civile. I promotori sottolineano la necessità di non distogliere l’attenzione: “Riteniamo molto importante, in questo momento, non lasciare sola la Palestina”. L’appello riguarda in particolare l’invio immediato di aiuti alimentari e sanitari “per salvare ogni sopravvissuto” e il ripristino di condizioni di vita dignitose.
Pur accogliendo con sollievo la sospensione dei bombardamenti, le associazioni ricordano che “questa è solo una tregua”. Il comunicato denuncia l’assenza del popolo palestinese nei negoziati internazionali e ribadisce che “le soluzioni proposte nel lungo periodo sono nelle mani di Israele, potenza occupante, e degli altri stati occidentali e arabi firmatari”. Nel testo si afferma inoltre che la tregua non può cancellare “le responsabilità per il genocidio” e che è necessario garantire verità e giustizia: “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza verità”, recita uno dei passaggi citati nel documento.
Durante il sit-in di domenica, i partecipanti rinnoveranno la richiesta di soccorso immediato alla popolazione di Gaza, il sostegno al diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e l’appello al governo italiano a interrompere gli scambi con Israele. Nel corso dell’incontro si parlerà anche delle responsabilità politiche legate al conflitto.
L’iniziativa prevede una raccolta fondi destinata agli aiuti per Gaza e momenti di espressione collettiva: interventi, letture di testimonianze e poesie, accompagnati dal rumore di pentole e mestoli che, spiegano gli organizzatori, serviranno a evocare “il fragore delle bombe e la fame che incombe sui bambini di Gaza”.
































