Daniele Bianchi è un giocatore del Sassari Calcio Latte Dolce

Sassari calcio Latte Dolce sempre più proiettato sul mercato e sempre più… sassarese. Il club del presidente Roberto Fresu assesta un altro importante colpo e firma il centrocampista Daniele Bianchi, nato a Sassari e lo scorso anno in forza alla corazzata Rieti, grande protagonista nel girone che ha poi celebrato la storica salvezza biancoceleste. L’operazione, portata avanti in piena sinergia dalla dirigenza e dal direttore sportivo Andrea Colombino, regala alla rosa di mister Massimiliano Paba un giocatore di valore e qualità che partito dalla serie D e dalla Sardegna ha saputo ritagliarsi spazi importanti e fare esperienze importanti fra l’ormai ex C2 e la quarta serie italiana. Da Calangianus (2007) alla prima ribalta nazionale in maglia Cisco Roma. Poi Tavolara, due anni di C2 alla Villacidrese, Anziolavino, Porto Torres e il ritorno a Sassari in maglia Torres (2013-’14, C2). Quindi due stagioni in forza alla Nuorese e l’ultima, da primo attore sulla scena, giocata a Rieti. La firma è arrivata pochi minuti fa alla presenza del diesse Colombino e del direttore generale Adriano Fantoni. A Daniele Bianchi va il saluto della società, dello staff e dell’intera tifoseria biancoceleste. Buon lavoro!

 

Prime impressioni biancocelesti? «Banale dire positive, ma sono certamente di un ambiente sano, che ha voglia di crescere e di voler fare le cose nella maniera giusta. Si, sono decisamente molto positive».

Hai scelto di giocare per il Sassari calcio Latte Dolce: «Questa società, sin da quando ero ragazzino, è sempre stata molto attenta a gestire tutto in maniera oculata e con lungimiranza, tanto è vero che ha un settore giovanile. Ho sentito la voglia di migliorare e crescere con la giusta ambizione, senza frenesie ma con la politica dei piccoli passi. Molto spesso si abusa della parola progetto, ma secondo me in questo caso il termine è assolutamente appropriato: proprio applicando la politica dei piccoli passi si tenta di ritagliare uno spazio importante in questa categoria. Quel che più mi ha colpito è proprio questo: la voglia di crescere, e migliorare».

Che effetto fa tornare a giocare a Sassari da “padrone di casa? «Sassari è Sassari. Fa un bell’effetto, ma chi fa questo mestiere sa che giocare in casa è opportunità più unica che rara, pochi giocatori hanno questa fortuna. Ancora non mi sono mentalmente ambientato a questa situazione, ma devo farlo il prima possibile – sorride -. Bello, ma sarò più chiaro su cosa si prova quando avrò iniziato la stagione con la squadra».

L’anno scorso hai affrontato la tua nuova squadra da avversario: cosa ti è più rimasto impresso? «La prima squadra che è riuscita a battere il Rieti in casa. Al ritorno il risultato si è ribaltato – 2-0 per il Rieti – ma il Latte Dolce aveva appena raggiunto la salvezza. Era una squadra con uno spirito combattivo, team molto compatto e cosciente delle proprie forze, dei suoi pregi e dei limiti. Si è salvata in abbondante anticipo. Seguivo con piacere il loro campionato, hanno fatto risultati importanti: l’impressione era buona già lo scorso anno».

Che campionato sarà quello 2017-’18? «Dipende dall’area geografica, dal raggruppamento in cui giocheremo, al nord come si dice o in zona Lazio. Due campionati diversi, li ho fatti tutti e due. Al nord trovi meno agonismo e più organizzazione a livello di gioco e societaria, nel girone laziale prevale la componente agonistica. Prematuro parlarne, ma sono dell’opinione che soprattutto in serie D, dove la componente di ragazzi under e giovani è molto forte, è importante concentrarsi sulla propria realtà-squadra per migliorare il livello attraverso il lavoro: ci cedo fermamente».

Obiettivi personali? «Cercare di fare qualcosa in più, di compiere uno step in più ogni anno, parlo a livello personale naturalmente. Voglio calarmi subito nella quotidianità del Latte Dolce e non vedo l’ora di iniziare. Sarà importante improntare il percorso sulla cultura del lavoro e lavorare duro, perché ci sarà da correre e sudare. La cosa più bella per chi come noi fa il mestiere che gli piace e cercare di spingersi oltre i limiti: cercare di coltivare questo tipo di mentalità sarà davvero fondamentale».

Un messaggio ai tifosi? «Cercheremo di farli divertire. Nessun proclama, ma secondo me se una squadra di calcio riesce a far divertire il suo pubblico ha raggiunto un bel traguardo e dà di sé una immagine molto positiva. Cercheremo di divertirci e di far divertire chi verrà a vedere le nostre partite».

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