Musica, arte e un’affascinante immersione nell’universo creativo del ‘900 sono stati gli ingredienti del nuovo incontro organizzato dell’Ente De Carolis alla scoperta dell’opera in scena al Teatro Comunale di Sassari. Venerdì scorso, il pomeriggio di storytelling ha accolto un pubblico sempre più numeroso e interessato a questo genere di narrazione in uno spazio cittadino ricco di fascino e raffinata bellezza solitamente chiuso al pubblico: l’antica sede della Corte d’assise di Sassari in via al Carmine 3 che per una sera è stata restituita alla città.
Il cast della nuova produzione del De Carolis al completo ha presentato il terzo appuntamento della stagione che propone, il 16 novembre alle 20:30 e sabato 18 novembre alle 16:30, il dittico “La Voix Humaine” di Francis Poulenc (del 1959) e “Agenzia Matrimoniale” (del 1961) dell’italiano Roberto Hazon in prima esecuzione in Sardegna.
Dopo l’omaggio a Botero con il “Barbiere” questa volta è il genio creativo di Pablo Picasso a rappresentare l’elemento connotativo dell’operazione che lega insieme l’opera dei due artisti suoi contemporanei Poulenc e Hazon attraverso un racconto di immagini che si integrano con la musica. Le opere di Picasso, le sue vicende personali e in particolare il suo rapporto con le donne, i colori e gli stili dei suoi periodi artistici son diventate nel corso dell’incontro un’affascinante chiave di lettura per approfondire non solo il genio dell’artista spagnolo ma anche per riflettere sulle paure, i limiti e le infinite risorse dell’animo umano.
A coordinare l’incontro, che ha messo a nudo la genesi creativa e percorso artistico dell’opera, è stato il direttore artistico del De Carolis Alberto Gazale in questa occasione anche regista del dittico. «Vi ringraziamo di cuore – ha detto Gazale – per essere sempre così numerosi a questi incontri di scoperta pensati per portare all’attenzione non solo i nostri progetti in scena ma anche i bellissimi spazi della città. Crediamo che per fare cultura di qualità sia fondamentale condividere il più possibile con voi luoghi ed emozioni e cercare di rendervi partecipi dei meccanismi di nascita e crescita di un processo artistico».
Nel pomeriggio così attraverso il racconto delle due opere in scena è stato esaminato il rapporto di Picasso con le donne della sua vita, vittime di quello che oggi potrebbe essere definito un amore tossico che ha portato alcune di loro al suicidio o ad un percorso di emarginazione e sofferenza. «I personaggi di Elle – prosegue Gazale – della “Voix humaine” e della Barbona di “Agenzia matrimoniale” descrivono perfettamente due delle donne amate da Picasso. Il rapporto strettissimo che l’artista aveva con Cocteau e con Hazon ci può far pensare che questi personaggi siano direttamente ispirati a loro».
Nel corso della serata la profonda affinità tra le due opere è stata sottolineata anche dal maestro Daniele Agiman che dirigerà l’Orchestra del De Carolis e che nella sua carriera internazionale ha avuto modo di collaborare proprio con Hazon. A collegare fra loro le opere del dittico sarà nel dittico, inoltre, la presenza in scena dell’attore Marco Spiga nel ruolo del critico d’arte. Presenti all’incontro anche Alberto Petricca (Adolfo) e Siria Colella (la segretaria).

Lunghi applausi hanno accolto il soprano Paoletta Marrocu che insieme al presidente del De Carolis Antonello Mattone ha raccontato i suoi esordi a Sassari prima del grande successo internazionale e la sua esperienza di questi primi giorni di prove con il dittico. Un bel momento di teatro è stato regalato da Annunziata Vestri, che interpreta in “Agenzia matrimoniale” la barbona, e ha deliziato il pubblico con un prezioso cameo tratto dall’opera in scena al Comunale, accompagnata alla fisarmonica da Lorenzo Albanese e al piano da Francesca Tosi direttore musicale del De Carolis. Il suggestivo brano proposto ha ben evocato le atmosfere che si respireranno in teatro nelle due recite entusiasmando il pubblico presente in sala.
Un affascinante racconto sulla genesi del progetto è stato fatto inoltre dalla scenografa Antonella Conte e dalla costumista Luisella Pintus che hanno spiegato il difficile ma stimolante percorso creativo che le ha condotte a portare sulla scena e nei costumi il cubismo di Picasso.
L’interesse del pubblico si è nel finale catalizzato sul brillante affondo dello psichiatra Antonangelo Coradduzza che attraverso la personalità e le note vicende amorose di Picasso ha esaminato quei meccanismi di dominio, manipolazione e violenza psicologica che troppo spesso si confondono con l’amore e rappresentano una delle piaghe della società contemporanea.
































