Educazione contro la violenza di genere: i risultati del progetto “Neanche con un fiore” nelle scuole di Sassari

Oltre 590 studenti coinvolti nell’indagine della Polizia Locale: social e scuola principali fonti di informazione, cresce la consapevolezza con l’età ma serve più educazione sui rischi legali della violenza di genere

Sassari, illustrazione risultati questionario "Neanche con un fiore"

Si è concluso a Sassari il percorso scolastico del progetto di educazione alla legalità contro la violenza di genere “Neanche con un fiore”, promosso dalla Polizia Locale e sviluppato nel corso di un anno in tredici istituti superiori della città. Coinvolgendo oltre mille studenti e studentesse, l’iniziativa ha avuto come obiettivo la promozione di consapevolezza tra gli adolescenti sulla gravità di comportamenti violenti e prevaricatori, fornendo strumenti utili per riconoscerli e contrastarli.

Durante l’incontro finale dell’11 aprile, alla presenza del sindaco Giuseppe Mascia, sono stati presentati i risultati del questionario somministrato a 590 tra ragazze e ragazzi tra i 14 e i 18 anni. L’indagine, curata dalla Polizia Locale con personale qualificato, ha esplorato la percezione della violenza di genere e il livello di informazione sui comportamenti sanzionabili dalla legge. Le performance artistiche di studenti provenienti da undici istituti hanno arricchito la giornata, dando voce alle riflessioni maturate durante il progetto.

Dai dati emersi, si evidenzia una maggiore percezione della punibilità degli atti violenti con l’aumentare dell’età. Le ragazze, in particolare, mostrano una maggiore consapevolezza rispetto ai coetanei maschi, soprattutto nelle fasce d’età più giovani. Tra i più giovani, la percentuale di risposte “Non so” segnala una carenza di informazioni sulle conseguenze legali della violenza, indicando l’utilità di intensificare gli interventi formativi.

I social media e la scuola si attestano come principali fonti di informazione sul tema, con percentuali molto vicine (rispettivamente 25,7% e 27,2%), seguiti a breve distanza dai notiziari (25,6%). La famiglia (14,1%) e il gruppo di amici (7,4%) risultano invece meno incisivi nella trasmissione di conoscenze legate alla violenza di genere, suggerendo che il contesto scolastico e mediatico rivesta un ruolo centrale nel processo educativo su questi temi.

Sul fronte delle tipologie di violenza riconosciute, la maggioranza dei partecipanti ha indicato come principali forme di abuso quelle fisiche, psicologiche e verbali (40,6%). Significativa anche la percentuale che ha segnalato “altro” (13,5%), a testimonianza di una percezione più ampia e articolata delle manifestazioni di violenza. Un ulteriore 10,9% ha identificato la violenza motivata dal genere come rilevante, mentre quote minori hanno limitato la definizione alla sola violenza fisica (8%) o hanno dichiarato incertezza (6%).

L’indagine ha inoltre raccolto informazioni su come i giovani affrontino l’argomento nei diversi ambiti della loro vita quotidiana: scuola, famiglia, media e relazioni tra pari. Lo studio ha permesso di individuare anche alcuni fattori potenzialmente influenti sul comportamento, come il genere, l’età, l’esposizione ai media e le reazioni individuali rispetto alle diverse forme di violenza, incluse quelle meno visibili come la manipolazione emotiva o il controllo.

L’esperienza del progetto “Neanche con un fiore” e i risultati del questionario potranno offrire una base utile per lo sviluppo di nuovi percorsi educativi mirati. L’obiettivo futuro è rafforzare la conoscenza dei diritti, del rispetto reciproco e delle dinamiche che generano la violenza, contribuendo a costruire ambienti scolastici più consapevoli e inclusivi, e trasferendo questa cultura anche nelle famiglie e tra i coetanei.

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