Torna a Sassari il Clothes Sharing, il programma mutualistico promosso da Sa Domo de Totus, giunto alla sua sesta edizione. Dal 18 al 22 giugno, nella sede dell’associazione in via Frigaglia 14b, nel quartiere di Sant’Apollinare, si rinnova l’appuntamento con la raccolta e la distribuzione gratuita di abiti nuovi o usati in ottime condizioni. Il principio resta invariato: “porta ciò che non usi più, prendi ciò che ti serve. Tutto senza scambio di denaro, solo sulla base del mutuo soccorso popolare”.
L’iniziativa, diventata punto di riferimento per diverse comunità cittadine, si basa su un’idea semplice ma radicata: condividere ciò che si ha in eccesso e ricevere ciò che manca. «Ogni volta sono centinaia le persone che passano dalla nostra sede per ricevere uno o due cambi ben selezionati – racconta Rosalba Pisanu, responsabile del gruppo mutualismo dell’associazione –. La nostra scelta è quella di distribuire solo capi in perfette condizioni. Pensiamo che vestirsi con cura debba essere un diritto accessibile a tutti, indipendentemente dalla propria situazione economica».
Le giornate di raccolta sono previste per mercoledì 18, giovedì 19 e venerdì 20 giugno, dalle 16:00 alle 20:00. In queste date sarà possibile donare indumenti estivi e biancheria di qualsiasi taglia. La distribuzione avverrà invece sabato 21 e domenica 22 giugno, la mattina dalle 10:00 alle 13:00 e il pomeriggio dalle 16:00 alle 20:00.
Chi fosse interessato a partecipare come volontario può contattare i numeri 338/2154200 o 340/4125486. L’invito è rivolto a chi desidera dare un contributo attivo, anche solo per una giornata, all’interno di un’iniziativa fondata su principi di giustizia sociale e inclusione.
Oltre all’aspetto solidale, Sa Domo de Totus lega il Clothes Sharing a una riflessione politica più ampia. «Il nostro obiettivo è dare un segnale concreto a una comunità colpita dal carovita – spiega Fabrizio Cossu, presidente dell’associazione –. L’incremento delle spese militari e l’adesione a scelte politiche belliciste imposte dalla NATO stanno impoverendo ulteriormente una società già segnata da precarietà e crisi continue. Non pretendiamo di risolvere questi problemi, ma vogliamo mostrare che un’altra strada è possibile: quella delle reti solidali, della condivisione e del mutuo sostegno».
































